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Omicidio Vassallo, si va verso il processo: «Carabiniere socio nell’acquisto della droga»

Dopo oltre quattordici anni dall’omicidio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica, la Procura di Salerno ha chiuso le indagini, portando a processo otto indagati, tra cui carabinieri, imprenditori e persone legate alla criminalità organizzata. L’inchiesta, riaperta negli ultimi anni sotto la guida del procuratore Giuseppe Borrelli, ha ricostruito il contesto, la fase preparatoria e le conseguenze dell’agguato che costò la vita all’amministratore cilentano.

Secondo quanto emerge dall’avviso di conclusione delle indagini, il movente dell’omicidio sarebbe legato alla volontà di Vassallo di denunciare il traffico di stupefacenti che, nell’estate del 2010, aveva individuato nella frazione turistica di Acciaroli. L’accusa della Procura conferma ufficialmente che la contestazione relativa al narcotraffico è un elemento centrale nel caso.

Gli indagati e le accuse

Otto persone sono state raggiunte dall’avviso di conclusione delle indagini, coordinato dal procuratore capo di Salerno, dall’aggiunto Luigi Alberto Cannavale e dai sostituti Elena Guarino e Daria Mafalda Cioncada. Tra i principali indagati spicca il nome del colonnello Fabio Cagnazzo, ex simbolo della lotta alla camorra nei primi anni Duemila, la cui posizione si è ulteriormente aggravata. A lui si aggiunge Giovanni Cafiero, parente di un noto narcotrafficante dell’area vesuviana.

Gli indagati per omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e delle finalità mafiose sono:

  • Fabio Cagnazzo, 55 anni, colonnello dei carabinieri;
  • Lazzaro Cioffi, 63 anni, brigadiere;
  • Giuseppe Cipriano, 57 anni, imprenditore del settore cinematografico;
  • Romolo Ridosso, 64 anni, affiliato al clan omonimo di Scafati.

Per il reato di associazione finalizzata al traffico di droga risultano indagati, oltre a Cagnazzo, Cioffi e Cipriano, anche:

  • Giovanni Cafiero, 46 anni, di Pompei;
  • I fratelli Domenico, Giovanni e Federico Palladino, imprenditori turistici di Pollica.

Il traffico di droga e il ruolo della criminalità organizzata

Le indagini hanno evidenziato l’esistenza di una rete criminale operante ad Acciaroli, dedita all’importazione, al trasporto e alla distribuzione di cocaina. Il gruppo avrebbe fatto capo a Raffaele Maurelli, narcotrafficante deceduto, che gestiva il traffico via mare utilizzando gommoni per il trasporto della droga fino al porto della località cilentana.

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Secondo la Procura, la droga veniva poi stoccata in un deposito a Torre Caleo prima di essere immessa sul mercato. Il colonnello Cagnazzo, assieme ai fratelli Palladino, avrebbe messo a disposizione il luogo per il deposito degli stupefacenti, garantendo protezione al traffico illecito.

L’omicidio e i depistaggi

Vassallo si era reso conto dello spaccio di cocaina nel suo territorio e aveva intenzione di denunciare tutto ai carabinieri di Agropoli. Per questo, secondo la Procura, fu deciso il suo assassinio, avvenuto la sera del 5 settembre 2010 con nove colpi di pistola calibro 9.

Cipriano, Ridosso e Cioffi avrebbero partecipato all’ideazione, pianificazione e organizzazione del delitto. In particolare, sarebbero stati effettuati sopralluoghi mirati per accertare l’assenza di telecamere nella zona dell’agguato.

Il colonnello Cagnazzo, oltre ad aver preso parte alla fase esecutiva del delitto, avrebbe orchestrato un depistaggio delle indagini, indirizzandole verso Bruno Humberto Damiani, detto il “brasiliano”, poi risultato estraneo ai fatti. Per rafforzare questa falsa pista, Cagnazzo avrebbe redatto un’annotazione in cui attribuiva a Damiani il coinvolgimento nel traffico di droga al porto di Acciaroli.

Le prossime mosse

Gli indagati avranno venti giorni per presentare memorie difensive o chiedere di essere ascoltati. Nel frattempo, il team legale ha già iniziato a lavorare alla strategia difensiva: tra gli avvocati coinvolti figurano Agostino De Caro (difensore dei fratelli Palladino), Giovanni Annunziata (per Cipriano), Michele Avino (per Ridosso), Giuseppe Stellato (per Cioffi) e Ilaria Criscuolo (per Cagnazzo).

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Dopo quasi tre lustri di attesa, la verità sull’omicidio di Angelo Vassallo sembra essere più vicina. La chiusura delle indagini segna un passaggio fondamentale per fare giustizia su un delitto che ha scosso il Cilento e l’Italia intera.

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