INTELLIGENCE, NICCOLÒ CUPPINI AL MASTER DELL’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA: “VIVERE NELLO SPAZIO: IL FUTURO DELLA VITA URBANA”:

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“Vivere nello spazio: passati, presente e futuro della vita urbana” è il titolo della lezione tenuta da Niccolò Cuppini, docente presso la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

L’introduzione di Caligiuri ha evidenziato come la crescita demografica della popolazione globale e la ricerca di nuove risorse ambientali aprano nuove frontiere nell’esplorazioni di più dimensioni, quali i fondali sottomarini e lo spazio. Le implicazioni politiche, economiche e sociali che ne derivano, necessitano di essere analizzate, interpretate e previste risultando dunque, di fondamentale importanza nel campo dell’Intelligence e della sicurezza globale.

Cuppini ha risarcito illustrando come oggi le dimensioni abbiano confini sempre meno netti e definiti, generando effetti intrecciati.

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Basti pensare all’evoluzione del concetto di conflitto armato. Infatti, se fino alla fine del XIX secolo fosse concepito univocamente come terrestre o navale, a partire dal XX secolo si espande alla dimensione aerea.

Nel XXI secolo il conflitto armato si è esteso a tutti i domini, includendo anche le dimensioni sottomarine e spaziali.

Ne sono un esempio l’uso di tecnologie militari satellitari e il sabotaggio di infrastrutture critiche, come il gasdotto Nord Stream durante la guerra in Ucraina.

La continua interazione tra le dimensioni però non è un aspetto tangibile solo nei conflitti armati, poiché nella vita di tutti i giorni, ci rendiamo conto di essere immersi in una dimensione “planetaria” in cui ogni oggetto, interazione e informazione di cui usufruiamo utilizza una serie di segnali provenienti dall’intreccio di diverse dimensioni.

Se un tempo lo spazio era dominato esclusivamente da USA e Russia, mosse dalla ricerca scientifica per contendersi un primato, oggi non solo Cina, India ed Europa, ma anche imprenditori visionari e grandi società private, finanziate da enti istituzionali e fondi d’investimento, stanno investendo miliardi nello sviluppo di infrastrutture spaziali con il fine di monopolizzare la dimensione sottomarina ed extra-orbitale.

In particolar modo, il ruolo di attori privati genera nuovi obiettivi economici e geopolitici, trasformando la corsa a tale dimensione un’opportunità di business.

L’interesse strategico-militare, seppur sia stato sempre presente, oggi è aumentato esponenzialmente vista l’importanza del predominio spaziale in materia di telecomunicazioni riservate, mappature satellitari e accesso a tecnologie avanzate.

Cuppini ha poi sollevato due criticità in merito alla Space Economy: mancanza di sostenibilità, poiché la corsa allo spazio non può essere senza limiti e quando dovremmo salvaguardare la Terra anziché cercare nuovi pianeti da abitare; privatizzazione dello spazio, perché ciò che un tempo veniva considerato un bene comune dell’umanità, rischia di essere un potere politico ed economico nelle mani di pochi colossi finanziari.

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Il docente ha poi evidenziato come l’apertura di nuove frontiere abbia ridefinito il concetto di zona urbana, la quale non è più da intendersi come qualcosa di separato rispetto alle zone rurali, bensì un agglomerato di edifici ed infrastrutture fisiche e digitali costituite da città e campagne totalmente interconnesse tra loro.

La crescente interconnessione tra spazio e vita quotidiana pone domande fondamentali sul futuro.

La globalizzazione, infatti, sta cambiando volto e non può essere più definita un fenomeno esclusivamente terrestre.

L’urbanizzazione planetaria è già in atto. Infatti, oggi non esistono più città isolate ma sistemi collegati che attraversano mari, cieli e l’orbita terrestre. Per capire tale cambiamento è necessario comprendere quali siano stati i fattori che hanno portato alla concezione di città moderna.

Tramite un’interessante rievocazione storica, Cuppini ha analizzato come il sia evoluto concetto di “città”.

La prima definizione è quella della Polis, città-stato non strettamente intesa come luogo fisico bensì come comunità politica.

Successivamente Civitas, concetto diametralmente opposto al primo, inteso come aggregazione di coloro i quali godono dello stato giuridico di cittadini

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Infine, c’è la definizione di Urbs, ovvero città intesa da un punto di vista fisico, comprensiva di cittadini, edifici e infrastrutture.

Il confronto tra i tre termini, evidenzia come i modelli politici e culturali delle città strutturino il nostro modo di pensare alla società e all’individuo.

La lezione è poi proseguita con due esempi: Parigi e Barcellona. Con l’avvento della modernità, distinta dai concetti di Stato ed economia capitalistica, le scelte urbanistiche sono state dettate da un progetto politico ed economico che intendesse l’urbanizzazione come una dimensione fluida in continua espansione, finalizzata allo sviluppo economico.

Il 96% delle merci attualmente viene trasportato tramite navi porta container lungo le autostrade del mare, i voli intercontinentali solcano gli oceani senza soluzione di continuità, le infrastrutture vitali, come cavi internet, oleodotti e gasdotti viaggiano lungo i fondali marini, e i satelliti ci permettono telecomunicazioni, previsioni atmosferiche, mappature, connessioni GPS in maniera integrata.

Possiamo dunque intendere, come ci insegna il passato, che la globalizzazione ha plasmato il nostro concetto di società e di individuo rendendoci interconnessi con il mondo intero.

La teoria dell’Urban Age World, elaborata dalle Nazioni Unite, afferma che, a partire dal 2007, più del 50% della popolazione globale vive in città anziché in aree rurali.

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Tale tesi è la prova che la condizione di vita dell’umanità, per la prima volta nella storia, sta cambiando ed è destinata a evolversi.

Il docente ha affermato che l’innovazione urbana non riguarda solo il nostro pianeta.

Il progetto Moon Village, infatti, propone un insediamento lunare autosufficiente, capace di produrre energia, acqua ed aria.

La Società di Elon Musk “Space X” sta lavorando per rendere questo scenario concretamente realizzabile, sviluppando tecnologie per il trasporto di materiali, necessari alla costruzione di città sulla Luna.

Anche sulla Terra si iniziano a sperimentare nuove città futuristiche come Neom e le così dette Smart Cities.

Siamo già nel mezzo di una rivoluzione: la nuova corsa allo spazio, l’urbanizzazione planetaria e il nostro modo di vivere, lavorare ed interagire.

Tutti questi fenomeni, seppure apparentemente lontani dall’Intelligence, ne rappresentano un aspetto fondamentale.

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Infatti, ha concluso Cuppini, per comprendere e prevedere il futuro dobbiamo imparare a leggere ed interpretare i cambiamenti in un’ottica sempre più globale ed interplanetaria.



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