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FOTO copyright L214
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11 febbraio 2025 – Questa mattina a Strasburgo si è svolta una protesta guidata da decine di attivisti dell’organizzazione animalista francese L214 insieme ad altre nove organizzazioni europee per la protezione degli animali: Essere Animali, Animal Society (Germania), Green Rev (Polonia), Ethical Farming Ireland, CAAI (Bulgaria), Obraz (Repubblica Ceca), FREE (Romania), Project 1882 (Svezia), Frente Animal (Portogallo).
Le organizzazioni e gli attivisti si sono radunati fuori dal Parlamento europeo per chiedere ai parlamentari presenti alla sessione plenaria di questa mattina una revisione adeguata e in linea con i pareri scientifici EFSA della legislazione sul benessere degli animali, in seguito alle promesse fatte dalla Commissione europea nello scorso mandato e disattese da Ursula Von Der Leyen.
All’insegna dello slogan “Don’t Chicken Out” (Non tiratevi indietro), le organizzazioni hanno chiesto ai politici presenti di mostrare il loro sostegno a una riforma ambiziosa per gli animali. Lo slogan è stato accompagnato da un invito all’azione: “Uncage the Animal Welfare Law” (Liberate dalle gabbie la legge sul benessere animale), riferendosi alle gabbie in cui più di 300 milioni di animali (galline, conigli, scrofe, vitelli, quaglie e altri) sono ancora confinati in Italia e in Europa [solo in Italia sono più di 40 milioni gli animali in gabbia].
Gli attivisti, vestiti in abiti neri e con maschere da polli, hanno inscenato un finto voto a favore di una migliore legislazione per gli animali da allevamento. Davanti al Parlamento europeo hanno “votato” simbolicamente anche circa 20 parlamentari di 9 paesi, tra cui l’eurodeputata e responsabile Ambiente della segreteria nazionale del Partito Democratico Annalisa Corrado (S&D), che ha dichiarato che «la tutela del benessere animale è fondamentale per la salute di tutti noi, così come previsto dal principio One Health e per questo è importante che l’Europa si doti di normative più adeguate».
Presenti anche l’On. Carolina Morace (Movimento 5 Stelle – The Left), che rimarca: «L’UE ha promesso di eliminare le gabbie: ora servono azioni concrete! Nove cittadini su dieci vogliono più tutele per gli animali allevati. Io continuerò a sostenere questa battaglia» e Cristina Guarda (Europa Verde – Greens) che dichiara: «un minuto di piacere a tavola non vale la vita di un animale. Non si tratta di uno slogan animalista, ma di una convinzione ormai radicata nell’opinione pubblica europea. Sono qui oggi insieme ad associazioni e colleghi per chiedere una revisione ambiziosa della legislazione sul benessere animale. I cittadini lo chiedono da tempo».
Nel 2020-21, con la strategia Farm to Fork, l’UE aveva promesso un’ambiziosa revisione della legislazione europea sul benessere degli animali, che includeva quattro regolamenti e il bando delle gabbie in Europa entro il 2027. La valutazione d’impatto della Commissione europea menzionava anche la fine di alcune mutilazioni e la riduzione delle densità di allevamento.
Tuttavia, sotto l’enorme pressione della lobby dell’industria zootecnica, a fine 2023 è stata presentata solo una proposta, relativa al trasporto degli animali, mentre sono state abbandonate le riforme cruciali su allevamento, macellazione ed etichettatura. Il nuovo Commissario europeo per la salute e il benessere degli animali, Olivér Várhelyi, ha parlato di una revisione incompleta e della necessità di legiferare sul tema delle gabbie, ma non si è ancora espresso ufficialmente sulle altre riforme chieste dai cittadini europei.
La legislazione UE sul benessere degli animali è obsoleta e incompleta, e alcune pratiche persistono nonostante i progressi della ricerca e della conoscenza scientifica, che ha dimostrato come siano lesive del benessere degli animali e causino enormi e inutili sofferenze. Tra queste: il taglio della coda e la castrazione dei suinetti senza anestesia o il taglio del becco negli avicoli; il confinamento delle scrofe in gabbie di gestazione e parto per metà della loro vita; densità di allevamento estreme per i polli da carne. Molte specie inoltre rimangono completamente prive di protezione specifica, come mucche, tacchini, conigli e pesci.
Simone Montuschi, presidente di Essere Animali, ha dichiarato: «La Commissione europea ha disatteso i suoi impegni sia nei confronti degli animali che dei cittadini europei. Oltre 1,4 milioni di persone hanno sostenuto l’ICE* “End the Cage Age” nel 2021. Oggi, queste voci sono state messe a tacere dagli interessi economici dell’allevamento intensivo. I numeri parlano da soli, come indica l’Eurobarometro della Commissione: l’89% degli europei si oppone all’allevamento in gabbia, l’84% ritiene che il benessere degli animali debba essere meglio tutelato nel proprio Paese e il 90% pensa che le pratiche di allevamento debbano soddisfare standard etici minimi. È tempo che il Parlamento europeo e la Commissione si assumano le proprie responsabilità».
*Iniziativa dei Cittadini Europei
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Essere Animali lavora con società, istituzioni e aziende per riconoscere tutele adeguate agli animali allevati a scopo alimentare, garantendo loro di poter esprimere i propri bisogni naturali. Lavoriamo per porre fine agli allevamenti intensivi e promuovere il passaggio a un sistema alimentare sostenibile e che preveda la transizione a un’alimentazione a base vegetale e senza sofferenza animale.
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