Fine vita Piemonte

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


“La Regione Toscana ha avuto il coraggio e la lungimiranza che tristemente mancano a chi governa il Piemonte. Normare il fine vita è una questione di civiltà e di umanità verso chi soffre. Auspichiamo che l’approvazione della legge toscana possa contribuire a riaprire un dibattito serio anche in Piemonte” dice Sarah Disabato, Capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, all’indomani dell’approvazione, da parte della Toscana, della legge sul fine vita.

La legge toscana prevede la contemporanea presenza di alcuni requisiti – quelli previsti dalla sentenza della Corte costituzionale del 2019 – per l’accesso al suicidio assistito: si deve essere in grado di prendere decisioni libere e consapevoli; si deve soffrire di una patologia irreversibile con sofferenze psicologiche o fisiche intollerabili; si deve formulare la propria richiesta in maniera libera, autonoma, chiara ed univoca. Inoltre, è necessario essere tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale. Davide Di Mauro, dell’associazione Luca Coscioni, parla a tal proposito di “vuoto normativo”, poiché in molti casi le condizioni non si verificano nello stesso momento. “Immaginiamo una persona affetta da SLA, o un malato oncologico terminale: nel momento in cui permane la capacità di intendere e di volere solitamente non si è ancora tenuti in vita da un trattamento di sostegno vitale, ma quando questo si rende necessario non è più possibile formulare una richiesta chiara ed univoca”.

Di Mauro ci racconta che già nell’agosto 2023 in Piemonte erano state raccolte e depositate 11.438 firme, raccolte in tutte le province. Il Piemonte si trovava così ad essere la quarta regione su diciassette ad intraprendere l’iter necessario per l’approvazione di una legge con proposta di iniziativa popolare. Le firme – provenienti da comuni cittadini di ogni estrazione politica, sociale e religiosa ma anche parlamentari, sindaci e consiglieri regionali – avevano poi passato il vaglio dell’ammissibilità tecnica e la commissione di controllo e garanzia del Consiglio regionale aveva espresso parere favorevole ritenendo la proposta materia di competenza del Consiglio regionale. La proposta era quindi passata alla presidenza del Consiglio regionale, che non aveva deliberato all’unanimità. Questo aveva reso necessario, a novembre 2023, il parere del Consiglio regionale sulla questione dell’ammissibilità della proposta: il responso era stato positivo. Nel gennaio 2024, era stata calendarizzata la discussione in Consiglio regionale e l’associazione Luca Coscioni aveva organizzato sit-in, conferenze stampa con personaggi quali Marco Cappato e Gustavo Zagrebelsky. Al momento della discussione in Consiglio regionale, a fine marzo 2024, il presidente del Consiglio regionale aveva però presentato una pregiudiziale di costituzionalità sulla proposta – “che non si applica, in realtà, sulle proposte di iniziativa popolare – spiega Di Mauro – sulla quale il Consiglio ha votato. Votando favorevolmente sulla pregiudiziale di costituzionalità, il Piemonte ha deciso di non decidere”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Oltre che dal mondo dell’associazionismo, anche dalla politica sono arrivate le prime dichiarazioni, con un plauso per l’iniziativa toscana e il rammarico di non poter dire lo stesso per la nostra regione. “Ci piacerebbe poter affrontare in Consiglio regionale discussioni costruttive, ancorché non di esclusiva competenza regionale, come quella del fine-vita proposta dai colleghi toscani, che hanno messo ordine in una normativa già esistente. E per questo a loro va il mio plauso. Qui, tuttavia, il contesto è molto diverso: abbiamo un problema di rapporti con una maggioranza che non fa lavorare l’aula sulla salute dei piemontesi, lasciando assente la nostra regione da un piano socio sanitario, illustrando progetti di ospedali che non sono finanziati, e discutendo di investimenti non sapendo a oggi quali siano le risorse a disposizione. Abbiamo un problema enorme sulle politiche per la salute mentale, i disturbi alimentari e la non autosufficienza. Insomma, siamo ancora molto molto indietro” afferma la presidente del gruppo regionale Partito democratico Gianna Pentenero.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *