il futuro dell’Ast ora torna tutto nelle mani di Arvedi e della sua credibilità e determinazione

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di Marco Brunacci

PERUGIA – Grande preoccupazione, ripresa dello stato di agitazione, la convocazione dei parlamentari eletti in Umbria, un pacchetto di 8 ore di sciopero da definire entro il mese di marzo se non ci saranno
schiarite.
Dall’incontro annunciato da Umbria7 tra sindacati e Regione (ma c’era soltanto l’assessore De Rebotti, non anche la presidente Proietti e non si conosce il motivo della sorprendente defezione) solo una
conferma: le nuvole che si stanno addensando sul futuro dell’Ast di Terni sono così fitte e scure che non lasciano presagire niente di buono. Né un accordo con la A maiuscola né un accordo minor né un
accordicchio di facciata.
Il sindacato ha dovuto prendere atto che le difficoltà sono diventate enormi, che ci possono essere ricadute occupazionali molto serie sullo stabilimento ternano, che almeno in 400 rischiano se si chiude il “caldo”, come si è detto e ripetuto nei giorni scorsi.
I sindacati hanno finalmente concluso che il clima è radicalmente mutato da quando l’Accordo di programma (un miliardo di spesa previsto su Terni e la sua acciaieria) erano a un passo, ma in troppi tifavano contro, magari per assurdi motivi politici. Adesso invece le difficoltà stanno prevalendo. E tutti se ne rendono conto.
Il costo dell’energia resta il nodo fondamentale, ma basta pensare agli effetti della crisi, indotta anche da scelte scellerate, del settore auto, le enormi difficoltà del cosiddetto “bianco” (elettrodomestici).
Quando però le cose si fanno davvero difficili può essere anche il momento giusto per tornare all’origine e alla ratio dell’investimento, per poi usare tutte le armi idonee a vincere la battaglia per quanto complicata sia.
Umbria7 torna a quando annunciò prima la trattativa e poi l’avvenuto acquisto da parte del gruppo di Cremona: l’interessamento per lo stabilimento ternano da parte di un acciaierie del livello di Arvedi
era legato alle potenzialità di Ast. Una su tutte: la possibilità di rilancio del magnetico. Con una efficace immagine, si diceva, all’epoca, che “Terni era da considerare come il Rolex dell’acciaio”.
Per dire una produzione di alta qualità, un fiore all’occhiello dell’industria italiana nel mondo. Ovviamente, Ast andava resa competitiva, capace di reggere il mercato.
Adesso a quel punto si torna. Arvedi è in grado – ecco le armi – di mettere in campo tutta la sua credibilità nazionale, ma anche internazionale, per arrivare al risultato. Non è una cosa da poco.
Ma da qui passa l’unica possibile schiarita in una situazione che negli ultimi mesi è letteralmente precipitata.
La congiuntura internazionale è quella che è, il Governo perde il sonno sulla questione Taranto ed è concentrato su molto altro, a livello locale il cambio di governo in Regione non poteva non creare
qualche difficoltà in più.
Certo, rispetto al governo locale, l’impressione al momento è che si stia andando a zig zag, come dentro un banco di nebbia.
Un esempio? Sorprende che la nuova Giunta annunci iniziative che possono essere prese da Enel come un dito nell’occhio e poi si sorprenda che Enel non ne sia felice.
Considerando che contribuire a sciogliere il nodo del costo dell’energia è decisivo per il futuro dell’acciaio e quindi di Terni, si capisce che in Regione dovranno rapidamente cambiare strategia.
La nuova Giunta ha 5 anni per recuperare, ma certo l’avvio su questo tema non è promettente. Proprio nel mentre la questione Ast torna a essere determinante per il futuro dell’Umbria, del suo pil, dei
livelli di occupazione, delle prospettive industriali e non solo nell’immediato.
Conclusione: al momento tutto è appeso alla credibilità – nazionale e internazionale – di Arvedi e alla sua determinazione di tornare all’origine del suo investimento per difenderlo con tutte le armi a
disposizione. A breve si potrebbe saperne qualcosa di più.

QUI DI SEGUITO IL TESTO DEL COMUNICATO SINDACALE AL TERMINE
DELL’INCONTRO CON LA REGIONE.

Questa mattina le Segreterie territoriali di FIM-FIOM-UILM-FISMIC-UGL di Terni hanno incontrato, dopo una richiesta inoltrata, per la Regione dell’Umbria L’Assessore allo sviluppo economico Francesco De Rebotti, per il Comune di Terni il Sindaco Stefano Bandecchi e l’assessore Sergio Cardinali e per la Provincia di Terni il Presidente Francesco Ferranti.
Come organizzazioni sindacali abbiamo registrato la necessità di un primo chiarimento tra i livelli istituzionali che hanno generato poca chiarezza in termini di ambientalizzazione dello stabilimento e sui costi energetici in riferimento all’accordo di programma.
Da parte sindacale abbiamo ribadito, come annunciato a S.E. Il Prefetto di Terni, che non riconosciamo ulteriori slittamenti delle date annunciate dal Ministro Adolfo Urso che ha individuato per la fine di febbraio 2025 l’iter per la sottoscrizione dell’accordo di programma. Abbiamo chiesto, inoltre, di conoscere il contenuto dell’accordo di programma per come ci è stato annunciato in questi tre anni con il dettaglio del piano industriale, ambientale e sociale.
L’assessore De Rebotti ci ha comunicato che non conosce il contenuto dell’accordo di programma e che negli uffici non risultano atti amministrativi che lo riguardano. Da parte della Regione cisono possibilisoluzioni che accompagnano il percorso fino al 2029 e che il Governo sta lavorando sulla proposta che l’azienda ha avanzato in termini di costi energetici. Da interlocuzioni istituzionali si evince anche che i possibili finanziamenti pubblici possono essere rivisti sia nella misura che negli strumenti, cosa che avevamo percepito anche nella riunione al MIMIT del 09 ottobre 2024, nonostante
smentito da tutti gli attori in quella sede.
Il Sindaco di Terni, invece, ha annunciato che l’accordo di programma lo ha discusso appena trovata la soluzione sulla discarica che inizialmente precludeva il percorso e che altri dettagli non sono potuti essere discussi per espressa volontà dell’azienda. Stefano Bandecchi ha anche annunciato che nell’accordo sulla discarica è previsto un aumento dei livelli occupazionali e che sarà esigibile solo se si sottoscrive l’accordo di programma nel suo complesso. Su Nostra sollecitazione il Sindaco e l’assessore comunale si sono impegnati a fornirci il testo dell’accordo già sottoscritto.
Nonostante la confusione e le contraddizioni si è arrivati ad una sintesi condivisa nelle quale tutte le istituzioni si sono impegnate a fare chiarezza sui tempi e sui contenuti dell’accordo di programma.
FIM-FIOM-UILM-FISMIC-UGL hanno richiamato per l’ennesima volta tutte le istituzioni alla massima condivisione e responsabilità nel bene comune e a difesa dei livelli occupazionali, della strategicità e sviluppo del sito industriale nei mercati globali.

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