In Italia, l’età della pensione è considerata quasi irraggiungibile, ma in pochi conoscono che ci sono opzioni per andarci prima del previsto.
Dopo anni di lavoro, la pensione è un traguardo non indifferente. Dopo aver fatto il proprio lavoro per anni, ci si può concedere un po’ di riposo e non solo, tanto tempo libero per godersi la famiglia e coltivare i propri hobby.
In pochi sanno che si può andare in pensione anche un po’ prima rispetto allo standard di 67 anni con 20 anni almeno di contributi versati. Si può arrivare alla pensione anche prima, scopriamo come.
Andare in pensione a 62 anni: in quali casi è possibile?
Per chi si avvicina alla pensione, ma perde il lavoro prima di aver maturato i requisiti contributivi necessari, la situazione può diventare complessa.
L’impossibilità di accedere immediatamente alla pensione e le difficoltà nel trovare un nuovo impiego possono rendere il periodo di transizione particolarmente difficile.
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Per fortuna però esistono diverse misure di sostegno economico che possono accompagnare i lavoratori fino al raggiungimento dell’età pensionabile, garantendo un reddito mensile e riducendo l’impatto della perdita dello stipendio.
Quando è possibile andare in pensione a 62 anni?
Attualmente, in Italia, per accedere alla pensione anticipata ordinaria è necessario aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Un’altra opzione è Quota 103, che consente il pensionamento con almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi.
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Chi perde il lavoro a 62 anni senza aver raggiunto questi requisiti non può accedere immediatamente alla pensione, ma può usufruire di una serie di strumenti per ricevere un’indennità economica fino a quando non maturerà il diritto alla pensione di vecchiaia, prevista a 67 anni di età.
Quali misure di sostegno sono disponibili?
Se si perde il lavoro, la prima misura da considerare è l’indennità di disoccupazione NASpI. Questa prestazione viene concessa a chi ha maturato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti la cessazione del rapporto di lavoro.
L’importo dell’assegno viene calcolato sulla base della retribuzione percepita negli ultimi 4 anni e può coprire fino ad un massimo di 1.562,82 euro al mese nel 2025.
La durata della NASpI è pari alla metà delle settimane contributive maturate negli ultimi 4 anni e prevede una riduzione progressiva del 3% a partire dall’ottava mensilità.
Per chi ha 62 anni e ha lavorato stabilmente negli anni precedenti, l’assegno di disoccupazione può garantire un sostegno economico per due anni, permettendo di arrivare a 64 anni.
L’APE Sociale come ponte verso la pensione
Una volta terminata la NASpI, chi ha 63 anni e 5 mesi di età può fare domanda per l’APE Sociale, un’indennità di accompagnamento alla pensione destinata a determinate categorie di lavoratori. Tra i beneficiari rientrano anche i disoccupati che hanno concluso il periodo di disoccupazione da almeno tre mesi.
L’importo dell’APE Sociale è pari alla pensione maturata fino a quel momento, ma non può superare 1.500 euro al mese. Questa misura permette quindi di ricevere un sostegno economico fino al raggiungimento dei 67 anni, età in cui sarà possibile accedere alla pensione di vecchiaia.
Per chi perde il lavoro a 62 anni senza aver raggiunto i requisiti contributivi per la pensione anticipata, il percorso prevede diverse fasi: prima la NASpI per due anni, poi, se rientra nei requisiti, l’APE Sociale fino ai 67 anni. Questo sistema di sostegno permette di avere un reddito continuativo, seppur ridotto rispetto allo stipendio, fino all’accesso alla pensione definitiva.
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