Elena Nencini
Sono 58 le città italiane che fanno parte dell’associazione Italiana Città della Ceramica (AiCC) nata negli anni Novanta per valorizzare e tutelare il patrimonio ceramico italiano, promuovendo scambi culturali, progetti di formazione e iniziative di promozione. Ultima ad aderire Sassuolo che dimostra l’importanza di fare rete oggi. Nadia Carboni, direttrice da un mese di AiCC, racconta di come l’associazione: «Con la sua rete di città, che si estende da nord a sud, rappresenta più del 90% della produzione di ceramica in Italia, con un indotto annuo di oltre 900 milioni di euro».
Carboni, perché Faenza è considerata città della ceramica?
«Faenza è un nome che, nel mondo della ceramica, è sinonimo di eccellenza. Basti pensare che il termine “faïence”, usato in molte lingue per indicare la maiolica, deriva proprio da questa città. Sin dal Rinascimento, Faenza è stata un centro di innovazione e sperimentazione, ma ancora oggi la città rappresenta un punto di riferimento per la ceramica contemporanea. A consolidare questa identità sono istituzioni culturali di grande rilievo, come il Museo Internazionale delle Ceramiche (MIC), il Museo Carlo Zauli, dedicato al celebre scultore e ceramista, o il Museo Tramonti, che racconta il percorso artistico di Domenico Tramonti, per citare alcuni esempi.
Accanto a queste istituzioni, Faenza vanta botteghe storiche che hanno attraversato i decenni mantenendo viva la tradizione ceramica. Un esempio iconico è la Bottega Gatti, fondata nel 1928, che ha collaborato con alcuni dei più grandi artisti del XX secolo, tra cui Alberto Burri, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Ettore Sottsass e Bertozzi & Casoni.
Il fascino di Faenza sta proprio in questa continuità tra passato e presente, dove l’eredità dei grandi maestri si intreccia con le nuove sperimentazioni artistiche, rendendo la città un laboratorio internazionale della ceramica».
Cosa si può fare per promuovere e valorizzare la ceramica artistica e artigianale della nostra regione?
«La ceramica non è solo un’eredità del passato, ma un settore con un grande potenziale per lo sviluppo economico e culturale di un territorio. Per valorizzarla, occorrerebbe agire su più livelli: è fondamentale coinvolgere i giovani, trasmettendo loro le competenze necessarie per innovare, senza perdere la qualità artigianale. Scuole specializzate, residenze artistiche e collaborazioni con università e accademie possono giocare un ruolo chiave. Ma bisogna anche saper raccontare meglio la ceramica, facendo conoscere il lavoro dei nostri maestri artigiani e il valore delle creazioni fatte a mano. L’utilizzo dei social media e delle piattaforme digitali in generale, la produzione di documentari, video pillole e/o podcast possono sicuramente amplificare questa narrazione. AiCC ha sviluppato negli anni una buona rete di partnership con istituzioni culturali in Europa e Asia, che andrà ulteriormente rafforzata, attraverso strumenti come le residenze d’artista e le esposizioni temporanee. Un esempio virtuoso realizzato negli anni passati dall’associazione è stato il progetto “Ritorno a Fuping”, una residenza d’artista in collaborazione con il Pottery Art Village di Fuping, in Cina, che ha coinvolto una cinquantina di ceramisti delle città associate all’AiCC. Questo progetto ha rafforzato il legame tra gli artigiani italiani e cinesi, culminando in mostre itineranti sia in Cina che in Italia. Oggi la ceramica può essere protagonista anche nell’architettura e nel design sostenibile. Sperimentare nuovi materiali e tecnologie permette di ampliare le applicazioni e raggiungere un pubblico più vasto, in particolare quello giovane particolarmente sensibile all’innovazione. Dal 2025 il rilascio del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) per i prodotti artigianali e industriali rafforza il legame tra ceramica e territorio, proteggendo il lavoro degli artigiani e offrendo un valore aggiunto sul mercato nazionale e internazionale. Attraverso il marchio IGP, la ceramica non viene solo riconosciuta come prodotto artistico, ma anche come patrimonio identitario, contribuendo alla valorizzazione economica e turistica delle città ceramiche».
Quali sono le iniziative per promuovere la ceramica, in particolare all’estero?
«Faenza ha una strategia ben strutturata per promuovere la sua ceramica oltre i confini nazionali, attraverso eventi, collaborazioni internazionali, mostre e programmi di scambio artistico. Cito alcuni esempi: Argillà Italia, il più grande festival internazionale della ceramica che si tiene ogni due anni proprio a Faenza, e che riunisce centinaia di ceramisti provenienti da tutto il mondo, galleristi, esperti e appassionati, creando un’occasione unica di scambio e promozione; la Biennale Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea: una vetrina internazionale che valorizza l’incontro tra tradizione e innovazione, ospitando artisti, designer e curatori di fama mondiale; Faenza è sede di prestigiosi programmi di residenza per artisti ceramisti: il Museo Carlo Zauli accoglie ogni anno giovani talenti internazionali che hanno l’opportunità di lavorare con materiali e tecniche locali, mentre altre iniziative sono realizzate in collaborazione con istituzioni europee e extraeuropee. Faenza e le sue botteghe artigiane sono inoltre presenti nei principali appuntamenti del settore. La città sta poi sviluppando percorsi che permettono ai visitatori di scoprire la ceramica in maniera immersiva, attraverso workshop nelle botteghe artigiane e visite guidate nei musei e nei centri di produzione. L’obiettivo è rafforzare sempre di più il ruolo di Faenza come capitale internazionale della ceramica».
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