La qualità dell’aria in Italia: pubblicato il report di Legambiente “Mal’Aria di città 2025”

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Pubblicato da Legambiente il consueto rapporto annuale “Mal’Aria di città 2025” sulla qualità dell’aria nei capoluoghi di provincia italiani.

L’Italia continua a mostrare livelli preoccupanti dei principali agenti inquinanti pericolosi per la salute, con molte città che superano i limiti di sicurezza per il particolato fine (PM10, PM2.5), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono troposferico (O3). Sebbene vi siano stati miglioramenti rispetto agli anni precedenti, il Paese rimane indietro rispetto agli obiettivi ambientali europei e dell’OMS.

La recente Direttiva europea ha infatti fissato limiti più restrittivi rispetto agli attuali, cui attenersi entro il 2030, con l’obiettivo di avvicinarsi sempre di più alle raccomandazioni dell’OMS per la protezione della salute umana.

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La qualità dell’aria in Italia

Queste le mappe delle città capoluogo con concentrazioni di PM10 e NO2 più alte in Italia. 

Relativamente al PM10, nel 2024 ben 25 capoluoghi di provincia hanno superato il limite massimo consentito di 35 giorni con concentrazioni superiori a 50 µg/m³ di PM10. Tra le città più inquinate figurano: Frosinone (70 giorni di sforamento), Milano (68 giorni), Verona (66 giorni), Vicenza (64 giorni), Padova e Venezia (61 giorni). A livello di media annuale del PM10, città come Verona, Cremona, Padova e Catania dovranno ridurre le concentrazioni fino al 39% per rispettare i nuovi limiti del 2030. Complessivamente ben il 71% delle città saranno fuorilegge rispetto ai nuovi limiti di Pm10 che entreranno n vigore dal 2030.

Per quanto riguarda l’inquinamento da biossido di azoto (NO2), su cui ha un impatto considerevole il traffico veicolare, sebbene nessuna città abbia superato l’attuale limite 40 µg/m³, molte centraline urbane hanno registrato livelli superiori. Le città più critiche includono: Napoli e Palermo (40 µg/m³), Milano, Como e Catania (32-33 µg/m³), Torino e Roma (30-31 µg/m³). Per rispettare i limiti previsti dal 2030, il 45% delle città dovrà ridurre le emissioni di NO2 di oltre il 20%, con alcune città come Napoli, Palermo e Milano che necessitano riduzioni fino al 50%.

Il Report di Legambiente contiene anche un focus sull’inquinamento da ozono. L’ozono troposferico è un inquinante secondario che si forma nell’atmosfera a seguito di reazioni chimiche tra ossidi di azoto (NOx) e composti organici volatili (COV), in presenza di radiazione solare. Questo inquinante è particolarmente critico nei mesi estivi, quando le elevate temperature favoriscono la sua formazione.
L’ozono è dannoso sia per la salute umana, causando problemi respiratori e cardiovascolari, sia per gli ecosistemi, riducendo la produttività agricola e danneggiando la vegetazione. Secondo i dati di Legambiente, l’Italia ha registrato nel 2024 numerosi superamenti del valore obiettivo di ozono per la protezione della salute, specialmente nel Nord del Paese. Per ridurre le concentrazioni di ozono troposferico, è fondamentale intervenire sulle emissioni di precursori come NOx e COV, attraverso il controllo del traffico veicolare, l’adozione di tecnologie industriali meno inquinanti e una riduzione delle emissioni agricole, in particolare quelle legate agli allevamenti intensivi e all’uso di fertilizzanti.

La situazione nelle città della Toscana

Le città toscane, pur non posizionandosi tra le città più inquinate d’Italia, non sono esenti da criticità. Secondo i dati riportati (vedi tabella), le città capoluogo della Toscana presentano concentrazioni di PM10 e NO2 che richiedono azioni mirate per il rispetto dei nuovi limiti previsti per il 2030.

mal aria 2025 tabella valori pm10 no2

Questi dati mostrano come Firenze sia la città con le concentrazioni più elevate di NO2, seguita da Siena e Grosseto. La città di Firenze per rientrare nei nuovi limiti dovrà diminuire del 27% le attuali concentrazioni di NO2. Per il PM10, Lucca e Firenze risultano essere tra le città con i valori più alti, richiedendo riduzioni significative (-22% a Lucca e -18% a Firenze) per il raggiungimento degli obiettivi del 2030.

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Proposte di intervento

I principali settori responsabili della qualità dell’aria delle nostre città, oltre alle condizioni meteorologiche che possono più o meno favorire la dispersione degli inquinanti nell’atmosfera, sono il traffico veicolare, soprattutto nelle città più densamente urbanizzate; il riscaldamento domestico e l’uso di combustibili fossili nelle abitazioni; le attività industriali e agricole, che contribuiscono alla formazione di particolato fine e ozono troposferico.
Ed è su questi settori che bisogna intervenire per migliorare la qualità dell’aria e minimizzare l’impatto sulla salute e sui costi sanitari associati.

Legambiente propone le seguenti azioni:
potenziamento del trasporto pubblico e riduzione del traffico privato, incentivando la mobilità sostenibile e leggera;
riprogettazione dello spazio urbano, con l’estensione delle aree ciclo-pedonali, secondo l’approccio “15-minuti”, comuni e quartieri dove tutti i servizi essenziali sono raggiungibili a piedi in un quarto d’ora. Ripensare, quindi, l’intero assetto delle città per renderle a misura di uomo e non di macchine;
limitazione delle emissioni industriali attraverso tecnologie meno inquinanti;
efficientamento energetico degli edifici per ridurre l’uso di combustibili fossili nel riscaldamento domestico;
riduzione dell’inquinamento agricolo, specialmente nelle zone rurali limitrofe alle città.

Conclusioni

Il messaggio del Report di Legambiente è forte e chiaro: occorre accelerare le misure di contrasto all’inquinamento atmosferico. Il 2030 è alle porte e il rispetto dei nuovi limiti necessita misure coraggiose ed urgenti.

Attualmente, le città del Nord risultano le più critiche a causa dell’elevata concentrazione di attività industriali, della densità del traffico e delle condizioni meteorologiche sfavorevoli, che favoriscono il ristagno degli inquinanti. Tuttavia, anche il Centro-Sud presenta problematiche significative, soprattutto nelle aree metropolitane caratterizzate da alti livelli di emissioni dovute ai trasporti e al riscaldamento domestico.

Le città della Toscana, pur avendo livelli di inquinamento atmosferico meno critici rispetto ad alcune zone del Nord, devono comunque affrontare importanti sfide per migliorare la qualità dell’aria.

Per raggiungere gli obiettivi prefissati sarà essenziale adottare politiche ambientali più rigorose, che includano incentivi alla mobilità sostenibile, il potenziamento del trasporto pubblico, l’incremento delle aree verdi urbane e la promozione di pratiche industriali a basso impatto ambientale. Inoltre, il coinvolgimento attivo dei cittadini e delle istituzioni sarà cruciale per sensibilizzare l’opinione pubblica e favorire un cambiamento nei comportamenti quotidiani. Solo attraverso un impegno congiunto tra governo, enti locali e comunità sarà possibile garantire un futuro più sano e sostenibile per tutti.

 

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