Torino, la città dell’auto che non fa più auto: Stellantis smantella, la politica applaude

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Torino, un tempo cuore pulsante dell’industria automobilistica italiana, oggi si ritrova ostaggio di un dibattito surreale, tra promesse di rilancio e il continuo smantellamento della sua identità industriale. Il Consiglio regionale del Piemonte ha provato a discutere la crisi dell’automotive, ma l’unica certezza emersa è che Stellantis decide e Torino subisce. Parole di speranza, numeri gonfiati, propaganda politica e accuse incrociate: uno spettacolo patetico dove ognuno cerca di salvare la faccia mentre la città affonda.

Chiara Appendino non ha usato mezzi termini: “Elkann ha annunciato miliardi di investimenti, ma per gli Stati Uniti. Dopo aver donato un milione di euro a Trump, ora si preoccupa dell’occupazione americana, mentre in Italia assistiamo a un lento smantellamento”. Una sintesi perfetta di una strategia che lascia Torino a bocca asciutta, mentre Mirafiori diventa un simbolo del declino. Giorgio Airaudo rincara la dose: “Non siamo più la città dell’auto. Qui si produce più Cassa Integrazione che automobili!”. A Torino non si costruisce un futuro, si distribuiscono assegni di sopravvivenza.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Nel tentativo di placare le polemiche, Stellantis si presenta con Giuseppe Manca e Antonella Bruno, ma i loro interventi sanno più di fumo negli occhi che di risposte concrete. Manca annuncia l’assunzione di 100 ingegneri under 35 a Mirafiori, ma qualcuno dovrebbe spiegargli che cento giovani tecnici non bastano a salvare una città dove migliaia di operai sono appesi agli ammortizzatori sociali. Bruno invece si arrampica sugli specchi: “Mirafiori è un polo vivo”, garantisce, parlando di 500 ibride e della nuova generazione della 500 elettrica… nel 2032. Un orizzonte temporale che suona come un insulto per chi da anni vede la produzione crollare.

Giorgio Airaudo

Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, prova a vendere ottimismo: “Si è finalmente invertita la tendenza”. Ma a guardare i numeri, viene da chiedersi quale tendenza abbia in mente. Nel 2024 si sono prodotte poco più di 30.000 auto, con la promessa di arrivare a 140.000 grazie alla 500 ibrida. Un numero che sembra più un pio desiderio che una certezza. “Con Stellantis dobbiamo costruire un rapporto di fiducia, ma siamo pronti ad accogliere anche altri produttori”, aggiunge Cirio. Il sottotesto è chiaro: Torino è alla mercé di chiunque voglia (forse) investire.

L’opposizione attacca, e il PD non risparmia critiche. Gianna Pentenero e Domenico Rossi accusano il governo di disinteresse: “Il Piemonte non è una priorità per Roma: a questo Consiglio regionale aperto sono stati mandati esponenti di secondo piano”. Ma anche la Giunta Cirio viene demolita: “Dimentica completamente il tema dell’energia. Senza defiscalizzazioni e incentivi per la produzione da fonti alternative, il Piemonte resterà indietro”.

Nel teatrino politico, c’è anche chi cerca di difendere l’indifendibile. Daniela Cameroni di Fratelli d’Italia elogia l’accordo con Stellantis parlando di un “cambio di passo concreto”. Roberto Rosso di Forza Italia si vanta di aver riportato Stellantis a guardare a Torino, mentre Sarah Disabato (M5S) smaschera il grande bluff del fondo da 20 milioni per la cassa integrazione: “Una boccata d’ossigeno, ma non strutturale”. A sentire Alberto Gusmeroli della Lega, il problema non è la crisi industriale, ma il dogmatismo ecologista: “Non esiste solo l’elettrico, serve un mix con bio-carburanti, carburanti sintetici e idrogeno”. La destra sembra avere una sola preoccupazione: demolire il Green Deal, più che salvare i posti di lavoro.

Mentre i politici litigano, i lavoratori restano sospesi tra illusioni e assegni di disoccupazione. Giorgio Airaudoavverte: “Abbiamo bisogno di ricostruire una presenza industriale. Stellantis è un interlocutore, ma dobbiamo capire se ce ne sono altri”. Il problema è che nessuno sta cercando questi fantomatici altri, perché Torino non è più una città con un piano, ma un cimitero industriale che sopravvive a suon di slogan. L’unica certezza è che Stellantis fa il bello e il cattivo tempo, mentre la politica, come sempre, si limita a prendere atto.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *