Società agraria di Lombardia, al via il 164° – RisoItaliano

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Nel pomeriggio di venerdì 7 febbraio 2025 presso l’Aula Maggiore della Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università degli Studi di Milano si è svolta la cerimonia di inaugurazione del 164° Anno accademico e culturale della Società Agraria di Lombardia (SAL), sodalizio scientifico agrario che vanta una lunghissima tradizione nel campo della promozione della ricerca e dell’innovazione nel settore agricolo.

L’INTERVENTO INIZIALE DI FLAVIO BAROZZI PER LA SOCIETA’ AGRARIA DI LOMBARDIA

Le Accademie Scientifiche Agrarie in analogia con le Accademie Scientifiche nate in Europa fra XVIII e XIX secolo sono sorte con lo scopo di creare ponti fra mondo scientifico, imprenditori agricoli e opinione
pubblica.

Esemplare è il caso della Società slesiano-morava per lo sviluppo dell’agricoltura che ebbe fra i soci più attivi Mendel, padre della genetica. Nello specifico la SAL nacque dall’iniziativa di un comitato di studiosi, tecnici ed imprenditori nel 1861, a unità d’Italia da poco raggiunta, e si distinse subito per le originali iniziative adottate, fra cui spicca quella di promuovere la costituzione della Scuola Superiore di Agricoltura di Milano, da cui nel XX secolo nascerà la Facoltà di Agraria di Milano. Tali temi sono stati sottolineati nell’intervento di apertura dei lavori dal Presidente Flavio Barozzi che ha altresì descritto le attività di ricerca e divulgazione condotte dalla SAL nel 2024 offrendo anche i lineamenti di quanto sarà svolto nel 2025.

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SCIENZE AGRARIE COME PROMOTRICI

E’ seguito l’intervento del Presidente di UNASA (Unione Nazionale delle Accademie di Scienze Agrarie) prof. Pietro Piccarolo che ha ricordato il ruolo delle Accademie Scientifiche Agrarie come promotrici dell’innovazione nel settore primario, oggi focalizzata in specie sul tema delle “tecniche di evoluzione assistita” (TEA), e di un sano rapporto fra agricoltura e cittadino consumatore. Il prof. Riccardo Guidetti, direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali (DISAA) che ha ospitato l’evento, ha richiamato il legame storico fra SAL e Università consolidatosi negli oltre 150 anni di vita della Società e della Facoltà di Agraria, nata come Scuola Superiore di Agricoltura nel 1871 sotto la direzione del prof. Gaetano Cantoni.

LECTIO MAGISTRALIS DI DARIO FRISIO PER LA SOCIETA’ AGRARIA DI LOMBARDIA

Evento centrale della giornata è stata la lectio magistralis del professor Dario Frisio, ordinario di Economia Agraria all’Università degli Studi di Milano e Presidente della Sezione Nord-Ovest dell’Accademia dei Georgofili, il quale ha trattato il tema “Scelte gestionali e rischio in agricoltura”, un aspetto cruciale per un’attività che agli elementi di incertezza propri di tutte le attività economiche (incertezze sugli andamenti dei mercati, sulle scelte politiche in tema di innovazione, sul credito agrario, ecc.) associa l’incertezza legata all’andamento meteo-climatico, fattosi in annate più recenti ostile, e che condiziona i risultati produttivi delle diverse colture in atto sul nostro territorio.

Il prof. Frisio, facendo richiamo ad un suo recente editoriale per “Informatore Agrario”, ha sottolineato l’essenzialità di supporti di base come la ricerca e le statistiche agrarie
nazionali, la cui qualità meriterebbe un deciso miglioramento. Frisio ha altresì richiamato i rischi derivanti da scelte politico-normative e da vincoli burocratici che condizionano le imprese agricole e la necessità di un associazionismo fra i produttori che promuova un più favorevole rapporto con il mercato.
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SERVE APPROCCIO PER COMPRENSORI

Il dibattito seguito all’apprezzatissimo intervento del prof. Frisio è stato aperto dal professor Tommaso Maggiore che ha sottolineato la necessità di comprendere più a fondo l’evoluzione dell’attività agricola alla
luce dei cambiamenti epocali in atto e delle auspicabili innovazioni tecnologiche in sede di gestione delle colture. Maggiore ha anche sottolineato l’importanza di promuovere con adeguati incentivi un’evoluzione che porti sempre più verso soluzioni territoriali, ad esempio in sede di gestione dei reflui zootecnici o in sede di gestione delle filiere di approvvigionamento dei foraggi. Un ulteriore esempio citato da Maggiore ha riguardato la necessità di valorizzare le rotazioni agrarie e più nello specifico la coltura dell’erba medica, con politiche che favoriscano l’innovazione tecnologica e la corretta gestione agronomica di una coltura tanto importate per le nostre rotazioni.

Il professor Giuseppe Bertoni ha dal canto suo evidenziato l’importanza dell’innovazione tecnologica a base scientifica in agricoltura e la necessità di contrastare sul piano scientifico e culturale le correnti di pensiero fondate su un ambientalismo ideologico, che vanno purtroppo diffondendosi nell’opinione pubblica, nella politica e nei media.

AGRICOLTURA CIRCOLARE GRAZIE ALLA ZOOTECNIA

Gli interventi successivi (prof. Luigi Mariani e dott.ssa Marcellina Bertolinelli) hanno sottolineato l’importanza di valorizzare la zootecnia come pilastro di un’agricoltura circolare che fondi la fertilità sulla corretta gestione dei reflui zootecnici evitando che di trasformino da risorsa in inquinanti, con ciò richiamandosi all’immortale lezione che ci viene da grande agronomo bresciano del XVI secolo Camillo Tarello da Lonato. A tale riguardo è stata anche stigmatizzata la moda di considerare la zootecnia come un pericoloso inquinatore, ricordando la necessità di riconoscere all’agricoltura il ruolo positivo che esercita sul ciclo del carbonio tramite il processo di fotosintesi.

COLTIVARE CAPITALE UMANO

In chiusura dei lavori il Presidente Barozzi ha ricordato l’esempio del Servizio Vendita Risone-Consorzio tra Risicoltori, socio sostenitore di SAL, che cura per i soci sia l’approvvigionamento di mezzi tecnici che il collocamento sul mercato del risone offrendo agli agricoltori un servizio molto apprezzato e ha sottolineato, in linea con gli auspici espressi dal professor Frisio, l’impegno delle Istituzioni culturali ed accademiche come la Società Agraria per “coltivare capitale umano”, promuovere la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e la cultura agraria.

In particolare appare necessario superare quella visione di contrapposizione tra ambiente e agricoltura (ed attività produttive in genere) che sembra caratterizzare certa politica europea ispirata da quelle ideologie che a suo tempo il prof. Dario Casati definì improntate a “malinteso ambientalismo” e “malsano dirigismo”. A questa strategia, perdente su tutta la linea, occorre proporre una alternativa basata, nella gloriosa tradizione delle Accademie Agrarie italiane, sulla integrazione delle conoscenze e sul libero dibattito per la crescita sostenibile e la prosperità generale. Le slides della relazione del prof. Frisio sono disponibili nella sezione Atti e relazioni del sito www.agrarialombardia.it.

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