Immaginiamo di trovarci in una stanza completamente oscurata, inondata solamente da un flusso incessante di immagini provenienti da decine di televisori, il cui suono è stato azzerato. Quale potrebbe essere il risultato?
Per Mario Schifano, pittore e regista italiano fu la realizzazione di un’innumerevole serie di opere, definite Paesaggi Tv, nate da una crisi nei confronti della pittura, innescata dal successo delle neoavanguardie concettuali. A questa serie appartiene l’opera Paesaggio TV, eseguita dall’artista nella prima metà degli anni ‘70 e che verrà venduta all’incanto nella nostra Asta 9 – Collezione Salmoiraghi il giorno 23 marzo 2025.
Siamo tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso quando Schifano inizia a sperimentare nuove tecniche pittoriche avvalendosi della televisione, un mass media approdato solo da qualche anno nelle case degli spettatori. Egli prevede quanto l’uomo vivrà sempre più immerso nelle immagini, tanto che perfino l’artista non prenderà più ispirazione dall’esterno, ma sarà l’esterno a cercare lui attraverso la sintonizzazione.
Asta 9 – Collezione Salmoiraghi, Lotto 67, Mario Schifano, Paesaggio TV
Attraverso le opere Paesaggi Tv si perfeziona il concetto di “flusso di immagini”, laddove la realtà viene costantemente mediata da un filtro che la trasforma in immagine. Questo processo era iniziato con i Monocromi dei primi anni Sessanta, opere in cui il bordo, spesso presentato in forma arrotondata e delimitante il campo dell’immagine, ricordava la forma del fotogramma o della diapositiva. È, dunque, negli anni Settanta (sebbene vi siano dei primissimi esperimenti risalenti al 1969) che questo concetto si cristallizza, portando novità nella produzione artistica di Schifano.
I primi fotogrammi ad essere oggetto di rielaborazione provengono da degli scatti effettuati negli Stati Uniti nelle sale di trapianto cardiaco a Huston, nei laboratori della Nasa, di Alamogordo e di Los Alamos, dando vita a opere come Pentagono, Medal of Honor, Era Nucleare. Successivamente l’artista inizierà a rivisitare pittoricamente le immagini trasmesse dalla RAI e da altre emittenti televisive.
Processo creativo dei Paesaggi Tv
Il processo creativo alla base delle opere della serie Paesaggi Tv tenta di essere veloce e fugace: le immagini, fotografate direttamente dallo schermo televisivo, sono incastonate nella cornice curvilinea del tubo catodico e fermate in una sorta di indifferenza di significato. La pittura quasi si ritrae, limitando l’artista a qualche macchia di smalto trasparente, e portando l’opera a spersonalizzarsi.
In queste immagini leggermente sfocate, meno nitide e brillanti rispetto agli standard odierni, si ritrovano orologi con le lancette dell’ora esatta, le immagini fisse delle città italiane con il nome scritto, citazioni dalla storia dell’arte tratte dalla trasmissione Maestri italiani del ‘900, ma anche frammenti, ingrandimenti, particolari e macchie di colore.
Non è la cultura della Tv a interessarlo, bensì la cultura che si sviluppa a partire dall’immagine televisiva.
Mario Schifano, la biografia dell’artista di Paesaggio TV
Nato a Homs il 20 settembre 1934, Mario Schifano è ritenuto da molti l’esponente di spicco della pop art italiana. Viene considerato l’erede di Andy Warhol, che conobbe in uno dei suoi viaggi negli Stati Uniti frequentando la Factory (studio e luogo di ritrovo di Warhol e dei suoi collaboratori). Partecipò alla mostra The New Realists del 1962, organizzata dalla Sidney Janis Gallery, esponendo le sue opere accanto ai principali esponenti del Nouveau Réalisme come Christo, Klein e Mimmo Rotella. Inoltre insieme ai “pittori maledetti” (Franco Angeli, Tano Festa ecc.) rappresentò un punto fondamentale dell’arte contemporanea italiana ed europea.
La sua attività artistica spaziò dai Monocromi, caratterizzati da uno o due colori applicati su carta da imballaggio incollata su tela (influenzati da Jasper Johns e da Robert Rauschenberg), alle serie dedicate ai marchi pubblicitari (Coca-Cola ed Esso), alle biciclette, ai fiori (omaggio ad Andy Warhol) e alla natura in generale.
Appassionato di nuove tecnologie, negli anni Settanta iniziò a trasferire le immagini fotografate in Tv su tele emulsionate, successivamente ritoccandole con fugaci pennellate. Grazie a questa passione fu tra i primi a sperimentare innesti tra pittura ed altre forme d’arte come la musica, video, cinema, fotografia, fino ad arrivare all’uso del computer per elaborare immagini e riportarle su tele emulsionate (da qui le Tele computerizzate).
Vicino alla cultura pop del suo tempo e avvicinatosi all’ambiente musicale beat, collaborò con il complesso Le Stelle di Mario Schifano, che incinse un album alla fine del 1967, con una copertina disegnata da lui stesso. Inoltre, disegnò copertine per altri gruppi italiani come l’Equipe 84. Nel 1971 realizzerà anche un film documentario dal titolo Umano non umano, con la partecipazione di personaggi di spicco quali Adriano Aprà, Carmelo Bene, Mick Jagger, Sandro Penna, Alberto Moravia, Keith Richards, Rada Rassimov.
Partecipò a diverse edizione della Biennale di Venezia e nel 1985 fu a Firenze, dove dipinse davanti a seimila persone La chimera, opera inaugurale della rassegna sugli Etruschi. Si impegnò anche civilmente realizzando lavori a sostegno delle campagne di Greenpeace, Acnur e molte altre associazioni di volontariato.
L’ultimo periodo che caratterizza la sua produzione artistica è segnata dai media e dalla multimedialità.
Morirà a Roma il 26 gennaio 1998, venendo celebrato come uno dei maggiori artisti italiani del XX secolo.
Per approfondire:
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