Messina. La crisi del commercio discussa in aula consiliare tra accuse, proposte e suggestivi richiami a… un ‘ponte decennale’

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Che fosse sbagliato imputare ( come avviene) all’isola pedonale di Viale San Martino la colpa della crisi del commercio in città  lo abbiamo già detto. Ne è prova che anche in provincia e nel resto d’Italia la situazione è, più o meno, uguale. Ma è anche vero che predisporre un piano per attenuare la portata del ‘disastro’ economico è ormai un’impellenza.

Ne avevamo parlato su queste pagine qualche settimana fa, con l’assessore al Commercio, Massimo Finocchiaro. Ieri, l’argomento è stato trattato in Consiglio comunale, con lo stesso rappresentante di giunta, i consiglieri e  i rappresentanti di associazioni e commercianti.

Un faccia a faccia reso necessario dopo l’impietosa relazione della Camera di Commercio: 132 saracinesche abbassate in città, mentre l’intera provincia ne segna 355. Ma basta dare un’occhiata in giro, centro Messina ma anche via Palermo, Provinciale, per dare ragione ai numeri forniti dal citato report.

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E, come detto, la crisi del commercio investe l’intera Italia, complici soprattutto le vendite online. Dunque a Messina, cordoli delle piste ciclabili e isola pedonale del Viale San Martino sono soltanto cause concomitanti del crollo registrato nel settore.

Hanno certamente avuto un peso ma non sono le principali responsabili. Ed ecco che predisporre un piano per attenuare la portata del ‘disastro’ economico è ormai un’impellenza. Ieri in aula consiliare si è discusso di questo nel corso della seduta convocata da Antonella Russo, del gruppo Pd. Russo ha precisato: “Non credo sia l’isola pedonale il problema, altrimenti via Palermo e Provinciale non sarebbero come il centro. Ma il Comune deve dare una mano”.

E con Antonella Russo è d’accordo Alberto Palella di Confesercenti: “Non credo che l’isola pedonale sia il vero problema. Attenzione alla Ztl: se sarà introdotta ci faremo davvero male”.

Già la Ztl. Parliamone. Quella prevista dal Pgtu (Piano generale del traffico urbano) sarà la vera rivoluzione alle abitudini quotidiane dei messinesi. Si parla di VERE  ” Zone a traffico limitato”, nulla a che vedere con quelle attuali, che sono che semplici soste a pagamento. Si parla di chiusura totale del centro, con varchi di accesso solo per specifiche categorie. Dunque interi pezzi di città vietati al grande traffico.

“ Ci faremo davvero male” – ha detto Palella. Ed ha ragione, visto che il “buongiorno” dato dalla chiusura al traffico automobilistico del solo Viale San Martino ha già prodotto i danni al Commercio di cui sopra. Ok condivisi con il resto d’Italia, ma qui si parla di Messina.

 Il pronostico di Ivan Tripodi, della Uil: “La Ztl sarà la tomba del commercio a Messina, ricordiamo che dietro ogni negozio ci sono lavoratori e famiglie”.

La soluzione, per Pippo Trischitta ( Sud chiama Nord) consiste in un ‘cambio di destinazione’: “Il commercio cambia come le zone d’interesse, nei prossimi anni il Centro di Messina si spopolerà ancora a vantaggio commercialmente della zona sud”.

Sulla stessa linea Pietro Franza, in rappresentanza di Sicindustria, che ha sottolineato la valida alternativa al centro: i Centri commerciali della zona sud.

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Dunque sarebbe questa la soluzione? Svuotare di ogni attività commerciale il centro per spostarlo in zona sud? E cosa rimarrà della strada principale di Messina? Un lungo corridoio attraversato dal tram, percorso dai soli residenti per sgranchirsi le gambe o magari portare il cane a passeggio? Niente bar, niente negozi ( ovvio che chiuderanno anche i pochi rimasti), tranne un supermercato, tre farmacie e qualche banca?

Se l’obiettivo era distruggere Messina la strada è questa.

E ha detto bene l’assessore Finocchiaro: “ Evidentemente sono i piani viabilità di tutta Italia che non funzionano”, visto che la crisi del commercio riguarda anche province considerate ricche”. Ok, lui lo ha detto provocatoriamente, ma senza volerlo ha ammesso una verità inconfutabile: vendite online a parte ( maggiori responsabili)  le modifiche alla viabilità hanno nuociuto al commercio.

LE POSSIBILI SOLUZIONI PER MESSINA

Calmierare gli affitti. Un ‘buco’ di negozio in centro città arriva a costare 4mila euro al mese. E sul punto Finocchiaro ci aveva già detto nel corso dell’intervista a questa testata:  “Stiamo studiando la possibilità di intervenire sul caro affitti e vogliamo incentivare l’utilizzo ai fini commerciali di botteghe attualmente sfitte, di proprietà del Comune.”

 Ieri, in aula, l’invito alla ‘partecipazione’, da parte dell’assessore: “Bisogna creare un tavolo permanente, ma c’è bisogno di condivisione. Sono stati fatti dei tavoli e man mano è finita che non si è presentato più nessuno. Sediamoci e parliamoci in maniera chiara e onesta”.

Bene un tavolo tecnico nel quale discutere con finalità di ripresa del commercio in città e non decentrato esclusivamente a sud ( zona che ha comunque ragione di esistere commercialmente). Bene un tavolo tecnico che valuti anche l’improponibile per l’amministrazione comunale: vale a dire rimodulare alcune delle evidenti ed innegabili modifiche apportate, quali i cordoli delle piste ciclabili e gli alberelli.

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E’ questa la proposta di ‘Prima l’Italia’: “ Salvare il commercio eliminando i cordoli sul Viale San Martino e gli alberi nelle parallele e perpendicolari, per piantumarli altrove”. E poi, il Comune metta le mani tasca: “Introduca nel bilancio comunale somme destinate al sostegno delle attività commerciali locali”.

Infine, a fronte di quanto venuto fuori, appare scontato che a Messina, su una crisi del commercio ormai talmente radicata, bisogna intervenire con soluzioni immediate e di pronto respiro. Pertanto stupisce che ieri in aula, Giuseppe Trischitta ( ScN) e Cosimo Oteri ( Lega) abbiano ribadito cheil ponte sullo Stretto sarà di grande rilancio per Messina”.

Ok, lo sarà, ma si parla di minimo 10 anni. E come dice un vecchio detto popolare: “mentre il medico studia, il paziente muore”.  

 



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