Difesa: le tecnologie israeliane “battle-tested” attraggono gli Emirati Arabi Uniti. A IDEX 2025 numerosi i prodotti che interessano i Paesi del Golfo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


ABU DHABI. Israele ha sviluppato diverse tecnologie militari avanzate, spesso presentate come “testate in battaglia”, che stanno trovando crescente interesse sui mercati esteri.

Tra queste spiccano i sistemi di difesa aerea e i droni, impiegati con successo in Teatri operativi come Gaza e nel conflitto contro gli Houthi in Yemen.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Il sistema Iron Dome in azione

 

L’Iron Dome è  un Sistema antimissilistico di Rafael Advanced Defense Systems,.

Progettato per intercettare razzi a corto raggio e in servizio dal 2011, Iron Dome ha dimostrato un’elevata efficacia intercettando la gran parte dei razzi lanciati da Gaza verso Israele.

Durante l’ultima guerra con Hamas, ha continuato a proteggere i centri abitati israeliani con un tasso di successo dichiarato intorno al 90%–95%.

La sua comprovata efficacia rende Iron Dome un prodotto di punta: dopo gli attacchi missilistici Houthi su Abu Dhabi nel 2022, gli Emirati Arabi Uniti hanno persino richiesto a Israele la fornitura di Iron Dome per difendersi da ulteriori minacce.

Il Barak-8 è una famiglia di missili intercettori terra-aria sviluppata da Israel Aerospace Industries (IAI) insieme all’India, pensata per bersagli a medio raggio.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

il lanciatore del Barack 8

 

Una variante del sistema Barak è stata schierata negli EAU a protezione di siti sensibili, in seguito ai ripetuti attacchi con missili e droni da parte dei ribelli Houthi.

Fonti di settore indicano che gli Emirati avrebbero siglato un contratto di grande valore per dotarsi di più batterie Barak, proprio per contrastare le minacce aeree provenienti dallo Yemen.

Parallelamente, nel 2022 si è riportato che Israele fosse pronto a vendere agli Emirati anche il sistema SPYDER di Rafael, un altro complesso mobile di difesa aerea capace di intercettare velivoli, droni e missili da crociera. Queste forniture evidenziano come le tecnologie israeliane di difesa aerea, collaudate sul campo, stiano trovando impiego diretto nel Golfo.

Il sistema SPYDER di Rafael

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Parallelamente, nel 2022 si è riportato che Israele fosse pronto a vendere agli Emirati anche il un altro complesso mobile di difesa aerea capace di intercettare velivoli, droni e missili da crociera.

Queste forniture evidenziano come le tecnologie israeliane di difesa aerea, collaudate sul campo, stiano trovando impiego diretto nel Golfo.

Su Droni e munizioni circuitanti, Israele è da tempo all’avanguardia nei sistemi aerei senza pilota (UAV).

Modelli come gli Heron ed Eitan (IAI) o gli Hermes (Elbit Systems) sono stati esportati in Asia, Europa e altrove, trovando utilizzo anche in conflitti regionali.

Ad esempio, l’Azerbaigian ha impiegato droni e munizioni circuitanti israeliane (come gli Harop di IAI) durante la guerra del Nagorno-Karabakh, con risultati devastanti sulle difese avversarie.

Nei cieli di Gaza, l’IDF fa largo uso di UAV per sorveglianza e supporto ai raid aerei.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Un UAV israeliano

 

Il successo “combat-proven” di questi sistemi ha alimentato le vendite: nel 2022 i droni rappresentavano il 25% delle esportazioni militari israeliane, registrando un aumento record (le commesse di UAV e relativi sistemi sono decuplicate rispetto al passato recente).

Oggi molte Nazioni – incluse alcune del Golfo – guardano ai droni israeliani per potenziare le proprie capacità ISTAR e di attacco di precisione.

Per quanto riguarda i sistemi per la guerra terrestre Israele ha validato tecnologie innovative.

Il Trophy, sistema di protezione attiva per carri armati sviluppato da Rafael, ha dimostrato la capacità di intercettare missili anti-carro e RPG diretti contro i Merkava israeliani, ad esempio nelle operazioni urbane a Gaza.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Ufficiali israeliani hanno confermato che durante i combattimenti nel 2023 dozzine di missili anticarro sono stati sventati grazie a questi apparati.

Ciò ha suscitato l’interesse di Eserciti stranieri.

Il Trophy è già stato acquistato dagli Stati Uniti per i propri Abrams e da alcuni alleati NATO, essendo uno dei pochi sistemi APS “combat-proven” disponibili.

Anche i missili guidati Spike (Rafael) – utilizzati dalle forze israeliane e alleati – si sono affermati come armi anticarro efficaci e sono esportati in decine di paesi. In sintesi, l’esperienza bellica sul terreno e nei cieli di Israele diventa un argomento di vendita: ogni sistema provato sul campo viene promosso come soluzione affidabile per conflitti reali, un aspetto che attrae acquirenti alla ricerca di armamenti dall’efficacia comprovata.

Arma contro carro Spike impiegata in una esercitazione

Relazioni militari tra Israele ed Emirati: accordi strategici e collaborazioni

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Dopo gli Accordi di Abramo del 2020, che hanno normalizzato i rapporti diplomatici, Israele ed Emirati Arabi Uniti hanno rapidamente ampliato la cooperazione in campo militare e della difesa.

Ciò ha portato a intese strategiche, vendite di armi e progetti congiunti prima impensabili:

Apertura del mercato emiratino: Gli EAU hanno rappresentato un nuovo importante cliente per l’industria bellica israeliana. Già a gennaio 2022 – in risposta agli attacchi Houthi – Abu Dhabi ha avviato contatti riservati con Gerusalemme per acquisire sistemi di difesa avanzati. Queste trattative hanno portato, entro fine 2022, alle prime forniture: fonti di stampa confermano la vendita e dispiegamento negli Emirati del sistema Barak-8 di IAI, seguita da negoziati per ulteriori batterie. Parallelamente, rapporti non ufficiali parlano di un accordo per fornire anche il sistema SPYDER di Rafael agli Emirati.

Tali acquisizioni segnano la prima volta che gli EAU acquistano formalmente armamenti israeliani su larga scala, evidenziando la rapidità con cui i legami difensivi si sono stretti post-Accordi di Abramo.

Progetti industriali congiunti: Oltre alle commesse di sistemi completi, vi è un forte interesse a co-sviluppare nuove tecnologie.

Il colosso emiratino EDGE Group (con il supporto dell’agenzia governativa Tawazun) e aziende israeliane come IAI, Rafael ed Elbit hanno firmato diversi accordi di cooperazione.

Già nel novembre 2021, durante il Dubai Air Show, IAI ed EDGE hanno annunciato un’intesa per progettare congiuntamente USV (unmanned surface vessels) – ossia unità navali senza equipaggio – per impieghi militari e civili. Contestualmente IAI ha istituito negli Emirati un centro di manutenzione per i propri sistemi elettro-ottici, segnale di una presenza industriale radicata sul territorio.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Questi accordi seguivano di pochi mesi un memorandum del marzo 2021 tra IAI ed EDGE rivolto allo sviluppo congiunto di tecnologie anti-drone (C-UAS) specifiche per le esigenze emiratine.

Anche Rafael ed Elbit hanno esplorato partnership simili, e hanno aperto uffici di rappresentanza negli EAU. Sebbene molti dettagli rimangano riservati, fonti specializzate indicano collaborazioni attive su sistemi anti-UAV, difese aeree integrate, piattaforme autonome e perfino possibili forniture di missili da crociera agli Emirati.

Quadro strategico e intese ufficiali: Sul piano governativo, Israele ed EAU hanno avviato dialoghi di sicurezza di alto livello.

Nell’ottobre 2021 hanno firmato un accordo di cooperazione nella difesa in occasione di Expo 2020 a Dubai, e visite reciproche di ministri della Difesa (Benny Gantz per Israele) hanno consolidato i rapporti. Anche se non tutte le intese sono pubbliche, la volontà comune è di costruire un partenariato militare strategico.

Un parlamentare emiratino di spicco, Ali Al Nuaimi, ha dichiarato che gli Accordi di Abramo non sono solo un’intesa tra Governi ma “una piattaforma per trasformare la regione garantendo sicurezza, stabilità e prosperità per tutti”.

Ciò riflette l’impegno di Abu Dhabi a proseguire la cooperazione con Israele nella difesa, considerandola parte integrante della propria visione di sicurezza nazionale a lungo termine.

In sintesi, in pochi anni Israele e Emirati hanno stretto legami militari senza precedenti: forniture dirette di armamenti israeliani agli EAU per milioni di dollari, joint-venture industriali nel settore hi-tech militare e un dialogo strategico costante. Questa relazione bilaterale di difesa è diventata un pilastro dei nuovi equilibri mediorientali inaugurati dagli Accordi di Abramo.

Impatto dell’uso di queste tecnologie sulle operazioni e ruolo geopolitico

L’impiego sul campo delle tecnologie israeliane sopra descritte sta producendo effetti tangibili sia a livello operativo che geopolitico nella regione:

Efficacia operativa e deterrenza: Sul fronte militare, i sistemi “battle-tested” israeliani hanno dimostrato di poter cambiare le sorti delle operazioni.

In Israele, dispositivi come Iron Dome hanno ridotto drasticamente l’impatto dei razzi lanciati da Gaza sulla popolazione civile, dando maggior respiro strategico alle forze israeliane.

La possibilità di intercettare la stragrande maggioranza delle minacce aeree (dai piccoli razzi Qassam fino ai droni) offre a Israele un vantaggio significativo, incrementando la deterrenza verso attori come Hamas.

Analogamente, l’adozione di sistemi israeliani da parte di Eserciti arabi sta rafforzando le loro difese.

Gli Emirati, integrando Barak-8 e SPYDER, hanno migliorato la protezione di siti chiave contro missili e UAV Houthi.

Questo ha ridotto la vulnerabilità emiratina, permettendo ad Abu Dhabi di mantenere il proprio coinvolgimento nella coalizione in Yemen con meno timore di subire perdite civili o danni critici.

Ogni intercettamento riuscito (ad esempio di un missile balistico Houthi diretto su Abu Dhabi, sventato da difese fornite dagli USA o ora anche da Israele) invia un messaggio forte agli avversari regionali.

Allineamenti regionali e contrasto all’Iran: L’adozione di armamenti israeliani da parte di paesi arabi segnala un cambiamento strategico di ampia portata. Israele, Emirati, Bahrain ed altri si trovano sempre più allineati militarmente contro le minacce comuni, prima fra tutte l’Iran e le sue proxy regionali.

La presenza di sistemi israeliani nei Paesi del Golfo rappresenta di fatto Israele che contribuisce alla difesa della Penisola Arabica, uno scenario impensabile fino a pochi anni fa. Ciò di fatto crea un arco di cooperazione difensiva informale Israele-Emirati-Arabia Saudita (pur senza relazioni formali con Riyadh) contro i missili e droni iraniani.

Teheran percepisce queste mosse come una crescente pressione: l’espansione dei sensori e intercettori israeliani nel Golfo può limitare la capacità deterrente iraniana. In parallelo, Israele ottiene maggior profondità strategica: aiutando gli alleati del Golfo a difendersi, mantiene il fronte anti-iraniano più saldo lontano dai propri confini. Sul piano geopolitico ciò rafforza l’asse Israele-Emirati-USA, rendendo gli EAU un partner sempre più dipendente dagli equipaggiamenti occidentali/israeliani per la propria sicurezza.

Implicazioni politiche e d’immagine: L’uso di tecnologia israeliana da parte di eserciti arabi non è privo di sensibilità politica. L’opinione pubblica in molti paesi arabi rimane critica verso Israele, specialmente durante crisi come la guerra a Gaza del 2023. Gli Emirati hanno dovuto bilanciare il sostegno alla causa palestinese con gli interessi strategici derivanti dalla partnership con Israele.

In occasione del conflitto a Gaza, Abu Dhabi ha espresso contrarietà verso alcune azioni israeliane, ma al tempo stesso ha mantenuto aperti i canali di cooperazione costruiti dal 2020 in poi. La leadership emiratina sembra scommettere che i benefici in termini di sicurezza ed economici (accesso a tecnologia avanzata, intelligence, cyber difesa) superino i costi politici.

D’altro canto, Israele sfrutta il successo operativo dei propri sistemi come leva diplomatica: ogni paese che adotta Iron Dome o altri sistemi diventa, in un certo senso, interessato alla stabilità di Israele, perché ne dipende per il supporto tecnico e logistico.

Questo crea legami geopolitici di lungo periodo.

Inoltre, la narrativa del “battle-tested” ha anche un risvolto controverso: gruppi per i diritti umani sottolineano come i territori palestinesi siano diventati un banco di prova per armi poi vendute globalmente. Nonostante ciò, molti governi guardano al risultato pratico – capacità militare comprovata – più che alle implicazioni etiche, aumentando la domanda di tali armamenti.

In definitiva, le tecnologie israeliane impiegate sul terreno hanno rafforzato le capacità difensive e offensive di chi le utilizza, incidendo sugli equilibri militari regionali. Allo stesso tempo, la loro diffusione cementa nuove alleanze (Israele-Golfo) e ridefinisce le dinamiche di potere in Medio Oriente, con implicazioni che vanno oltre la sfera militare e investono quella politico-diplomatica.

Dinamiche del mercato delle esportazioni di armi israeliane: destinazioni e concorrenza
Il settore degli armamenti israeliani è in forte crescita e si muove in un mercato globale altamente competitivo. Israele è oggi tra i primi 10 esportatori di armi al mondo, con vendite in rapida ascesa e una presenza rilevante in Asia, Europa e ora Medio Oriente:

Record di esportazioni: Nel 2023 le esportazioni militari israeliane hanno raggiunto il livello più alto di sempre, toccando i 13,07 miliardi di dollari.

È il terzo anno consecutivo di record (nel 2021 erano 11,3 mld, saliti a 12,5 mld nel 2022).

In soli cinque anni, il valore annuale delle commesse estere è più che raddoppiato (+65%). Questo boom è stato trainato da alcuni mega-contratti, come la vendita del sistema anti-missili balistici Arrow-3 alla Germania per 3,5 miliardi e del sistema David’s Sling alla Finlandia (345 milioni).

Nel 2023, oltre un terzo delle esportazioni (36%) ha riguardato sistemi missilistici, razzi e difese aeree – settore in forte crescita grazie a ordinativi come quello tedesco. L’anno precedente, il 2022, aveva visto i droni/UAV in cima (25% delle vendite totali), indice dell’interesse globale per le soluzioni unmanned israeliane.

La guerra in Ucraina ha indirettamente contribuito ad aumentare la domanda di armi israeliane, spingendo paesi europei a superare vecchie reticenze politiche pur di rafforzare i propri arsenali.

Principali acquirenti: Storicamente, l’Asia è il primo mercato per Israele.

L’India è da anni il maggiore cliente singolo, assorbendo circa il 37% delle forniture israeliane in volume (acquistando di tutto: da sistemi radar ad armamenti aria-terra, fino a missili come Barak-8 e missili anti-carro Spike). Al secondo posto vi è il Sud-Est Asiatico, con le Filippine che da sole rappresentano circa il 12% delle commesse (grazie a contratti per sistemi missilistici e difesa costiera).

Anche gli Stati Uniti importano alcune tecnologie israeliane (circa 8–9% delle esportazioni), principalmente componenti avanzati, sistemi anti-UAV e munizioni “specialistiche” – spesso per test o integrazioni con armamenti americani. In crescita anche l’Europa: paesi come Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Finlandia e altri hanno di recente ordinato sistemi israeliani (dai droni ai missili di difesa aerea), spinti dalle esigenze poste dall’aggressione russa in Ucraina. Un caso notevole è la Germania, che non acquistava grandi sistemi d’arma israeliani per motivi politici, ma ha cambiato approccio con l’Arrow-3 post 2022.

Nel Mediterraneo, Cipro e Grecia hanno comprato droni e, nel caso di Nicosia, anche carri armati Merkava di surplus. Infine, grazie agli Accordi di Abramo, Medio Oriente e Nord Africa sono un nuovo promettente bacino: nel solo 2022 i contratti con paesi accordisti (EAU, Bahrain, Marocco) hanno totalizzato circa **3 miliardi di $**.

Il Marocco ha acquistato droni, sistemi anti-drone e persino i succitati carri Merkava e obici, consolidando una partnership difensiva emergente con Israele. Anche il Bahrain collabora attivamente (ad es. ospitando esercitazioni navali congiunte e negoziando forniture radar/droni). Gli Emirati Arabi Uniti, come visto, sono destinatari di nuovi sistemi anti-aerei e potrebbero investire in altri comparti hi-tech israeliani.

Concorrenza internazionale: Sul mercato globale degli armamenti Israele deve confrontarsi con giganti tradizionali e nuovi competitori. Stati Uniti e Europa occidentale rimangono dominanti in molte categorie e spesso forniscono essi stessi Israele di piattaforme maggiori (aerei F-35, etc.), ma Israele ritaglia spazi grazie alla sua specializzazione in nicchie tecnologiche (droni, difesa antimissile, elettronica). Nei paesi del Golfo, la concorrenza più diretta viene dagli stessi fornitori occidentali già ben radicati: ad esempio, gli EAU e l’Arabia Saudita si affidano da tempo ai sistemi americani Patriot e THAAD per la difesa antimissile.

Tuttavia, i sistemi israeliani più compatti e battle-proven come Iron Dome o Barak offrono un complemento efficace a corto-medio raggio, spesso a costi operativi inferiori, guadagnando attenzione nonostante la presenza di Raytheon, Lockheed Martin, etc. Russia e Cina competono anch’esse su alcuni mercati – in particolare in Africa e Asia – proponendo armamenti a basso costo e senza condizioni politiche.

La Cina ha venduto droni armati Wing Loong e sistemi anti-drone ai sauditi e Emirati in anni recenti, proprio nei segmenti dove eccellono anche gli israeliani. La guerra in Ucraina ha permesso alla Russia di mettere in mostra (almeno in apparenza) l’efficacia delle proprie armi: a IDEX 2023, ad esempio, Rosoboronexport ha esibito equipaggiamenti “testati in un conflitto d’alta intensità” in Ucraina per attirare clienti mediorientali. Turchia è un altro rivale emergente di Israele in certi settori: i droni turchi Bayraktar TB2 e Anka hanno ottenuto notorietà globale dopo i successi in Libia, Azerbaigian e Ucraina, conquistando contratti in Africa e Gulf (ad esempio con il Qatar).

Ciò crea una sfida per l’industria israeliana, che in passato dominava il mercato UAV: nel Golfo, Emirati e Arabia hanno acquistato sia droni turchi sia israeliani, bilanciando le offerte. Israele cerca di mantenere il vantaggio puntando sull’innovazione continua (es. sviluppo di droni più autonomi, munizioni vaganti di nuova generazione, armi laser come Iron Beam) e sul marchio di affidabilità costruito in decenni di conflitti reali.

Come ha sottolineato il ministro della Difesa Yoav Gallant, il fatto che Israele sia riuscito a incrementare la cooperazione industriale e le esportazioni perfino durante un anno di guerra “riflette le capacità e la creatività delle nostre industrie”, impegnate a supportare prima la difesa nazionale e parallelamente a rafforzare i partner internazionali. In altre parole, Israele sta sfruttando la reputazione guadagnata sul campo per ritagliarsi una porzione crescente del mercato, pur dovendo gareggiare con colossi e attori emergenti degli armamenti.

La fiera IDEX di Abu Dhabi: partecipazione israeliana, prodotti esposti e marketing

IDEX (International Defence Exhibition & Conference) di Abu Dhabi è uno dei principali saloni mondiali della Difesa, e nell’edizione 2025 – in programma da oggi a venerdì – vede una presenza significativa dell’industria israeliana.

Dopo la normalizzazione dei rapporti, gli espositori israeliani hanno fatto il loro debutto ad IDEX 2021 con un padiglione nazionale, e da allora la partecipazione è in costante crescita. Nel 2025 si stima che oltre 30 aziende israeliane abbiano uno stand alla fiera di Abu Dhabi, pronte a mostrare i loro ultimi sistemi “combat-proven” al pubblico internazionale.

Principali aziende presenti: I giganti della difesa israeliana guidano la delegazione. Israel Aerospace Industries (IAI), Rafael Advanced Defense Systems ed Elbit Systems – che hanno tutti aperto filiali negli EAU – occupano stand prominenti, spesso all’interno del padiglione ufficiale curato da SIBAT (la Direzione per la cooperazione internazionale di difesa del Ministero della Difesa israeliano).

Oltre ai big, sono presenti società specializzate e startup innovative: ad esempio Israel Weapon Industries (IWI) con le armi leggere (fucili Tavor, Uzi Pro, ecc.), Meprolight con ottiche e visori notturni, Aeronautics/RAFAEL con droni tattici, Skylock (Avnon) con soluzioni anti-drone, e nuove realtà come High Lander e Heven Drones nei settori UAV avanzati.

La partecipazione israeliana copre dunque un ampio spettro, dalla difesa aerea strategica fino ai sistemi individuali per fanteria.

Prodotti di punta in vetrina: Molte delle tecnologie discusse in precedenza vengono attivamente promosse a IDEX.

Rafael, ad esempio, mette in mostra il sistema Iron Dome (in versione integrata per forze terrestri) e soprattutto il prototipo dell’Iron Beam, un sistema laser anti-missile di nuova generazione che ha destato curiosità in tutta la regione. Già nell’edizione 2023 Rafael aveva esposto un mock-up dell’Iron Beam, segnale dell’interesse ad esportarlo in futuro. IAI presenta il suo portafoglio di missili Barak e sistemi radar multifunzionali (derivati del Green Pine e dei nuovi AESA), oltre ai droni MALE come Heron TP e ai loitering munitions Harop/Harpy che attirano eserciti in cerca di capacità “kamikaze”.

Elbit Systems promuove i suoi UAV Hermes 900/450, i sistemi di guerra elettronica e difesa C-UAS, nonché veicoli senza pilota terrestri. Non mancano i mezzi corazzati: ad esempio, Rafael e l’industria israeliana dei veicoli blindati presentano la ultima generazione di carri Merkava Mk4 Barak (non in vendita, ma per mostrare tecnologie come Trophy APS e sistemi di tiro digitali che potrebbero essere applicati a mezzi alleati) e il vehicolo corazzato ATMOS di Elbit (un obice semovente su ruote) già fornito a Paesi asiatici.

Un Merkava MK4

 

Anche le piccole aziende portano innovazione: stand con droni quadrirotore armati, sistemi anti-sommossa (Israel riot control tech, ad esempio UAV per disperdere folle) e soluzioni cyber per la sicurezza nazionale completano la vetrina israeliana.

Strategie di marketing: La cifra distintiva dell’approccio israeliano a IDEX è l’enfasi sul concetto di “combat-proven”.

Sulle brochure e nelle presentazioni, molti prodotti vengono esplicitamente etichettati come testati sul campo in recenti conflitti. I rappresentanti sottolineano come tali sistemi siano stati affinati in situazioni reali, ad esempio: “questo radar ha guidato Iron Dome nell’intercettare migliaia di razzi in Israele” oppure “questo drone è attualmente impiegato operativamente dall’IDF”.

Questa strategia, se da un lato può suscitare critiche politiche, dall’altro è efficace nel mercato: i clienti percepiscono un valore aggiunto in equipaggiamenti che hanno già dato prova di affidabilità in guerra.

Un funzionario israeliano ha spiegato che le aziende vogliono “capitalizzare l’uso dei loro prodotti a Gaza e contro gli Houthi per sfondare nel mercato export, a partire dal Golfo”.

Di conseguenza, lo storytelling commerciale lega strettamente le performance belliche alle caratteristiche tecniche – un chiaro messaggio ai Paesi del Golfo che cercano soluzioni pronte all’uso contro minacce missilistiche e asimmetriche.

Un’altra leva di marketing è la cooperazione locale: le ditte israeliane mettono in evidenza le joint venture con partner emiratini.

Ad esempio, allo stand IAI/EDGE per i nuovi droni navali si presenta il progetto come frutto dell’ingegneria congiunta Israele-EAU, segno che l’acquirente non compra un prodotto “estraneo” ma una soluzione in parte sviluppata in casa propria. Ciò facilita l’accettazione politica e apre prospettive di trasferimento tecnologico, elemento spesso decisivo nelle gare d’appalto nella regione. Inoltre, la presenza allo stand di funzionari di alto livello – come generali riservisti israeliani o ex dirigenti militari – serve a rassicurare i visitatori VIP emiratini e di altri paesi sulle credenziali di chi c’è dietro ai prodotti.

Espansione del mercato: La vetrina di IDEX permette a Israele non solo di vendere agli Emirati, ma di raggiungere clienti di tutto il Medio Oriente, Asia e Africa che partecipano alla fiera.

Delegazioni militari e governative di decine di Paesi visitano gli stand israeliani.

In questo contesto, gli israeliani adottano un basso profilo diplomatico – spesso il branding nazionale è discreto – concentrandosi sul far parlare i prodotti. Contratti importanti possono scaturire dalla fiera: in passato, accordi con paesi come l’Azerbaigian e il Vietnam sono stati preparati in eventi espositivi.

Oggi l’obiettivo dichiarato è espandere il mercato nel Golfo (EAU, Bahrein e potenzialmente Arabia Saudita se dovesse anch’essa normalizzare i rapporti) e in Asia meridionale, offrendo soluzioni chiavi in mano contro droni, missili balistici e altre minacce emergenti. Le aziende israeliane competono anche sul servizio post-vendita – fondamentale in questa regione – assicurando training, manutenzione in loco (facilitata da hub come quello di IAI negli EAU) e aggiornamenti continui. Questo approccio integrato è parte della strategia per costruire fiducia e superare la concorrenza.

In conclusione, la presenza israeliana a IDEX Abu Dhabi 2025 evidenzia la saldatura tra esperienza bellica e promozione commerciale.

Le tecnologie sviluppate e testate nei conflitti di Israele oggi sono esposte sul palcoscenico internazionale con l’obiettivo di conquistare nuovi clienti. Gli Emirati e altri attori regionali, attratti dal connubio di innovazione e comprovata efficacia, stanno rispondendo con interesse concreto – trasformando ciò che una volta era un tabù (cooperare militarmente con Israele) in opportunità di mercato e alleanza strategica.

Questa dinamica riflette un nuovo capitolo geopolitico: Israele da “Start-Up Nation” diventa anche “Security Export Nation”, vendendo sicurezza e know-how militare ai partner di un Medio Oriente in evoluzione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *