Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
Per mesi abbiamo sentito la litania di catastrofisti, gufi e ogni sorta di uccello del malaugurio secondo cui a causa del rallentamento del PIL i conti pubblici italiani sarebbero finiti fuori controllo. Sono stati enfatizzati, ad arte o per ignoranza, dati sul PIL basati su statistiche destagionalizzate e corrette per il calendario che indicavano una crescita economica dello 0,5% nel 2024, la metà di quanto indicato a suo tempo dal governo.
È realistico ipotizzare, invece, che il PIL italiano sia aumentato lo scorso anno, in base ai dati grezzi ufficiali che saranno diffusi dall’Istat ad inizio marzo, come minimo dello 0,7%, forse perfino un po’ di più, grazie a un maggior numero di giorni lavorativi rispetto al 2023, addirittura quattro.
Non solo. La Banca d’Italia ha comunicato ieri che a dicembre 2024 il debito pubblico italiano è sceso a 2.966 miliardi, diminuendo di ben 38 miliardi rispetto a novembre, quando lo sforamento del livello dei 3.000 miliardi (una soglia ormai puramente psicologica in un mondo dove i debiti pubblici corrono all’impazzata, ben di più del nostro) fu commentato dai media nazionali come l’inizio di una catastrofe inevitabile. Vedremo ora invece quanto risalto sarà dato al calo di fine anno che riporta l’Italia a circa 350 miliardi di euro sotto il livello del debito pubblico francese, che a settembre ha superato quota 3.300 miliardi, mentre quello britannico, secondo le previsioni della Commissione europea, dovrebbe aver superato a fine 2024 i 3.380 miliardi di euro.
Il rapporto Tagliacarne, primato delle startup femminili al Sud
Primario positivo
Dunque, i conti pubblici italiani non sono per nulla fuori controllo, con un deficit in calo e un rapporto debito/PIL riportato ai livelli pre-pandemia. Infatti, l’Italia è oggi l’unico Paese del G-7 con un bilancio statale primario positivo. Significa che l’aumento del debito nazionale per decine di miliardi all’anno non dipende da una cattiva gestione delle finanze pubbliche, cioè da nuovo debito, ma esclusivamente dal pagamento degli interessi sul debito pregresso. Inoltre, il nostro rapporto debito/PIL chiuderà il 2024, nella peggiore delle ipotesi (cioè assumendo che il PIL 2024 a valori correnti sia lo stesso di quello dell’anno mobile terminante a settembre 2024), poco sopra il 136%, dunque appena sopra i livelli del 2019. L’Italia è cioè in una situazione ben diversa di quella di Paesi come Francia, Stati Uniti, Giappone o Regno Unito i cui debiti in rapporto al PIL sono attualmente di 13-17 punti superiori rispetto al 2019.
Previsioni
Ma il debito/PIL italiano, in una ipotesi intermedia, potrebbe anche fissarsi un punto percentuale sotto il 136%, cioè intorno al 135%, o addirittura, in una ipotesi ottimistica, restare invariato rispetto al livello del 2023, cioè sotto il 135%, se il PIL del quarto trimestre 2024, con due giorni lavorativi in più del terzo trimestre 2023 e con un po’ di inflazione, dovesse sorprendere tutti. Sarà comunque smentito clamorosamente, in ogni caso, il 139,7% previsto dalla agenzia Moody’s nel suo rapporto del 26 novembre scorso, quando affibbiò all’Italia uno striminzito rating Baa3 stabile (corrispondente in una pagella scolastica a un modestissimo 5 e mezzo: un voto assurdo se paragonato all’8,5 assegnato ad una Francia completamente allo sbando sul fronte politico e dei conti pubblici).
Dati Eurostat Campania, innovazione e talenti: la spinta della crescita
D’altronde, il mercato internazionale ha capito molto di più delle agenzie di rating che il debito pubblico dell’Italia, per quanto elevato, è solido e ben gestito. Sicché, rispetto a dicembre 2023, a novembre 2024 l’ammontare complessivo del debito del nostro Paese finanziato da investitori non residenti è salito in soli undici mesi di 147 miliardi, con una corsa all’acquisto dei titoli di Stato italiani che costituisce un innegabile segno di fiducia verso una economia resiliente e con i conti pubblici blindati da un Piano strutturale di bilancio che ha ottenuto i pieni voti dalla Commissione europea. Mentre le famiglie e le imprese italiane hanno ulteriormente incrementato i loro investimenti nel debito italiano di 41 miliardi. Contemporaneamente, nel corso del 2024 la quota di debito pubblico detenuto dalla Banca d’Italia è diminuita, collocandosi al 21,7% alla fine dell’anno (dal 24,2% al termine del 2023).
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link