La settimana politica è già calda – giusto per citare alcuni dossier (pesanti) sul tavolo: la mozione di sfiducia della ministra Santanchè, ancora il caso Almasri, la questione della presidenza Rai, la nebbia che aleggia sulla Consulta – e nel calderone delle questioni che il governo deve tornare a considerare c’è anche quella del fisco su cui gli spunti sono tanti, ma gli accordi sono pochi. A fare capolino sul tema ritroviamo Matteo Salvini, che ha rilanciato negli ultimi giorni la proposta di una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, permettendo ai contribuenti di rateizzare i pagamenti su dieci anni senza sanzioni. Secondo il leader della Lega, questa misura rappresenterebbe una “pace fiscale” necessaria per milioni di italiani che non riescono a saldare i debiti con il Fisco e la questione verrebbe risolta con 120 rate mensili, tutte uguali, senza pagare aggio, interessi e sanzioni. La rottamazione delle cartelle esattoriali rappresenta il cavallo di battaglia del Carroccio e addirittura il vicepremier Salvini la reputa una “emergenza nazionale” tanto che è stata posta al primo punto dell’ordine del giorno del Consiglio federale della Lega convocato per mercoledì. E la maggioranza sta discutendo sul tema: Forza Italia è favorevole alla rottamazione delle cartelle con una lunga rateizzazione anche se “è prioritaria anche la riduzione dell’Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 60 mila euro”, ha detto Maurizio Gasparri. Dossier a cui tiene anche FdI. L’idea è quella di combinare la cosiddetta pace fiscale con interventi fiscali più ampi sulla tassazione, al fine di favorire la crescita economica e il rilancio dei consumi. E anche il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha ribadito ieri che Fratelli d’Italia “non è contrario” a questa “misura importante”, ma c’è “solo” un problema di risorse – invitando ad attendere la fine del lavoro della Commissione ad hoc con un occhio alle osservazioni della Ragioneria dello Stato – e rimarcando quel taglio del cuneo fiscale che inciderebbe positivamente sul ceto medio. C’è da essere cauti sì sui fondi, ma anche sulle priorità che, tra i banchi della maggioranza sono, appunto diverse. Tutti sono d’accordo su tutto, o quasi: anche sulla tassazione sugli extraprofitti di banche e grandi imprese la Lega guida, per recuperare risorse da destinare al taglio delle tasse, mentre Forza Italia ha espresso forti riserve, temendo ripercussioni negative sul settore bancari. Fratelli d’Italia, seppur sostenendo la posizione del Carroccio, manifesta ancora cautela sulle modalità di applicazione della misura. “Prudenza” sembra per ora essere il mantra di Giorgia Meloni, che non esclude interventi fiscale, ma sempre guardando alla bilancia del piatto con i fondi disponibili. La sfida è complessa: trovare un compromesso che concili le esigenze di “risorse” con le promesse fatte agli elettori, ma anche cercare di non mettere alla prova la tenuta della coalizione.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link