Legambiente Molise in prima linea per la difesa degli ecosistemi

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Domenico Rotondi



I Circoli di Legambiente in Molise continuano a battersi per la salvaguardia ambientale e naturalistica del territorio regionale mediante un approccio tecnico-scientifico, capace di valorizzare pienamente le straordinarie risorse ecosistemiche ancora presenti nell’antica terra dei sanniti. Da qui, il coerente impegno messo in campo dai soci e dai tecnici dell’associazione in occasione della giornata delle zone umide, anche per promuovere un approccio positivo e consapevole, diretto alla conoscenza reale delle diverse aree di pregio del Molise.

Il primo appuntamento si è svolto a Roccavivara, ossia nei pressi dell’affascinante Santuario di Santa Maria del Canneto, con un confronto dal titolo assolutamente significativo: “l’acqua scarseggia, la lontra non galleggia”. Il promotore dell’iniziativa è stato il direttore di Legambiente Molise, Giorgio Arcolesse, il quale ha immediatamente chiarito il senso ed il valore ambientale dell’iniziativa con la seguente dichiarazione: “vogliamo porre l’attenzione sullo stato di salute del fiume Trigno, uno dei corsi d’acqua più importanti dell’Appennino centro-meridionale, siccome riteniamo che un sito altamente importante per la tutela della biodiversità non può subire interventi antropici dissennati, come i costanti prelievi a cui è sottoposto, i cui effetti mettono a rischio l’equilibrio ecosistemico della vallata”. Non sono mancate, peraltro, le puntuali relazioni di Angelo Sanzò, nella duplice veste di geologo e presidente del Comitato scientifico di Legambiente, e Francesco Maria Selvaggi, naturalista e architetto di rilievo. Entrambi gli studiosi si sono soffermati, con semplicità di linguaggio, ma altrettanta perizia tecnico-scientifica, sull’indiscutibile valore naturalistico, paesaggistico, culturale e antropomorfico di uno dei luoghi più belli e produttivi d’Italia che, ad ogni buon conto, meriterebbe la piena valorizzazione delle proprie caratteristiche territoriali, con il conseguente rispetto per i servizi ecosistemici garantiti ad una vasta area interregionale, perfettamente ricadente tra l’Appennino sannjta e la costa adriatica. Non a caso, il fiume Trigno nasce a Vastogirardi in Alto Molise, ossia in una zona ad elevata valenza ambientale in grado di assicurare un’indiscussa qualità della risorsa idrica, malgrado gli incessanti effetti del surriscaldamento climatico. Ciononostante, i forzosi prelievi, messi in piedi lungo il corso del fiume a totale vantaggio dell’area costiera, stanno privando la Valle del Trigno di una risorsa assolutamente strategica per la necessaria e legittima esistenza del sistema agricolo territoriale. Da ciò, la condivisibile protesta dei sindaci, i quali non hanno fatto mancare la loro voce con la presenza diretta al confronto di Roccavivara. Un secondo evento, invece, si è tenuto sulle sponde del Lago di Occhito con la celebrazione della “Passeggiata scientifica”, validamente organizzata dal Circolo Legambiente Fortore-Occhito, presieduto dalla professoressa Federica D’Amico. L’atteso appuntamento è stato, peraltro, impreziosito dalla presentazione sul campo di un coerente Dossier ambientale sugli ecosistemi acquatici, curato e realizzato dai tecnici nazionali di Legambiente, in collaborazione con i circoli territoriali. Lo studio, infatti, evidenzia come il cambiamento climatico posto in relazione con l’innalzamento del Mediterraneo e la conseguente siccità mettano a rischio l’equilibrio ambientale dei laghi e delle zone umide in ogni angolo d’Italia. Detti ecosistemi, pertanto, risultano essere minacciati dall’inquinamento prodotto dai combustibili fossili, nonché dall’urbanizzazione selvaggia concentratasi in determinate contesti metropolitani, chiaramente in danno delle Aree rurali ed appenniniche. Da ciò, l’esigenza assoluta di salvaguardare tutti i bacini imbriferi, mettendo fine a pratiche dannose e speculative. In linea con quanto innanzi, la suindicata presidente Federica D’Amico ha dichiarato: “La protezione delle zone umide è una priorità ambientale, siccome queste aree svolgono un ruolo cruciale nel contrasto ai cambiamenti climatici e nel mantenimento della biodiversità. Il Lago d’Occhito rappresenta un patrimonio naturale da preservare con azioni concrete e politiche mirate. Detti eventi puntano a coinvolgere cittadini e istituzioni in un percorso comune di consapevolezza e impegno”. Per le precisate ragioni, è giunto il momento di rispettare la Convenzione di Ramsar che, già dal lontano 1971, stabilisce le linee guida per la conservazione e l’uso razionale dei servizi ecosistemici offerti dalle zone umide.

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