Costruzioni, il ridimensionamento dei bonus edilizi mette a rischio la stabilità del settore: «Rimodulare le aliquote per tutelare piccole imprese e famiglie» – Picus Online

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Lo scenario delineato dalla Legge di Bilancio 2025 e il netto taglio ai bonus edilizi come Superbonus e bonus facciate destano molta preoccupazione per le sorti del settore dell’edilizia, soprattutto in un territorio come il Piceno che, tra capoluogo e aree interne, ha assistito negli ultimi anni all’incessante proliferare di cantieri legati alla ricostruzione e alla riqualificazione edilizia, oggi fortemente in discussione per via del depotenziamento degli incentivi.

Una ricerca condotta a livello nazionale da CNA a fine 2024 su 800 famiglie italiane proprietarie di casa rivela che i nuclei familiari sono sempre più orientati a realizzare investimenti per la riqualificazione e l’efficientamento energetico delle proprie abitazioni. Tuttavia, la propensione agli interventi si rivela direttamente proporzionale alla portata e alla continuità dei bonus. Tra bonus casa, bonus facciate, ecobonus e superbonus, la spesa complessiva per interventi che hanno garantito un risparmio energetico è stata di 158 miliardi di euro, con un risparmio energetico di 30.000 Gwh all’anno.

In base a quanto emerso dall’indagine, con il sistema di incentivi in vigore fino a qualche mese fa 10 milioni di famiglie nel prossimo triennio avrebbero portato a termine un intervento di riqualificazione, cifra che, alla luce del ridimensionamento delle aliquote messo in atto dalla Legge di Bilancio, si andrà a ridurre di oltre 3,5 milioni intenzionati a rinunciare ai lavori.

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Una contrazione che equivale alla mancata attivazione di investimenti per un valore di 97,3 miliardi di euro e di oltre 2 milioni di posti di lavorocon effetti molto negativi per l’economia e l’ambiente anche nel Piceno.

Basti pensare alle 2.505 imprese attive in provincia nel settore delle costruzioni, che costituiscono il 13,4% delle attività imprenditoriali del Piceno. Un settore portante dell’economia locale, che tra il 2018 e il 2024 ha subito un calo di 359 unità, pari al 12,5%, in linea con il dato regionale (-12,7%) e con il calo demografico che da anni interessa il tessuto economico marchigiano e piceno. Tuttavia, nel corso del 2024 la diminuzione delle imprese edili attive ha subito un netto rallentamento, con un 0,4% in meno (dalle 2.515 attività del 2023 alle attuali 2.505) che è indice di una tenuta complessiva del comparto (nelle Marche il calo è pari al -2,4%) grazie anche a un sistema di bonus ora rimesso in discussione.

Per la CNA di Ascoli Piceno è indispensabile mantenere per almeno un triennio un assetto di bonus con percentuali tra il 50% (ristrutturazioni) e il 65% (efficientamento), in modo da non interrompere il percorso di riqualificazione e dare continuità a un comparto chiave per il rilancio del nostro territorio. Tenuto conto dei ritardi delle opere di messa in sicurezza, anche il sismabonus dovrebbe mantenere le percentuali in vigore fino al 2024.

Al di là di queste ipotesi immediate, sarà necessario procedere ad un riordino del sistema delle detrazioni fiscali attraverso un approccio più organico, volto in particolare a dare stabilità al mercato sia rispetto all’orizzonte temporale dei benefici fiscali che rispetto ai criteri che devono presiedere ai benefici stessi.

Nel frattempo, in un clima di incertezza generale, a pagare il prezzo più alto sono le piccole imprese edili in condizione di subappalto, costrette a fare i conti con tempi di pagamento progressivamente dilazionati da parte delle grandi imprese. Da una media di 30/40 giorni, si è passati ora a 60/65 giorni per la riscossione, con le piccole realtà imprenditoriali del territorio che, in condizioni di scoperto, fungono da banche per le grandi imprese committenti.

«Senza certezze, un comparto fin qui in grado di reggere l’urto della crisi rischia di tornare ai livelli pre-Superbonus – avverte Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli Piceno – Occorre ripensare il sistema degli incentivi in un’ottica di sostenibilità sia economica e ambientale. Sarà cruciale, in questo senso, salvaguardare le ambizioni di sostenibilità e innovazione che hanno caratterizzato gli ultimi anni rimodulando le aliquote in un arco temporale che consenta a imprese e famiglie di adeguarsi».



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