ecco perché sta diventando il primo “green lake” al mondo

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Reportage di Moveo da uno degli specchi lacustri più famosi in assoluto, che da qualche anno ha iniziato un percorso per diventare un lago dove la mobilità elettrica sia, passo dopo passo, l’unica alternativa. Dalla gara di E1 alle imbarcazioni taxi, ecco le iniziative che stanno caratterizzando lo sviluppo di quest’ambizione verso una prospettiva concreta

L’estasi dell’armonia naturale, lo scenario da romanzo (citato anche ne “I Promessi Sposi”), le ville antiche enormi e prestigiose oasi di relax e oggi dimora abituale di vip del calibro di George Clooney o Robert Pattinson. Non ha bisogno di presentazioni il Lago di Como, nominato addirittura miglior lago al mondo da Huffington Post nel 2013 pensando alle sue bellezze e all’accoglienza per i visitatori. Ma quello che in pochi sanno è che oggi le imbarcazioni elettriche del lago di Como lo rendono un esempio mondiale di sostenibilità. Non si tratta di esperimenti scollegati ma di un sistema territoriale che sta andando in una direzione green, verso uno scopo chiaro. Come spiega Mario Della Torre, vicesindaco e assessore al marketing territoriale di Cernobbio:

«La visione c’è: non sarà realizzato in breve tempo, ma il progetto della mobilità elettrica sul lago è ormai una prospettiva concreta»

Vista del Lago di Como – Credits: G. Schinaia per Moveo

Perché un lago elettrico? Per tanti motivi: preservare gli ecosistemi e la salubrità del luogo, fare del lago un modello di transizione energetica, restituire il senso di pace originario dello spazio lacustre, liberandolo dal rombo dei motori fuoribordo. Non è poco dato che come scriveva Mark Twain, un altro celebre frequentatore di queste zone: “All’imbrunire si può quasi credere che in nessun altro luogo che il Lago di Como si possa trovare un simile paradiso di quieto riposo”. Un lago quieto ma mai domo, come dimostra l’E1 Lake Como GP, il primo campionato al mondo di imbarcazioni da regata completamente elettriche, che la scorsa estate ha celebrato una tappa sul Lago di Como  e tornerà durante la prossima. «Ora quando si parla di elettrico sul nostro lago tutti pensano all’E1 ma grazie al cantiere di Ernesto Riva già da qualche anno si costruiscono sulle nostre sponde barche in legno a propulsione totalmente elettrica: sono le vaporine, che trasportano fino a 10 persone come servizio taxi per gli ospiti degli alberghi», spiega il vicesindaco di Cernobbio. E’ proprio da un cantiere storico sul rive del Lario – com’è chiamato questo lago da chi lo conosce – che inizia il nostro viaggio alla scoperta della transizione energetica di questo splendido specchio lacustre, incorniciato da giganti di terra e neve.

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Vista del Lago di Como – Credits: G. Schinaia per Moveo

Le prime barche elettriche sul Lario

Le radici innestate da Alessandro Volta, inventore del primo generatore elettrico in assoluto (la pila) e autoctono di queste zone, si ritrovano nel grande interesse di stakeholder pubblici e privati verso il mondo della mobilità sostenibile, alimentata da energia elettrica. «Il nostro percorso – spiega Dalla Torre – passa dall’inventiva coraggiosa di Daniele Riva. Lui ha iniziato a collaborare con aziende anche straniere per costruire batterie adatte alle esigenze di una navigazione elettrica su uno spazio lacustre. Adesso ci sono le ricariche rapide, ma mancano le infrastrutture di ricarica pubblica e portare ad esempio l’energia elettrica in riva al lago non è facile. In ogni caso, è un sistema che è partito. Ed è partito da quella ditta». Il vicesindaco di Cernobbio si riferisce al Cantiere Ernesto Riva. Quest’ultima è l’azienda che insieme a Villa D’Este ha creato l’Electric Yachting: un’iniziativa che dopo 4 edizioni ha concorso a portare sul Lario la prima edizione dell’E1 Series. Un grande appuntamento sul tema dell’elettrico sul lago, partito da un’iniziativa di un cantiere storico:

«Otto generazioni di questo cantiere sul lago di Como, legate in modo virale al territorio»

spiega a Moveo il titolare Daniele, erede della ditta di famiglia e innovatore per passione.

Barca in costruzione nel Cantiere Ernesto Riva – Credits: G. Schinaia per Moveo

Sguardo diretto, mente da imprenditore illuminato e mani indurite dal lavoro manuale in cantiere: come funziona da queste parti, parole misurate e gentilezza nei modi. «La mia intuizione nasceva da dove stava andando il mondo. L’idea era di fare qualcosa che andasse oltre quello che c’era: con un bando della Regione Lombardia siamo partiti nel 2016 con un progetto per costruire una prima barca elettrica».

Barca in costruzione nel Cantiere Ernesto Riva – Credits: G. Schinaia per Moveo

In origine si prendeva il motore elettrico e si applicava sulla barca: Daniele Riva è il primo che si cura di mettere insieme best practices altisonanti, come quelle che arrivano ad esempio dall’imbarcazione di Lunarossa, con la sapiente artigianalità lariana:

«Abbiamo pensato al motore e un design che non fosse classico, una carena pensata e disegnata per l’elettrico, i materiali e il legno che viene da foreste certificate, l’uso di resine basate sulla soia, il timone in carbonio. Sono state sperimentazioni che ci hanno portati a diventare un luogo di ricerca e sviluppo per l’imbarcazione elettrica lacustre».

Motore elettrico di un’imbarcazione nel Cantiere Ernesto Riva – Credits: G. Schinaia per Moveo

Il motore elettrico pesa molto meno (80 kg) rispetto ad uno termico (250 kg). Il lavoro fatto dal cantiere è stato incentrato sulla riduzione dei pesi creando componenti su misura. Anche la forma è stata pensata per ottenere uno scafo che galleggi in modo migliore rispetto ad altre barche.

Imbarcazione elettrica nel Cantiere Ernesto Riva - Credits: G. Schinaia per Moveo
Imbarcazione elettrica nel Cantiere Ernesto Riva – Credits: G. Schinaia per Moveo

Ad esempio la barca bianca del Cantiere Riva, qui sopra mostrata, ha uno scheletro con delle paratie disegnate al computer da cui viene creata una struttura in legno massello. «Per ridurre i pesi – spiega Tommaso Lorenzini – facciamo un doppio strato in legno di cedro, che ha un peso specifico basso ma fornisce comunque una struttura alla forma dello scafo. Quest’ultimo può essere poi rivestito con un fasciato di mogano oppure verniciata in bianco come in questo caso».

Scafo in lavorazione - Credits: Cantiere Ernesto Riva
Scafo in lavorazione – Credits: Cantiere Ernesto Riva

Quando sono partiti i primi esperimenti le imbarcazioni si muovevano a velocità ridottissime, non oltre 3 nodi. La svolta è stata rendere davvero funzionali i mezzi elettrici ad una navigazione quotidiana e ordinaria. Nel 2018, Daniele Riva ha ricevuto, alla presenza del Principe Alberto di Monaco, lo UIM Special Award for Sustainable Development per la sua barca elettrica “Ernesto”. Unica nel suo genere grazie alle linee disegnate dall’architetto Germán Mani Frers e all’eleganza del legno lavorato a mano dalla tradizione dei Riva. «Siamo una piccola azienda famigliare con un cantiere e una società che fa anche servizi sul lago: per questo abbiamo pensato ad una barca che facesse un servizio di trasporto pubblico. Volevamo fare una barca per l’hoteleria e lì è stato un successo: ci ha permesso di fare partnership con alberghi», spiega il titolare del Cantiere.

Modello VE electric 1194 Bluepassion – Credits: Cantiere Ernesto Riva

L’esperienza quotidiana di una sorta di servizio taxi ha permesso di migliorare costantemente il veicolo, che oggi conta più di mille ore di navigazione. Il vantaggio economico dato dalla transizione all’elettrico, secondo Daniele Riva, è evidente:

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«Mille ore di navigazione richiedono circa 15mila litri di gasolio: 36mila euro di rifornimento, quasi sei volte tanto il costo di 5600 euro di ricarica elettrica che ha anche zero impatto ambientale (né acustico, né di esaustivi nell’acqua)»

Continua Riva: «Se i Comuni si strutturassero con delle marine che consentono la ricarica, in venti minuti si riuscirebbe a fare il pieno, tra un servizio e l’altro. Certo, servono infrastrutture pubbliche di ricarica. In ogni caso, l’E1 è stata d’esempio». La grande kermesse sportiva lacustre ha infatti reso evidenti le ambizioni del Lario per diventare uno dei primi – se non proprio il primo in assoluto – “lago elettrico” del mondo.

E1: la Formula 1 elettrica delle barche sul lago di Como

Ad agosto scorso i comaschi hanno potuto veder sfrecciare sul Lario imbarcazioni elettriche in acqua lacustre guidate da il Principe di Bel Air, al secolo Will Smith, e il Toro del tennis, il grande Rafa Nadal.

Rafa Nadal e Will Smith all'E1 Series sul Lago di Como nel 2024 - Credits: Villa D'Este
Rafa Nadal e Will Smith all’E1 Series sul Lago di Como nel 2024 – Credits: Villa D’Este

E’ il grande circo dell’E1 Series, che come la Formula 1 o meglio la Formula E, è una competizione tra veicoli elettrici. Il luogo è l’iconico hotel di lusso Villa d’Este, l’occasione è stata il Campionato mondiale UIM E1: la prima competizione di imbarcazioni da regata completamente elettriche.

E1 Series sul Lago di Como nel 2024 - Credits: Villa D'Este
E1 Series sul Lago di Como nel 2024 – Credits: Villa D’Este

L’evento sul Lario si è inserito all’interno del calendario del campionato che aveva già visto delle gare svolgersi a Jeddah, Venezia, Puerto Banùs e Monaco: anche nel 2025 la kermesse farà tappa nuovamente sul lago di Como. Dieci squadre e venti piloti si sfidano in circuiti stretti e tecnici al volante dei motoscafi elettrici. Secondo Della Torre, «è stato uno stimolo che ha accelerato la transizione energetica di tutto ciò che opera nel lago»: ecco in che modo.

Imbarcazione dell'E1 Series sul Lago di Como nel 2024 - Credits: Villa D'Este
Imbarcazione dell’E1 Series sul Lago di Como nel 2024 – Credits: Villa D’Este

Rendere il Lago di Como sempre più “elettrico”

«La nostra idea è di allargare al territorio quella che è l’esperienza dell’E1. La richiesta che abbiamo fatto è di creare un evento collaterale a questa kermesse sportiva, tramite la Fondazione Volta e le università». D’altro canto, segue il vicesindaco Della Torre, bisogna realizzare più colonnine elettriche pubbliche, che si aggiungano alle numerose private che sono state installate sulle sponde da operatori singoli:

«Intendiamo costruire 4 o 5 pontili sul lago di Como con la ricarica elettrica. Parallelamente vogliamo incentivare la navigazione sul lago di Como, in termini di trasporto pubblico elettrico: quest’anno è già in programma l’adozione di un ibrido sperimentale nella navigazione pubblica, ma l’orizzonte finale rimane sempre l’elettrico»

Imbarcazione elettrica sul Lago di Como - Credits: Cantiere Ernesto Riva
Imbarcazione elettrica sul Lago di Como – Credits: Cantiere Ernesto Riva

Dal 2022 il lago di Como usa le imbarcazioni elettriche anche per i trasporti comuni. Gli enti che partecipano a questa sperimentazione che per quantità e tipologia è una delle prime al mondo sono i comuni di Tremezzina, Bellagio, Cernobbio, Menaggio e Varenna. «Pensate che da Cernobbio in 12 minuti esatti con il taxi sul lago si arriva al centro di Como: non fa mai tardi, comodissimo, quasi una crociera rispetto ad andare in macchina che è fonte di stress. Ma la gente ancora non si è calata in questa dimensione di viaggio. E pensare che l’abbonamento annuale costa solo 200 euro, anche se per adesso lo usano sempre i turisti. Il tema è cercare di sviluppare la mobilità sul lago anche per chi vive intorno alle sue sponde», spiega ancora il vicesindaco.

Imbarcazione elettrica sul Lago di Como - Credits: Cantiere Ernesto Riva
Imbarcazione elettrica sul Lago di Como – Credits: Cantiere Ernesto Riva

Dato che l’ottica è la sostenibilità, sono sotto osservazione le potenziali problematiche di impatto ambientale. Innanzitutto il livello delle acque del Lario, dato che in particolare lo sfruttamento idrico per motivi agricoli tramite un sistema di dighe crea problemi alla navigazione e alle sponde. Segue la pesca: «Il pesce sta sparendo, perché le acque sono sempre più pulite e il pesce non trova da mangiare come prima. Inoltre, sono aumentati i pescatori perché c’è più richiesta di ristorazione. E poi il numero di barche, sempre di più a causa della richiesta turistica o privata», continua Dalla Torre. Per affrontare la questione si sta pensando alla realizzazione di aree dove interdire la navigazione ad alcune tipe di barche: qualcosa di simile a quanto è accaduto con l’ordinanza del sindaco di Lario, che ha impedito la navigazione davanti alla villa Oleandra di George Clooney, oberata da curiosi e paparazzi.

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Imbarcazioni ormeggiate sul Lago di Como - Credits: Cantiere Ernesto Riva
Imbarcazioni ormeggiate sul Lago di Como – Credits: Cantiere Ernesto Riva

Recuperare lo spirito e le sensazioni di un lago che nasce per essere un rifugio paradisiaco è la prima priorità della comunità che lo vive: a tal fine, la transizione verso una mobilità elettrica lacustre è il principale strumento che si sta applicando sul lago di Como.

Articolo Modificato Il:28 Gennaio 2025



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