Istat, in Italia uno su due ha un debito privato da 35 mila euro

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Carta di credito con fido

Procedura celere

 


Più di un italiano su due vive con un prestito sulle spalle, con una rata media che pesa 278 euro al mese. E, stando al barometro Crif, basato sul sistema di informazioni creditizie Eurisc, nel 2024 crescono i prestiti personali e l’importo medio dei finanziamenti richiesti.

In base agli ultimi dati – che tengono conto del credito rateale di mutui, prestiti personali e finalizzati – l’aumento dei “prestiti personali” è pari all’11,3% ma restano prevalenti i cosiddetti “prestiti finalizzati”, ovvero collegati all’acquisto di beni o servizi da restituire a rate. Qui, a trainare i consumi (almeno nei primi nove mesi del 2024) è stato il comparto auto, spinto dagli incentivi per i modelli ibridi ed elettrici. Mentre i prodotti di arredo, elettronica ed elettrodomestici si confermano ai livelli precedenti. I mutui per l’acquisto di una casa, invece, rappresentano circa un quarto dei prestiti richiesti ma salgono i “mutui green” (quelli agevolati per le abitazioni ad alta efficienza energetica).

Più importo, più rate

In aumento la cifra del prestito e il numero di rate. Il valore medio dei finanziamenti sale a 9.214 euro (+9,3%). Un italiano su due, però, si limita a chiedere somme sotto i 5 mila euro mentre il resto si spinge, al massimo, fino a 20 mila. E tre quarti di italiani si “indebita” per massimo tre anni, circa un terzo chiede di diluire le rate oltre i cinque – anche in caso di prestiti personali modesti – per pesare meno possibile sul bilancio domestico.

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Più prestiti a Livorno, a Trento la rata più alta

Un’analisi territoriale segnala che la rata mensile da rimborsare per il prestito contratto è, in media, di 278 euro. In cima alla classifica delle province con il più alto numero di prestiti c’è Livorno: ha contratto un finanziamento il 67,4% degli abitanti della città toscana. All’opposto, Trento: appena un terzo dei residenti ha fatto ricorso al credito ma la rata è la più alto della penisola, 406 euro al mese.

Il boom degli acquisti a rate

L’identikit per età mostra che la maggioranza dei prestiti è richiesta fra i 25 e i 54 anni. In parte, questo è frutto dell’evoluzione delle modalità di pagamento. I classici prestiti “small ticket” (sotto i 5 mila euro) sono sempre più soppiantati dal “Buy Now Pay Later” (per l’acquisto online a rate senza interessi, l’incremento è del 133%) diventata molto conveniente per single e nuclei familiari. Ma non è così per tutti.

Chi non arriva a fine mese

Secondo un’indagine Istat appena diffusa, quasi 10 milioni di residenti in Italia (ovvero circa un quarto della popolazione fra 18 e 74 anni) hanno chiesto un prestito o un aiuto economico nel 2023, a causa di difficoltà o mancanza di liquidità. Più della metà si è rivolto ai familiari, il resto a banche, poste e società finanziarie. Un 7,4%, perfino, ad amici o vicini di casa. Fra i i disoccupati questa necessità colpisce il 34%, fra gli stranieri quasi il 40%.

Casa, “cara” casa

A pesare c’è il costo della vita a fronte di retribuzioni rimaste, per lo più, ferme. Comprare casa, in alcune aree della penisola, è ormai proibitivo. Allarme, per esempio, a Mantova dove bisogna essere pronti a sobbarcarsi un mutuo di 30 anni per un appartamento di 90 metri quadri. Analogo trend per gli affitti, sempre più cari nelle grandi città come Roma e Milano ma anche nelle località turistiche più piccole per la concorrenza degli Airbnb. I costi delle locazioni, uniti a bollette domestiche sempre più salate, assorbono ormai più della metà del reddito disponibile di una famiglia.

Vale per la Toscana o nel “cuore verde” d’Italia, dove le intimazioni di sfratto per gli umbri sono aumentate del 36,4% in un anno (dati del ministero dell’Interno). I provvedimenti esecutivi di sfratto emessi sono su del 61% a Vercelli, del 71% a Monza e Brianza, del 102% a Bergamo. Alto, purtroppo, anche il numero dei pignoramenti delle famiglie che non riescono a pagare il mutuo. Un calcolo degli immobili residenziali di vario tipo messe all’incanto, nel portale aste e liquidazioni giudiziarie, sfiora le 50 mila unità solo nei capoluoghi di provincia.

Vendo oro, “second hand” e banco pegni

Sostenuto dal forte aumento del prezzo, anche la rete del “compro oro” ha avuto un’impennata senza precedenti. Chi cerca liquidi immediati vende i vecchi gioielli di nonne e zie incassando discrete somme visto che questo metallo prezioso è un investimento a lungo termine che attira molti clienti. Stesso discorso vale per l’usato, soprattutto di prodotti “griffati”, capi di moda, borse e accessori. Torna in auge anche un istituto antico come il banco dei pegni. Si stima che il giro d’affari dei Monte di Pietà superi gli 800 milioni di euro all’anno. La media dei prestiti ricevuti impegnando un bene privato di valore – come argenteria, gioielli, orologi, quadri di valore, pezzi di antiquariato o pellicce – si aggira intorno ai duemila euro ma alcuni segnatempo di prestigio possono portare nel portafoglio più di 30 mila euro.

A impegnare un “pezzo di famiglia” con l’intenzione di riscattarlo possono essere persone in estrema povertà escluse dai circuiti di credito perché finiti fra i “cattivi pagatori” ma anche chi si trova alle prese con una ristrettezza imprevista. Nel libro «Monte dei Pegni, un anticipo dal futuro», la scrittrice Elena Loewenthal ha raccontato diverse storie: dalla mamma che ha impegnato il suo flauto d’oro per mantenere la figlia al conservatorio in Canada a chi deve affrontare un impoverimento improvviso per aver perso il lavoro durante la pandemia. C’è chi si finanzia un progetto, chi una vacanza da sogno, la palestra, il centro estetico, lo smartphone nuovo o un tatuaggio sulla pelle. Nell’Italia dove si fa sempre più fatica a risparmiare, qualcuno è costretto al prestito per beni di prima necessità. Qualcuno solo per consumi extra ai quali non vuole rinunciare.

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