Proteggere chi protegge: Il SAP e le nuove strategie per la sicurezza delle Forze dell’Ordine – Intervista a Stefano Paoloni

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(AGENPARL) – Roma, 10 Febbraio 2025

L’intervista con Stefano Paoloni si configura come una riflessione approfondita sulle sfide quotidiane e sulle trasformazioni in atto nel mondo delle forze dell’ordine. In un contesto segnato da episodi di violenza in aumento e da una persistente delegittimazione degli operatori, il SAP propone interventi mirati a garantire maggiore sicurezza e tutela per gli agenti, attraverso strumenti tecnologici avanzati – come il taser e le bodycam – e un assetto normativo più adeguato.

Paoloni evidenzia come il riconoscimento formale dei ruoli, sancito dal recente rinnovo del contratto e dalla modifica della nomenclatura del personale, rappresentano un passo fondamentale per conferire dignità e diritti concreti a chi opera quotidianamente per la tutela della collettività. Allo stesso tempo, si affronta il delicato tema dello scudo penale, sottolineando l’importanza delle “garanzie funzionali” per bilanciare la protezione degli operatori con il rispetto dei principi costituzionali, evitando che anche azioni legittime vengano penalizzate in maniera automatica.

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Infine, l’esperienza della pandemia ha evidenziato criticità organizzative e logistiche che, se adeguatamente analizzate, possono offrire insegnamenti preziosi per migliorare la preparazione a future emergenze sanitarie e operative. Con trasparenza e dialogo costruttivo con la cittadinanza, il SAP intende non solo difendere gli interessi degli operatori ma anche rafforzare il rapporto di fiducia tra forze dell’ordine e comunità.

1) Domanda. Quali sono, secondo lei, le principali criticità che le forze dell’ordine devono affrontare oggi e in che modo il SAP intende contribuire a garantire una maggiore sicurezza e tutela per gli agenti, soprattutto in un contesto di crescenti episodi di violenza?

Stefano Paoloni. Negli anni c’è stata una costante e forte azione di delegittimazione nei confronti degli operatori delle forze dell’ordine e ciò è avvenuto principalmente per fini strumentali di carattere politico. Oggi purtroppo ne paghiamo le conseguenze.

Ogni giorno mediamente viene aggredito un operatore delle forze dell’ordine ogni tre ore e i responsabili ne rispondono in modo blando, questo ovviamente non disincentiva certi comportamenti.
Oltre a un assetto normativo di maggiore tutela nei confronti di chi svolge una funzione pubblica, ossia, nel nostro caso, di tutela di sicurezza dei cittadini e del Paese, sono indispensabili strumenti adeguati, che ci consentano di svolgere sempre meglio, in modo trasparente ed efficace, la nostra funzione. Il taser ne è un esempio: il maggior pregio di questo strumento è quello di far sì che otto volte su dieci in cui avremmo dovuto utilizzare per legge la forza per interrompere un comportamento criminoso le persone da fermare hanno desistito dai loro intenti. Pertanto, senza l’uso della forza questi soggetti vengono fermati e nessuno si ferisce.
Il SAP da oltre dieci anni invoca la necessità delle telecamere sulle divise, sulle auto di servizio e in tutti gli ambienti in cui operiamo con persone sottoposte a misure di polizia, non solo per evitare denunce false e strumentali nei nostri riguardi, ma anche per dare massima trasparenza al nostro servizio. Chi le ha sperimentate, sia nei Paesi stranieri che in alcune polizie locali italiane, ha verificato che quando si usano le bodycam e tutti hanno consapevolezza di essere ripresi l’utilizzo della forza degli interventi di polizia diminuisce e risultano meno pericolosi. 

2) Domanda. Il recente rinnovo del contratto, con la modifica della nomenclatura del personale (da “non dirigente” a “personale delle forze di polizia ad ordinamento civile”), rappresenta un cambiamento significativo. Quali benefici concreti prevede che queste modifiche possano portare in termini di tutela dei diritti e di efficienza operativa?

Stefano Paoloni. La modifica della nomenclatura è stata una nostra proposta, successivamente accettata e condivisa anche dalla parte pubblica. La nomenclatura precedente prevedeva una negazione, ossia “non dirigente”.
Individuare uno specifico ruolo e una specifica condizione è significativo della volontà di riconoscere adeguati diritti e prerogative. Distinguere in maniera chiara i soggetti ai quali si rivolge il contratto è fondamentale per il pieno riconoscimento tanto del ruolo quanto della dignità della funzione svolta.

3) Domanda. Nel dibattito attuale sullo scudo penale per gli operatori, lei ha sottolineato l’importanza delle “garanzie funzionali”. Quali misure ritiene indispensabili per bilanciare la necessità di proteggere i poliziotti con il rispetto dei principi costituzionali?

Stefano Paoloni. Sono anni che invochiamo la necessità di garanzie funzionali per gli operatori delle forze di polizia e lo scudo penale, per quanto mi riguarda, significa esattamente questo: individuare un insieme di norme per tutelare gli operatori nel momento in cui stanno svolgendo il loro dovere.
Oggi la spada di Damocle che pende sulle nostre teste è il famigerato atto dovuto ed essere indagati per fatti di servizio anche quando sussistono cause di giustificazione, quali la legittima difesa oppure l’adempimento del dovere. Di conseguenza, riteniamo indispensabile che nel momento in cui sussistano queste cause di giustificazione non venga emesso in modo automatico, come atto dovuto, l’avviso di garanzia ma siano prima effettuati accertamenti e, nel caso sia riconosciuta la legittimità dell’agire dell’operatore, si provveda all’immediata archiviazione.
Per questo, proponiamo che quando un operatore di polizia debba essere sottoposto a provvedimento penale la competenza passi al Procuratore Generale presso le Corti d’Appello e, nel caso in cui debbano essere svolte attività di garanzia, come incidenti probatori o perizie, il legale sia incaricato direttamente dall’Amministrazione, poiché la tutela del fatto incriminato è inerente a un’azione svolta nell’adempimento di una funzione pubblica. 

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4) Domanda. Durante la pandemia si sono evidenziate gravi difficoltà nell’approvvigionamento di dispositivi di protezione e nella gestione delle disposizioni operative. Quali insegnamenti si possono trarre da quell’esperienza per migliorare la preparazione e la risposta a future emergenze sanitarie e operative?

Stefano Paoloni. È fondamentale una pianificazione di tutte le possibili crisi emergenziali che possano accadere, l’apparato di sicurezza deve indiscutibilmente essere sempre pronto. Certamente la pandemia ha consentito analisi e approfondimenti anche riguardo alle criticità che si sono presentate. Credo comunque che le forze dell’ordine abbiano avuto la capacità di dare sempre una risposta di grande efficacia, esponendosi, talvolta, anche a rischi importanti pur di dare un adeguato servizio alla collettività. Noi siamo stati tra le pochissime categorie – persino nel periodo del lockdown e quando di questa pandemia si conosceva ancora poco – ad essere sempre in prima linea per il bene e per l’interesse dell’intero Paese.

5) Domanda. Come intende il SAP promuovere una maggiore trasparenza e instaurare un dialogo costruttivo con i cittadini per rafforzare il rapporto tra forze dell’ordine e comunità, soprattutto in un contesto mediatico in cui spesso emergono conflitti e fraintendimenti?

Stefano Paoloni. Abbiamo scelto di fare conoscere ai cittadini, alla politica, e alle Istituzioni quelle che sono le difficoltà che riscontriamo nello svolgere al meglio il nostro servizio.
Credo sia importante che la collettività sia consapevole della nostra condizione di servizio per far sì che possano essere apportati sempre maggiori interventi migliorativi. Anche quando alcuni hanno tentato di strumentalizzare il nostro operato siamo intervenuti per consentire una lettura degli accadimenti dalla nostra prospettiva. Proprio per questo, da oltre dieci anni promuoviamo le bodycam e le telecamere, così da offrire la massima trasparenza del nostro agire.
Inoltre, vogliamo ribadire che la sicurezza non ha colore politico, ma è un interesse di tutti ed è il requisito essenziale per ogni forma di progresso economico e civile. 



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