Una giornata per il Bondone. Domenica 9 febbraio è confermata la manifestazione sulla montagna di Trento, promossa da 24 associazioni del territorio nell’ambito della mobilitazione nazionale “La montagna non si arrende”. Le associazioni in una nota rispondono a chi le aveva criticate spiegando che il progetto della grande funivia presenta lacune e incongruenze: «Anche in Trentino continua a essere diffusa una visione puramente antropocentrica della montagna. Vogliamo innanzitutto ribadire che il nostro principale obiettivo è denunciare la scarsa attenzione delle amministrazioni pubbliche – locali, provinciali e nazionali – nei confronti della tutela del fragile ecosistema montano in cui viviamo. Troppo spesso si continuano a finanziare opere ad alto impatto ambientale che, dietro apparenti benefici immediati per pochi imprenditori, nascondono conseguenze negative per la collettività e per le future generazioni». Il riferimento è proprio ai progetti che riguardano la montagna della città come il tanto atteso, dagli operatori, bacino per la neve artificiale o la funivia: «In merito al Bondone, riteniamo importante chiarire alcuni aspetti, sottolineando al contempo la limitatezza della posizione secondo cui solo chi abita o lavora in montagna abbia il diritto di esprimersi. La nostra contestazione riguarda la scelta di realizzare un bacino artificiale, invece di esplorare strategie per ridurre la dipendenza economica dalla presenza di neve. Siamo consapevoli dell’importanza dei posti di lavoro legati al settore sciistico e non chiediamo certo la chiusura dei comprensori. Tuttavia, alla luce dell’innalzamento delle temperature, riteniamo fondamentale che la politica si attivi per promuovere una transizione lungimirante, in modo da tutelare queste professioni prima che il cambiamento climatico imponga crisi ancora più gravi al turismo invernale. Anche per questo continuiamo ad opporci ad un altro bacino artificiale in Bondone, specialmente nell’area delle Viote».
Le associazioni ne hanno anche per la funivia: «Dopo la risposta del Comune di Trento, continuiamo ad avere perplessità sulla variante tecnica e sulla futura funivia: la funivia del Bondone non raggiungerà i paesi di Sopramonte e Candriai, che invece potrebbero trarre un reale beneficio da una mobilità via fune. E’ poco probabile che la funivia incentivi nuovi insediamenti residenziali a Vaneze e Vason, località isolate e prive di un piano di sviluppo organico. Permangono forti dubbi sulla sostenibilità dell’investimento pubblico per la realizzazione della funivia: senza la chiusura della viabilità stradale, rischia infatti di rimanere ampiamente sottoutilizzata. La pianificazione della mobilità sul Bondone dovrebbe coinvolgere anche i residenti degli altri versanti della montagna e dei comuni limitrofi. Non abbiamo mai parlato di overtourism sul Bondone; tuttavia, considerato l’auspicio di avere un milione di utenti annui per la funivia, riteniamo indispensabile condurre un’analisi approfondita sulla gestione e sull’impatto». Il ritrovo per i partecipanti alla camminata di domenica sarà alle 8 e mezzo al parcheggio ex Zuffo a Trento, nei pressi del viadotto.
Una manifestazione che nella giornata di oggi ha ricevuto anche l’endorsement di Alleanza Verdi Sinistra, partito che siete nei banchi della maggioranza in Comune a Trento.
«Alleanza Verdi Sinistra, in quanto forza politica impegnata nell’integrazione tra sicurezza ambientale e sociale, sostiene con convinzione la mobilitazione nazionale del 9 febbraio “La montagna non si arrende” e l’evento organizzato sul Monte Bondone da oltre venti associazioni locali – scrive il partito in una nota – Domenica saremo al loro fianco per difendere le nostre montagne, senza per questo – come qualcuno ha insinuato – danneggiare l’economia montana trentina. Al contrario, si vuole proporre una transizione giusta, consapevole delle sfide poste dall’innalzamento delle temperature. Il mondo politico ed economico, a livello sia locale che nazionale, non può continuare a sostenere un’idea anacronistica della montagna e della sua economia, ancora troppo legata alla presenza di neve».
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