Il “mio” Giubileo, cronaca di una esperienza vera in compagnia, grazie all’UCSI

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Dario Patruno

Ho vissuto una full immersion straordinaria. Ricevuto l’input e le preziose informazioni dall’UCSI Puglia, sono giunto venerdì 24 a Roma con un treno in perfetto orario, ho raggiunto San Lorenzo in Lucina, dove l’Unione Cattolica Stampa Italiana in sigla (UCSI) aveva predisposto una segreteria efficientissima. Ha consegnato a ciascuno dei 380 partecipanti al Giubileo la sacca del pellegrino, la maglietta e il Messaggio pubblicato per la LIX Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali pubblicato il 24 gennaio intitolato Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori”.   

“Troppo spesso oggi”, dice il Papa, “la comunicazione non genera speranza, ma paura e disperazione, pregiudizio e rancore, fanatismo e addirittura odio”. “Sperare, in realtà, non è affatto facile.”… “La speranza è un rischio che bisogna correre. E’ il rischio dei rischi”. Il Santo Padre conclude esortando a “Raccontare storie intrise di speranza, avendo a cuore il nostro comune destino e scrivendo insieme la storia del nostro futuro”.

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I momenti di spiritualità e di incontro con i colleghi e con il Santo Padre sono stati straordinari. Qualsiasi aggettivo sarebbe riduttivo rispetto alla bellezza dei momenti vissuti. 

La prima tappa del Giubileo per i giornalisti cattolici, guidata dal consulente ecclesiastico, padre Giuseppe Riggio s.j. è stata scandita attraverso tre momenti, il primo dall’ascolto della parola, aiutati da una preghiera del Cardinale Carlo Maria Martini, da cui estraggo l’esortazione: “Fa’ che non ci lasciamo soverchiare dalla moltitudine delle parole, ma che dietro di esse cerchiamo quel fuoco, che infiamma i nostri cuori” ; dai passi della sacra scrittura, estratti dal Profeta Isaia e dal salmo 39, sintetizzabili  nell’espressione: “Eccomi, manda me”. Il Vangelo di Marco infine ha scandito la chiamata dei dodici apostoli. Il secondo momento è stato lasciato alla riflessione personale con chance di ricevere il perdono sacramentale della confessione, aiutati da cinque domande da cui estrapolo la seguente “predicare con il potere di scacciare i demoni”: sono consapevole della forza della parola e della responsabilità che ne deriva? Mi impegno a scacciare i demoni della falsità e della doppiezza con la luce e la forza della parola di verità? Il terzo momento, la liturgia eucaristica concelebrata da dieci sacerdoti, il parroco di San Lorenzo in Lucina e gli assistenti regionali dell’UCSI.  

Sabato al crepuscolo mattutino, dall’isola pedonale di Piazza Pia, abbiamo iniziato il cammino dietro la croce retta a turno dai soci UCSI, lungo i 420 metri di Via della Conciliazione, inaugurata in occasione del Giubileo del 1950.

Giunti alla Porta Santa, l’abbiamo attraversata, toccando uno dei due battenti a significare qualcosa che ci consente di entrare sempre di più nel Mistero, accogliere la Misericordia di Dio, abbandonando il peccato. Entrati nella Basilica e ricevuta da un sacerdote la benedizione del pellegrino, siamo usciti mentre il sole era già sorto e la brezza mattutina lasciava il posto ad un tiepido sole. Ci accoglieva una ricca colazione gratuitamente offerta e in fretta siamo entrati nell’aula Paolo VI.

Entrati in aula Nervi, in attesa di accogliere il Santo Padre abbiamo colto l’occasione per conoscere i nostri vicini e ammirare la Risurrezione di Pericle Fazzini, detto lo scultore del vento. Infatti il Cristo appare in un complesso bronzeo che rappresenta la Risurrezione dal cratere della esplosione nucleare. Gesù emerge dalla voragine dalle miserie umane che lo hanno condannato, liberando la forza che travolge e sconvolge.  Paolo Ruffini refetto del Dicastero per la Comunicazione, ha porto il benvenuto ai 9000 partecipanti provenienti da 138 paesi del mondo e sottolineato l’importanza del dialogo, “la comunicazione può essere il collante e il veleno delle nostre relazioni… Non dobbiamo diventare cibo per algoritmi.” Abbiamo ascoltato le testimonianze di Maria Ressa, giornalista filippina, premio Nobel per la pace nel 2021 e dello scrittore Colum McCann, scrittore e co-fondatore della rete “Narrative 4”.

Due flash sulle loro testimonianze, leggibili in versione integrale nella traduzione integrale dall’inglese sull’Osservatore Romano del 26 gennaio 2025. Maria Ressa ha introdotto il tema della profonda trasformazione  del nostro mondo e della velocità delle informazioni. “Da molti anni sto dando l’allarme: come a Hiroshima, anche nel nostro ecosistema dell’informazione è esplosa una bomba atomica.”….Alla ricerca di potere e di denaro, la tecnologia ha reso possibile la manipolazione a livello cellulare di una democrazia: di noi – gli elettori- inviando anche annunci mirati di paura, rabbia e odio…i giornalisti sono stati i primi ad essere attaccati. Se vuoi il potere demolisci la nostra credibilità….Siamo tanti in quest’aula. Immaginate se lavorassimo tutti insieme. Potremmo arrestare la corrente e guarire il nostro mondo.

Colum McCann 26 ha raccontato tra le innumerevoli storiela storia di due padri, uno israeliano e uno palestinese che pur avendo perso le figlie in incidenti separati nel conflitto sono diventati amici. Ciò che è sorprendente è che sono riusciti a mantenere questa amicizia. Viaggiano insieme per il mondo, condividendo le loro esperienze. La loro filosofia è semplice e profonda: non è necessario che ci amiamo. In realtà, non è neanche necessario che ci piacciamo. Ma dobbiamo…dobbiamo capirci, altrimenti siamo perduti. E così continuano a viaggiare. Continuano a raccontare le loro storie. Sono diventati pellegrini della speranza.

Uto Ughi con la sua orchestra da camera per archi ha introdotto in maniera virtuosa e unica, grazie al linguaggio universale della musica, l’intervento del Papa, arrivato in anticipo sul protocollo previsto.

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Il Papa a braccio, rifiutandosi di leggere il testo scritto, peraltro molto bello, reperibile su vatican.va ci ha consegnato poche ma significative battute.

“Comunicare è uscire un po’ da sé stessi per dare del mio all’altro. E la comunicazione non solo è l’uscita ma anche l’incontro con l’altro. Saper comunicare è una grande saggezza. Io sono contento di questo Giubileo dei comunicatori. Il vostro lavoro costruisce la società, costruisce la Chiesa. Fa andare avanti tutti. A patto che sia vero”. Ci ha esortato ad essere “veri nell’interiorità e nella vita. Comunicare è una cosa divina. Grazie per quello che fate”.

L’UCSI ha regalato al Papa le 5 m, che sono le 5 w del giornalismo classico (Who? [«Chi?»], What? [«Che cosa?»],When? [«Quando?»], Where? [«Dove?»], Why? [«Perché?»] rovesciate e declinate sul termine inglese “more”.

Nel pomeriggio, ho partecipato ad un corso di aggiornamento presso la sede dell’Ordine nazionale dei Giornalisti sul tema: Il Giornalismo a servizio della democrazia. Pellegrini di speranza, comunicare il Giubileo 2025, per costruire insieme un mondo migliore.

Il giorno dopo la degna conclusione è stata la liturgia eucaristica presieduta dal Papa che durante l’omelia ha sottolineato che “la Parola di Dio sempre ci stupisce, sempre ci rinnova… Gesù viene mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, parola di compassione, proclamare ai prigionieri la liberazione, il male ha i giorni contati perché il futuro è nelle mani di Dio.”

Alla fine tutti felici per quanto vissuto insieme, 380 dell’UCSI, dodici dalla Puglia, abbiamo con vari mezzi raggiunto casa in un giorno incerto anche per lo sciopero dei treni, colmi di gratitudine a quanti, ispirati da Dio, hanno voluto questo evento che ha comunicato che la verità non è custodita in una scatola ma si costruisce in un rapporto vero con le persone che incontriamo nel quotidiano.

La più bella testimonianza è stata quella dei giornalisti curiosi, non soci UCSI, che pur non essendo cattolici praticanti, hanno voluto condividere con noi tutta la strada percorsa da noi. Questo ci interroga come cattolici, in questo Giubileo in cui Cristo si apre all’incontro con i fratelli, nel nome del Dio della Speranza che spalanca le sue porte e ci dice ancora una volta: “Non abbiate paura”.

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