Iniziativa per la responsabilità ambientale: in Svizzera un referendum ha bocciato una proposta rivoluzionaria

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In Svizzera la maggioranza della popolazione e dei cantoni hanno respinto con un referendum l’Iniziativa per la responsabilità ambientale, una proposta di modifica costituzionale avanzata dal partito ecologista Giovani Verdi che avrebbe introdotto una novità rivoluzionaria nell’ordinamento svizzero. 

Se fosse passata, l’iniziativa avrebbe reso la Svizzera il primo paese al mondo a “costringere” la propria economia entro i limiti ecologici planetari, mettendo il benessere delle persone e dell’ambiente al di sopra del profitto. 

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Era promossa dai Giovani Verdi e sostenuta dalla sinistra e dalle organizzazioni ambientaliste, ma osteggiata dai partiti di centro e di destra (inclusi i Verdi liberali) oltre che da associazioni economiche, dal Consiglio federale e dal Parlamento.

Proteste per l’ambiente e contro il cambiamento climatico
IN COSA CONSISTEVA L’INIZIATIVA PER LA RESPONSABILITÀ AMBIENTALE

L’Iniziativa per la responsabilità ambientale proponeva di ridurre l’impatto ecologico della Svizzera in modo da consentire alle risorse naturali di potersi rigenerare. L’obiettivo era far sì che l’economia e i consumi rispettino i limiti planetari, ovvero i confini ecologici che la Terra può sopportare senza subire danni irreversibili.

Il concetto di limiti planetari o planetary boundaries si basa su uno studio scientifico che ha identificato nove soglie critiche per il funzionamento del sistema terrestre, tra cui il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’inquinamento da sostanze chimiche, il ciclo dell’azoto e del fosforo. Se questi limiti vengono superati, si rischiano effetti irreversibili sugli ecosistemi e sulla capacità del pianeta di sostenere la vita. A livello globale sei di questi nove limiti sono già stati superati. Attualmente, la Svizzera supera questi limiti soprattutto in tre ambiti: le emissioni di gas serra (causa del cambiamento climatico) sono troppo elevate, la perdita di biodiversità è allarmante e l’inquinamento da azoto nell’agricoltura e nei rifiuti supera la capacità di assorbimento della natura.

Il video spiegazione del referendum sulla Iniziativa per la responsabilità ambientale

L’iniziativa chiedeva di introdurre in Costituzione un vincolo economico invalicabile: che l’economia svizzera utilizzasse solo le risorse che possono essere rigenerate e che le emissioni inquinanti rientrassero nei limiti sostenibili. Ciò avrebbe comportato  una riduzione di oltre il 90% delle emissioni di gas serra legate ai consumi, un dimezzamento dell’inquinamento da azoto e una frenata del declino della biodiversità, con una riduzione del 75% della perdita di habitat e specie. L’iniziativa non specificava le misure concrete per raggiungere questi obiettivi, lasciando al Parlamento il compito di stabilire le regole attraverso divieti, incentivi e prescrizioni socialmente sostenibili, sia in Svizzera che all’estero.

Questa complessa transizione sarebbe dovuta avvenire nell’arco dei prossimi 10 anni.

I promotori sostenevano che la Svizzera dovesse agire subito per evitare il collasso ambientale e garantire un futuro sostenibile. Eventi come le ondate di calore e le catastrofi naturali stanno già causando danni economici e vittime, e l’iniziativa era vista come un’opportunità per creare un’economia più resiliente e posti di lavoro verdi. 

I limiti planetari (planetary boundaries) nell'iniziativa per la responsabilità ambientale
L’andamento dei limiti planetari negli anni. Se l’Iniziativa per la responsabilità ambientale fosse passata l’economia Svizzera avrebbe dovuto rientrare al loro interno.

Il Consiglio federale e il Parlamento invece, insieme a partiti di centro-destra e ad alcune associazioni economiche, si opponevano perché ritenevano che l’iniziativa avrebbe portato a restrizioni drastiche nei consumi e nella produzione, mettendo a rischio la competitività delle imprese svizzere. Temevano inoltre che molte aziende avrebbero delocalizzato, che i prodotti sarebbero diventati più costosi e che le famiglie con redditi più bassi avrebbero subito maggiori difficoltà.

I RISULTATI IN DETTAGLIO

Sia la maggioranza della popolazione che la maggioranza (anzi, la totalità) dei cantoni ha bocciato l’Iniziativa per la responsabilità ambientale promossa dai Giovani Verdi. Trattandosi di una proposta di modifica costituzionale, si rendeva necessaria, per un’accettazione, la doppia maggioranza fra popolo e cantoni.

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Il risultato è stato molto netto. Tutti e 23 i Cantoni hanno bocciato l’iniziativa e complessivamente circa il 70% dei votanti ha sbarrato il “No” sulla scheda, contro solo il 30% dei “Sì”. L’affluenza, come da pronostici, è stata piuttosto bassa, con il 37,9% degli aventi diritto che si è recato alle urne. 

L’ANALISI

I Giovani Verdi si dicono delusi dall’esito del voto, ritenendo che la Svizzera abbia perso un’occasione per affrontare le crisi ambientali. Secondo i loro portavoce, il rifiuto dell’iniziativa rappresenta la vittoria dello status quo e della logica del profitto a scapito del benessere collettivo. Tuttavia, riconoscono che la campagna ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sul concetto di limite planetario e ribadiscono la necessità di adottare altre misure per raggiungere gli stessi obiettivi.

Al di là del risultato, il solo fatto che un’iniziativa di questo tipo sia arrivata alle urne rappresenta un segnale incoraggiante. Fino a pochi anni fa, un referendum che mettesse in discussione il modello economico tradizionale in nome della sostenibilità sarebbe stato impensabile. Il dibattito aperto da questa proposta dimostra che la consapevolezza ambientale sta crescendo e che la questione dei limiti planetari è ormai entrata nell’agenda politica.



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