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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato le Linee guida 2025 per la determinazione del piano-finanziario e dei costi sulla Tari. Tra le tante, sono state introdotte le indicazioni per l’uso del fabbisogno standard come parametro di riferimento.

Nell’articolo, illustrerò quali sono le novità introdotte dal MEF, ma prima è bene spiegare, in linea generale, cos’è la Tari, fornendo tutte le indicazioni utili.

Cos’è la Tari

La Tassa sui rifiuti (Tari) è un tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. A partire dal 2014, ha sostituito le precedenti tasse che venivano corrisposte al Comune come pagamento per il servizio.

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Il tributo deve essere pagato da chiunque sia in possesso o detenga locali oppure aree scoperte suscettibili alla produzione di rifiuti urbani.

La Tari deve essere pagata da chiunque occupi l’immobile, inquilino o proprietario. Sono escluse le aree oggettivamente inutilizzabili come le aree condominiali o le aree scoperte pertinenziali, accessorie ad abitazioni civili.

Quando si paga la Tari

Ogni Comune stabilisce le tariffe in base alla superficie e alla quantità di rifiuti prodotti, oppure in relazione alla quantità e qualità dei rifiuti per unità di superficie, considerando l’uso e la tipologia delle attività e il costo complessivo del servizio di gestione dei rifiuti.

Le date di pagamento della Tari non sono le stesse per tutti i Comuni e anche il numero delle rate può variare, potendo essere due o quattro.

Tuttavia, pur lasciando ampio spazio agli enti locali, la normativa nazionale prevede che la Tari debba avere almeno due rate a scadenza semestrale (acconto e saldo), e la scadenza della seconda fissata a dopo il 30 novembre.

In linea di massima, l’acconto o gli acconti devono essere pagati tra il mese di aprile e il mese di settembre. Invece, la scadenza del saldo viene fissata tra il mese di novembre e la fine dell’anno.

Recentemente, sono cambiate le regole sul pignoramento di Imu e Tari, con l’applicazione di sanzioni più leggere.

Dove si paga di più?

Secondo uno studio pubblicato dal Servizio Stato Sociale, Politiche Fiscali e Previdenziali e condotto dalla UIL, in media le famiglie del Mezzogiorno sostengono una spesa di 388 euro, mentre nel Nord-Est del Paese la cifra media è di 278 euro.

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In particolare, lo studio ha evidenziato che, considerando l’impatto sul reddito netto medio familiare, la Tari incide maggiormente al Sud e nelle Isole, con una percentuale dell’1,34%, più del doppio rispetto allo 0,64% registrato nel Nord-Est.

Tra le città coinvolte nell’analisi, la Tari costa di più a Pisa. L’anno scorso, secondo i dati raccolti, l’esborso è stato pari a 595 euro medi a famiglia. Sul versante opposto della classifica troviamo La Spezia, con un costo pari a 170 euro a famiglia.

Dopo Pisa, le città più costose sono le seguenti:

  • Brindisi: 518 euro;
  • Trapani: 511 euro;
  • Genova: 508 euro;
  • Pistoia: 504 euro;
  • Napoli 493 euro;
  • Reggio Calabria: 487 euro;
  • Barletta: 485 euro.

Il MEF ha pubblicato le nuove linee guida Tari 2025

Il 10 febbraio 2025, il MEF ha pubblicato le Linee guida 2025 per la determinazione del Piano economico-finanziario (PEF) e dei costi della Tassa sui rifiuti.

Le Linee guida 2025 forniscono un metodo standardizzato, applicabile ai Comuni delle Regioni a Statuto ordinario. L’obiettivo è uniformare i criteri di calcolo e garantire una maggiore trasparenza nella definizione delle tariffe.

Ci sono alcune novità, tra cui:

  • L’utilizzo più preciso del fabbisogno standard per evitare sovra stime o sotto stime dei costi;
  • L’adeguamento delle tariffe ai reali costi di gestione;
  • Definizione della scadenza per l’approvazione del PEF fissata al 30 aprile 2025.

Quali sono le indicazioni per l’uso del fabbisogno standard

L’articolo 1, comma 653 della Legge n. 147/2013 stabilisce che i Comuni tengano conto del fabbisogno standard nella determinazione del costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

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Le tariffe devono essere calcolate in base al:

  • Costo standard di riferimento per la gestione di una tonnellata di rifiuti;
  • Numero di tonnellate di rifiuti urbani gestite dal servizio.

Il prodotto tra le suddette grandezze definisce il fabbisogno standard. Si tratta di un parametro che permette ai Comuni di stabilire il costo unitario del servizio e le tariffe da applicare ai cittadini e alle imprese.

Per riassumere

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato le Linee guida 2025 per la determinazione del piano finanziario e dei costi della Tari, introducendo l’uso del fabbisogno standard come parametro di riferimento.

La Tari è una tassa destinata al finanziamento del servizio di gestione dei rifiuti, applicata a chi possiede od occupa immobili suscettibili di produrre rifiuti. Ogni Comune stabilisce le tariffe in base alla superficie e ai rifiuti prodotti. Le date di pagamento variano, ma generalmente l’acconto si paga tra aprile e settembre, mentre il saldo tra novembre e la fine dell’anno.

Le nuove linee guida mirano a garantire maggiore trasparenza e uniformità nel calcolo delle tariffe. Tra le novità, c’è un uso più preciso del fabbisogno standard e l’adeguamento delle tariffe ai reali costi di gestione.

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