Napoli, occupazioni abusive e il diktat del Comune: subito via i camorristi

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Subito via camorristi e pedofili dal patrimonio abitativo del Comune, ma anche gli abusivi che pur avendo la fedina penale pulita hanno occupato case «sottraendole al legittimo assegnatario». Come si farà a sgomberare pluripregiudicati e chi si è macchiato di reati contro bambini e donne? Cambiando le regole del gioco. Non più l’ordine cronologico come strumento guida, ma sei criteri ben circostanziati per mettere mano a una questione chiave anche per le casse del Comune che perde decine di milioni sui fitti passivi. La delibera è stata discussa in Commissione urbanistica alla vigilia – e non è un caso – dell’assegnazione di 60 alloggi in via Cupa Spinelli.

«Dove ci sono stati già tre tentativi di occupazione respinti» spiega la vicesindaca e assessora all’Urbanistica Laura Lieto. Con sintesi efficace è invece il Presidente della Commissione Massimo Pepe a spiegare l’importanza di questo provvedimento.

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«La delibera – racconta – è un grande passo in avanti rispetto al passato. Si supera un criterio poco uniforme e poco chiaro che è quello cronologico, che può lasciare spazio a interpretazioni e discrezionalità, con criteri chiari e puntuali a cui devono attenersi gli uffici. Abbiamo indicato le priorità che non lasciano più spazio a discrezionalità». La sostanza è che viste le migliaia di pratiche di sgombero gli uffici pescavano – nella migliore delle ipotesi – nel mazzo delle pratiche alla cieca, quasi fosse un sorteggio. Tuttavia, il meccanismo negli ultimi 4 lustri si è prestato a critiche e osservazioni e soprattutto a indagini continue della Polizia giudiziaria, della Magistratura e della Corte dei Conti oltre che dalla stessa Polizia municipale.

I clan della camorra nelle case popolari hanno costruito fortini e ricchezze fino a sostituirsi alla legge anche nelle assegnazioni. E per la politica la “casa” è sempre stata un grimaldello infallibile per prendere voti. In questo contesto la delibera è sbarcata in Commissione e presto arriverà in giunta, a quel punto la parola passerà al Consiglio comunale. Il dibattito sviluppatosi in Commissione ha visto contrario al nuovo regolamento per gli sgomberi il solo Rosario Andreozzi di Sinistra italiana. Il Consigliere comunale chiede maggior tutele «per gli sfrattati, un’amministrazione di centrosinistra deve prendersi in carico queste famiglie che escono dalle case». Vale la pena ricordare al riguardo che il fitto medio per alloggio di Edilizia pubblica residenziale è tra i 45 e i 65 euro al mese.

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Del resto il Comune con questo regolamento mette un punto fermo sul pianeta sgomberi e vede la possibilità di riassegnare quelle case che verranno sgomberate «a chi legittimamente sta in una graduatoria, sono 8500 le famiglie napoletane e aspetta da anni di avere una casa popolare. Anche li ci sono famiglie con “casi particolari”, ma se si va avanti con i “casi” la graduatoria non verrà mai smaltita e anche questa è una grande ingiustizia» la stoccata del capogruppo Pd Gennaro Acampora. Prima di approfondire vale la pena ricordare che su circa 23mila alloggi Erp almeno per 6000 ci sono già istruttorie che potrebbero far partire gli sfratti. Il primo criterio – che come gli altri definisce l’ordine con cui fare gli sgomberi – riguarda i nuclei familiari in cui sono presenti «persone che hanno commessi reati» giova ricordarli associazione a delinquere, pedofilia, violenza di genere e via dicendo.

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Il secondo riguarda chi ha occupato abusivamente «sottraendo il dritto al legittimo assegnatario» sono «i custodi che occupano edifici scolastici oggetto di lavoro con fondi Pnrr». Gli altri criteri hanno tutti in comune la questione del canone non pagato, cioè la morosità. Tocca all’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta chiarire bene l’azione del Municipio retto dal sindaco Gaetano Manfredi. «Sui tempi di realizzazione degli sgomberi – spiega – la priorità dell’Amministrazione è dare seguito a quelli che rientrano nei primi tre criteri. Un’operazione che, allo stato, richiederà almeno due anni, temo che ci darà la possibilità di portare a termine nel frattempo una ulteriore delibera per la definizione dei “Piani di Rientro” per morosità». I, Comune è in gradi di fare massimo tre sfratti a settimani su una massa di 6000 posizioni. Anxhe per l’assessore alla Legalità Antonio De Iesu «l’importanza di avere criteri chiari signifuca garantire sicurezza e prevedibilità nell’operato degli uffici».

Singolare è la difesa a oltranza di chi viene «sgomberato perché non ha più i requisiti per abitare una casa popolare». Perché la perdita dei requisiti è legata al reddito Isee. Che significa che l’occupante l’abitazione aveva un titolo valido ma che ora il suo Isee è cresciuto e non è più compatibile con i criteri di assegnazione delle case Erp. «È una questione di giustizia sociale».





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