Pnrr, Napoli vicina al traguardo del 90% dei contratti firmati

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Delle quattro missioni del Pnrr accessibili ai Comuni (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; istruzione e ricerca; inclusione e coesione) il Comune di Napoli ha sottoscritto il 79,26% dei contratti relativi agli 85 progetti previsti e conta di arrivare all’86%, in media, entro il prossimo mese di marzo (e punta a superare il 90% in almeno due missioni, digitalizzazione e rivoluzione green).

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I contratti non corrispondono automaticamente ad altrettanti cantieri, comprendendo anche forniture e servizi, ma la tendenza alla crescita di questa percentuale sembra scontata nei prossimi mesi. Alla missione salute, la Regione Campania ha in corso 448 dei 763 interventi complessivamente previsti e in particolare tutti i 172 relativi alle Case di Comunità (in base alle risorse assegnate all’ente dal Piano nazionale di ripresa e resilienza quello della sanità è il più cospicuo in assoluto, con oltre un miliardo di euro). Sempre la Campania, inoltre ha una dotazione di risorse per il potenziamento del Trasporto Pubblico Locale, sempre in base al Pnrr, tra i più alti in assoluto, circa 500 milioni, di sicuro il top a livello di Mezzogiorno, mentre la Provincia di Napoli con 30 interventi per complessivi 541 milioni segue Bologna e Roma nella classifica relativa alle risorse assegnate ai singoli territori (elaborazione, quest’ultima, del Sole 24Ore e dell’Ifel).

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I dati

Dati e percentuali, aggiornati da Palazzo San Giacomo e da Palazzo Santa Lucia, disegnano una prospettiva di attuazione del Pnrr importante. Perché è vero che a tutt’oggi i dati relativi ai pagamenti – che sono e saranno decisivi per completare definitivamente un progetto e ottenere l’ok dell’Ue – sono ancora modesti (in media per il Comune siamo al 12,15%, con una punta del 35,92% per la missione digitalizzazione, su un totale di risorse da spendere che supera i 676 milioni). Ma intanto i contratti sottoscritti si riferiscono a 535 milioni, e quelli più significativi sono già in corso. È il caso ad esempio dei 27 cantieri aperti su 33 per la missione Istruzione e ricerca, di cui 11 nidi, 9 scuole per l‘infanzia, 2 palestre e 5 scuole con altri 6 nidi cantierizzabili, assicura il palazzo di città, entro marzo. Anche per la missione green, è in corso il cantiere per la realizzazione del deposito/officina per la Linea 1 della metropolitana (sono già stati firmati contratti per 65 dei 67 milioni previsti). E come detto, il Trasporto Pubblico locale ha numeri altrettanti positivi: la missione assegna a Napoli 296 nuovi autobus e la spesa indicata, pari a 144 milioni, è stata impegnata per 124 milioni, 11 dei quali già in pagamento. L’ultimo aggiornamento parla di 72 autobus già prodotti.

I cantieri

Cantieri aperti e in corso anche quelli relativi alla missione 5 che prevede la riqualificazione di Taverna del Ferro (contatti per 48 milioni sottoscritti su un totale di 64 milioni di risorse disponibili) e la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica (Marianella-Toscanella). In questo caso, i contratti firmati ammontano rispettivamente a 48 milioni su 64 e a 25 su 36 milioni. Insomma, smentendo immancabili pregiudizi e previsioni di disfattismo, sempre collegate alla presunta inaffidabilità della struttura amministrativa locale, il Pnrr di Napoli procede con buona velocità. Ed è decisamente difficile dare torto agli addetti ai lavori che prevedono per i prossimi mesi, e comunque entro l’estate, un’accelerazione ancora più robusta. Avere già definito l’avvio dell’80% dei progetti, come nel caso del Comune, autorizza un certo ottimismo.

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Gli asset

Lo stesso potrebbe dirsi anche della Regione che, al di là di una serie di piccoli interventi sul territorio, ad esempio nelle zone rurali, ha puntato su tre grandi asset: quelli della salute, che come detto assorbe la quota maggiore di risorse, la diga di Campolattaro (che il Pnrr finanzia peraltro in quota parte e che comunque anche il Governo, con il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Salvini, ha di recente riconfermato tra le priorità da portare a termine entro la metà del 2026), il progetto di accoglienza del Borgo di Sanza in provincia di Salerno per il quale proprio ieri la Regione ha pubblicato il relativo bando per la realizzazione dell’albergo diffuso, un’iniziativa che mira a rafforzare la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei piccoli borghi.

A proposito della sanità, il Pnrr della Regione ha già impegnato tutti i progetti (48) previsti per gli ospedali di comunità (per i quali la dotazione di risorse ammonta a oltre 162 milioni di euro), nonché quelli (20) per l’adeguamento sismico degli ospedali e quelli ancora (29) relativi agli interventi di digitalizzazione che prevedono, per queste ultime due voci di spesa, complessivamente più di 410 milioni. Al di sotto del 50% invece gli interventi relativi alle grandi apparecchiature sanitarie (ne sono in corso 152 su un totale di 407), mentre come detto il dato relativo ai progetti per le Case di Comunità è al 100 per 100 degli interventi previsti. Per le COT, le Centrali operative territoriali, quelle già funzionanti sono 60. Quanto, infine, alle Grandi apparecchiature sanitarie, sono 255 quelle in funzione e tra esse spiccano 120 ecotomografi, 21 Tac a 128 strati, 61 sistemi radiologici fissi: i dati si riferiscono alle dotazioni già assicurate dalla Regione ai presidi ospedalieri in questi mesi. Naturalmente, proprio per la complessità di molti interventi non si può escludere che tutti i progetti per i quali ci sono già le risorse del Pnrr riusciranno ad arrivare al traguardo entro la metà del prossimo anno.

«Occorrerebbe forse qualche mese in più» dicono a Palazzo Santa Lucia, a riprova del fatto che il tema della proroga del Piano non è affatto campato in aria (e non riguarda certamente solo Napoli o la Regione). Sul punto per la verità non si registrano finora sostanziali novità: il ministro del Pnrr Tommaso Foti ha più volte ribadito che al momento esiste solo una scadenza, quella del 30 giugno 2026 per la chiusura dei cantieri, con quella successiva del 31 dicembre dello stesso anno per la rendicontazione finale. Ma da più parti, imprese ed enti locali in testa, si sollecita il Governo ad assumere un’iniziativa a livello europeo per provare una strada diversa. Tentativo, però, che sembra in contraddizione con la decisione di Palazzo Chigi di sottoporre ad una nuova e ultima rimodulazione il Piano per verificare, con il Parlamento, quanti progetti rischiano di non poter essere conclusi: in questo caso non si perderebbero i soldi stanziati, come da più parti si era temuto, ma i progetti verrebbero finanziati con altre voci di spesa (come è già avvenuto peraltro in occasione della rimodulazione più corposa, quella di fine 2023, autorizzata come le altre da Bruxelles).





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