un carabiniere fra i 39 arrestati. Banda rubò anche a casa di Pierina Paganelli

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Rimini, 5 febbraio 2025 – Un’importante operazione quella condotta dalle prime luci dell’alba dal Comando Provinciale Carabinieri di Rimini. La banda sgominata con 39 arresti e che operava in tutta Italia, era dedita al traffico di droga e ai furti in casa. Tra gli arrestati anche un carabiniere in servizio a Rimini. L’organizzazione potrebbe essere responsabile anche del furto in casa di Pierina Paganelli, uccisa il 3 ottobre 2023.

L’operazione si è svolta nei territori di:

  • Rimini
  • Bologna
  • Campobasso
  • Cagliari
  • Forlì-Cesena
  • Imperia
  • Milano
  • Monza
  • Parma
  • Piacenza
  • Pesaro
  • Ravenna

Maxi operazione

Le 39 persone arrestate sono accusate di rapina, furti in abitazione, traffico e spaccio di stupefacenti. L’ordinanza di applicazione delle misure cautelari è stata emessa dal GIP del Tribunale di Rimini su richiesta della locale Procura della Repubblica.

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L’operazione ha coinvolto oltre 200 carabinieri ed è stata condotta non solo nella provincia di Rimini, ma anche in altre undici province italiane, tra cui Bologna, Milano, Parma e Pesaro. Sono stati impiegati reparti speciali dell’Arma, tra cui unità cinofile, elicotteri e le Polizie Locali di Rimini e Riccione.

L’indagine, condotta dai Carabinieri della sezione operativa di Riccione, ha avuto inizio lo scorso inverno a seguito di una serie di furti in abitazioni della Riviera. Gli investigatori hanno scoperto che dietro questi reati vi era un’organizzazione criminale composta interamente da cittadini albanesi, alcuni dei quali venivano reclutati appositamente dall’estero per compiere i reati, per poi essere rimpiazzati da nuovi affiliati.

Vasta operazione antidroga condotta dal comando provinciale dei Carabinieri di Rimini, parte del materiale sequestrato

Furti e traffico di cocaina

Oltre ai furti, il gruppo era coinvolto nel traffico di cocaina, che veniva acquistata da connazionali operanti anch’essi in Riviera. Per evitare di essere scoperti, i criminali adottavano un turnover costante degli spacciatori e utilizzavano basi operative mobili. Tuttavia, grazie a un’intensa attività di monitoraggio, i carabinieri sono riusciti a ricostruire il loro modus operandi e a raccogliere prove fondamentali per l’operazione odierna.

Oltre 250 chili di droga sequestrati

L’attività investigativa ha portato a numerosi arresti e sequestri di droga e beni di lusso. Sono stati effettuati trenta arresti in flagranza di reato e sequestrati complessivamente 253 kg di cocaina e 40 kg di hashish. Il valore dello stupefacente sequestrato è stato stimato in oltre otto milioni di euro e, una volta tagliato e suddiviso in dosi, avrebbe fruttato ai membri della struttura criminale oltre venticinque milioni di euro.

Gioielli, orologi di lusso e capi firmati

Oltre agli stupefacenti, è stata recuperata refurtiva per un valore complessivo di ottocentomila euro, tra cui gioielli, orologi di lusso e capi firmati per decine di migliaia di euro. Sono state inoltre sequestrate sei pistole, quattro fucili e numerose munizioni, a conferma del livello di pericolosità del gruppo criminale.

Tra le operazioni più rilevanti si segnala il sequestro di 203 kg di cocaina avvenuto il 27 settembre scorso tra Milano e Vimercate, e un’altra operazione a Imola, nel mese di novembre, che ha portato al sequestro di venti kg di droga.

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Le indagini hanno permesso di accertare che parte dei proventi illeciti derivanti dai furti veniva reinvestita nell’acquisto di stupefacenti. Il gruppo criminale aveva contatti con fornitori in Belgio, Olanda e Gran Bretagna, confermando la dimensione internazionale del traffico di droga.

Le forze dell’ordine hanno inoltre individuato una rete parallela di supporto composta da compagne italiane dei criminali albanesi, anch’esse arrestate, che si occupavano di trasportare e confezionare la droga.

Traffico droga e furti, arrestato anche un carabiniere

Traffico droga e furti, arrestato anche un carabiniere

Un carabiniere tra gli arrestati

Tra gli arrestati vi è anche un carabiniere in servizio nella provincia di Rimini, accusato di aver organizzato una rapina ai danni di un conoscente. L’uomo, insieme alla moglie e ad altri tre complici albanesi, avrebbe fornito informazioni sugli spostamenti della vittima per facilitare l’aggressione e il furto di un orologio di grande valore. Il militare era stato attentamente monitorato durante l’indagine per evitare che potesse abusare della sua posizione. I suoi complici albanesi lo chiamavano ‘il maresciallo’. Il ruolo del carabiniere, 60 anni originario di Catanzaro, in servizio al comando provinciale di Rimini, sarebbe emerso nel corso delle intercettazioni di cinque soggetti in ordine a una rapina portata a segno la scorsa estate a Rimini. La vittima, un residente riminese, facendo rientro a casa la sera del 4 agosto, era stato avvicinato da due giovani che, travisati con passamontagna, lo avevano aggredito sottraendogli un orologio di pregio del valore di almeno 45mila euro. A conclusione di complesse indagini, sono stati identificati i complici: un terzo cittadino albanese, il carabiniere e la moglie. Secondo le indagini proprio il carabiniere con la moglie avevano organizzato la rapina in danno di un amico col quale l’appuntato aveva trascorso la serata. Mentre era col conoscente il carabiniere informava gli albanesi degli spostamenti fornendo i dettagli necessari sulla vittima. Il militare, per l’intera durata delle indagini, è stato attentamente monitorato dagli organi investigativi dell’Arma per accertarsi che non ponesse in essere nuove condotte criminali o potesse trarre vantaggi dalla sua posizione di appartenente alle forze di polizia. I presunti autori del fatto sono stati tutti ristretti in carcere, così come un sesto cittadino albanese che dovrà rispondere del reato di riciclaggio, mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

Banda implicata nel furto a casa di Pierina Paganelli

Uno dei gruppi indagati nella vasta operazione antidroga dei carabinieri di Rimini potrebbe essere implicato nel furto in casa di Pierina Paganelli avvenuto lo scorso 29 dicembre. Questa una delle ipotesi su cui stanno lavorando i carabinieri di Rimini, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani. Tra i vari furti che per gli inquirenti sarebbero stati messi a segno da parte degli indagati ci potrebbe essere anche quello nell’appartamento ancora sotto sequestro della donna uccisa in via del Ciclamino a Rimini, il 3 ottobre del 2023. I ladri in casa di Pierina erano entrati dalla finestra del balcone e dopo aver smurato una piccola cassaforte erano usciti dalla porta principale rompendo i sigilli della Polizia di Stato. Poi la cassaforte aperta era stata rivenuta in un campo nei pressi di via Del Ciclamino.

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