Precariato, crisi aziendali, cessazioni, disoccupazione sono la realtà del lavoro nel nostro territorio. Altro che record occupazionale. La situazione, numeri alla mano, è tutt’altro che positiva. I dati “ufficiali” relativi all’occupazione sono un bluff, come dimostra la manifestazione nazionale della Uil che, per dimostrarle con chiarezza, approderà nei prossimi giorni a Taranto. Città che si conferma anche maglia nera in Puglia. Inoltre, mentre a Roma si svolgeva un incontro per precisare le procedure di cassa integrazione per circa 3.500 lavoratori ex Ilva, alla Leonardo di Grottaglie si decideva un giorno di sciopero: l’azienda si fermerà, venerdì prossimo, per uno sciopero dei lavoratori che vedono accumularsi ombre sul proprio futuro. Altre vertenze, come quella della Hiab, che cessa le attività licenziando cento dipendenti, sembrano in stand by. In questo caso si attesa che qualcuno rilevi l’azienda, ma anche il porto segna il passo. Qualche buona notizia arriva solo sul fronte della produzione delle pale eoliche, che vive un momento di espansione, ma è troppo poco per un territorio affamato di lavoro.
Leonardo
Partiamo da Leonardo. I sindacati metalmeccanici hanno proclamato lo sciopero di 8 ore per il 21 febbraio. Una decisione arrivata dopo le assemblee, svoltesi anche dell’indotto. Previsto il presidio davanti ai cancelli dello stabilimento, dal quale i lavoratori e i sindacati andranno in corteo al Comune di Grottaglie, dov’è previsto il consiglio comunale monotematico. Lavoratori e sindacati metalmeccanici chiedono con forza “la diversificazione della produzione dello stabilimento con programmi aeronautici che possano affiancare la produzione del B787”. “Ad oggi da parte dell’azienda – affermano i sindacati – abbiamo assistito solo a flebili dichiarazioni di intenti: Mai supportate da programmazioni ed investimenti. In attesa del piano industriale previsto per l’11 marzo, i metalmeccanici chiedono alle istituzioni e alla comunità di sostenere la protesta dei lavoratori”.
C’è anche da immaginare che il complicarsi delle relazioni tra Usa ed Europa possano rappresentare un ulteriore elemento di allarme per le produzioni dell’azienda americana fuori dal territorio nazionale.
Precariato e disoccupazione
Ma anche il lavoro che “sembra esserci” si dimostra in realtà precario e sottopagato, soprattutto nelle nostre regioni. I dati forniti dalla Uil nel corso di una conferenza stampa che illustra il progetto nazionale “No ai lavoratori fantasma”. Che farà tappa a Taranto, sono a dir poco allarmanti:
I dati
In Puglia, solo il 7,6% dei contratti attivati nel 2024 è a tempo indeterminato.
Oltre l’80% dei contratti è a tempo determinato, di cui un quarto ha durata tra uno e tre mesi e uno su cinque meno di 30 giorni.
Sono oltre 200mila i lavoratori in nero, generando un’economia sommersa pari a 4,5 miliardi di euro.
Il tasso di irregolarità in Puglia raggiunge il 14,4%.
La disoccupazione pugliese si attesta al 12,1%, ben sopra la media nazionale dell’8,2% e quella del Nord Italia (5,1%).
L’occupazione in Puglia è al 50,7%, con Taranto al minimo regionale (43,2%).
Il tasso di inattività ha toccato il 33,7%, segnalando un grave problema di scoraggiamento lavorativo.
La conferenza stampa
Con l’obiettivo di far emergere l’invisibile e dare voce ai lavoratori precari e al fenomeno del lavoro sommerso, la Uil nazionale ha promosso la campagna nazionale “No ai lavoratori fantasma”, che il 20 e il 21 febbraio farà tappa a Taranto. Unica città pugliese coinvolta nell’iniziativa. La conferenza stampa di presentazione si è svolta oggi nella sede della Uil di Taranto, alla presenza dei segretari generale e organizzativo Uil Puglia, Gianni Ricci e Stefano Frontini.
“Abbiamo scelto Taranto – sono le parole di Gianni Ricci – perché è la provincia che soffre di più in Puglia, dove la precarizzazione del lavoro è la norma. In Puglia, l’80% delle nuove attivazioni contrattuali sono di lavoro precario e a termine, e un quinto di esse non supera il mese di durata. Non possiamo continuare a raccontare un Paese che cresce mentre milioni di persone sono costrette a vivere nell’ombra, senza tutele e senza diritti”.
Nei giorni 20 e 21 febbraio, alla Rotonda Marinai d’Italia, la UIL allestirà un grande tir di oltre 13 metri, che si trasformerà in un punto di ascolto e informazione. I cittadini potranno confrontarsi con esperti, lavoratori, pensionati, giovani e studenti, per discutere di precariato, diritti e soluzioni per il futuro del lavoro.
Ex Ilva
Infine, si è svolta oggi, al ministero del Lavoro la riunione tra Acciaierie d’Italia e le organizzazioni sindacali di Fim Fiom Uilm in merito alla richiesta di proroga della Cigs in scadenza il 28 Febbraio 2025.
La nuova proroga vedrà accompagnare per ulteriori 12 mesi a partire da marzo, il percorso iniziato con l’accordo del 26 luglio 2024 con unica finalità, continuare a garantire sicurezza ai lavoratori e stabilità aziendale nel processo di transizione e fase di vendita. Durante l’incontro, ci spiega Valerio D’Alò della Fim, “abbiamo ribadito che per quanto ci riguarda, nell’ottica di riapertura della fase di consultazione e del percorso, bisogna confermare quanto già realizzato nel precedente accordo e cioè: validità del settembre 2018. Inoltre: salvaguardia dei lavoratori di Ilva in A.S.; piena applicazione delle rotazioni riconfermando la quota di rimpiazzo nelle turnazioni contrattuali. Va evitata di norma la sospensione a zero ore, e un ‘integrazione salariale pari o superiore al 70%”.
Tra le questioni affrontate: la richiesta di ridurre i numeri inseriti nella procedura pari a 3420 di cui 2955 solo a Taranto, la questione dello smart-working e del welfare, la richiesta di una convocazione del governo. È infatti evidente che i numeri della casa preludono a quello che sarà il futuro piano industriale della nuova azienda, posto che i termini per definire l’acquisto saranno comunque lunghi.
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