il progetto RaiWay per alimentare a fonti rinnovabili il centro dati di Passo Campalto

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MESTRE – Un nuovo impianto fotovoltaico su 2 ettari di terreno proprio in riva alla laguna, a Passo Campalto, per produrre 2739 megawatt l’anno. I cittadini si oppongono per l’impatto sul paesaggio, e tra l’altro già da 25 anni chiedono alla Rai e al Comune di togliere la grande antenna piantata proprio in quel luogo. L’impianto lo vuole realizzare RaiWay, la società per azioni del gruppo Rai che possiede la rete di diffusione del segnale radiotelevisivo della Rai e ha il compito di gestirla e mantenerla quale operatore di infrastrutture digitali e fornitore di servizi media per la distribuzione di contenuti.


Ha dato l’incarico per il progetto a Intellienergia Srl di Macerata e lo ha presentato a Comune, Regione e Città Metropolitana per le autorizzazioni puntando a un procedimento di autorizzazione unica (comprensiva delle connessioni di rete a E-distribuzione) che verrà attivato anche per l’autorizzazione alla realizzazione e gestione dell’impianto di produzione, e confidando su una dichiarazione di Pubblica Utilità. Sarà un impianto destinato principalmente all’alimentazione del Data Center che verrà realizzato sempre lì al Passo Campalto, dopo quelli che RaiWay ha costruito a Milano, Firenze, Genova e Torino, nell’ambito di un programma per coprire tutto il territorio nazionale con centri dati che possano garantire un’infrastruttura capace di supportare scenari al servizio dello sviluppo digitale delle piccole e grandi imprese e delle pubbliche amministrazioni.

LA PROLIFERAZIONE

Al di là delle esigenze di energia per il centro dati che RaiWay intende reperire con una soluzione energetica sostenibile, riducendo l’impatto ambientale dell’infrastruttura, resta il fatto che gli impianti fotovoltaici e agrivoltaici stanno nascendo come funghi anche su aree come il fronte laguna. Approfittando della direttiva europea 2001/77 relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità, molti soggetti privati stanno progettando di installare pannelli solari un po’ ovunque: all’interno della Città Metropolitana ci sono già una quindicina di progetti presentati, a seconda delle dimensioni, a Comune, Città Metropolitana o Regione. Sono noti quelli per un impianto agrivoltaico su 18 ettari della Fondazione Querini Stampalia a Ca’ Solaro, e un altro su 68 ettari di Tessera programmato da Save, il gestore dell’aeroporto che intende così coprire il 52% del fabbisogno energetico del Marco Polo. La struttura di RaiWay a Campalto sarà molto più piccola (3492 pannelli contro i 21 mila di Ca’ Solaro e i 92 mila previsti a Tessera), ma sarà, appunto, in riva alla laguna protetta dall’Unesco. Per questo, dato che il progetto è ancora in fase di verifica amministrativa, Deborah Onisto, consigliera comunale di Forza Italia, organizzerà presto una riunione con i cittadini di Campalto «che in quell’area non possono installare nemmeno una controfinestra perché sono fronte laguna».

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I VANTAGGI

Nel progetto RaiWay sostiene che «l’installazione darà un contributo alla strategia europea per la riduzione delle emissioni che causano l’effetto serra» e che i vantaggi socio-ambientali saranno molteplici: «Riduzione delle emissioni di CO2 nell’ambiente; valorizzazione del territorio e conseguente aumento del suo valore; all’affrancamento del Paese dalla dipendenza energetica estera; aumento dell’immagine del Comune grazie alla realizzazione di un intervento di sostenibilità ambientale e valorizzazione del territorio». Considerando che, secondo le indagini dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), la famiglia media italiana utilizza 2,7 megawattora l’anno, nel progetto si afferma che «l’impianto è in grado di coprire il fabbisogno di 1014 famiglie. Considerando, inoltre, che un ettaro di bosco è in grado di assorbire circa 5.500 chili di Co2 l’anno (con 300 alberi a medio fusto per ettaro), la realizzazione dell’intervento equivale a un rimboschimento di circa 147 ettari». Infine «le fonti rinnovabili, rispetto a quelle convenzionali, hanno la caratteristica di impiegare molta più manodopera (in media circa 8 volte di più) a parità di energia prodotta».
 





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