Ponte: Messina “cavia” e “colonia”.

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Siamo continuamente costretti a subire una propaganda a senso unico fatta con i soldi dei cittadini perché inserita nel finanziamento del MIT di Salvini per la comunicazione sul progetto Ponte.

Di nuovo si susseguono date in cui iniziare i lavori e addirittura date in cui si potrà attraversare il Ponte sullo Stretto. E ciò, nonostante ancora non sia stato approvato il progetto definitivo.Inoltre stiamo vedendo che la Società Stretto di Messina si è trasformata in una sorta di “befana” portatrice di doni per la nostra città e addirittura la Società di Salini che dovrebbe utilizzare i 14 miliardi per la realizzazione della infrastruttura e di tutte le altre opere connesse si candida a risolvere, chiaramente dietro ulteriori corposissimi affidamenti di lavori, tutta una serie di endemiche problematiche che riguardano non solo Messina ma tutta la Regione Sicilia.

Ma nonostante ciò viene naturale esprimere perplessità, che vanno ad aggiungersi alle nette e coerenti posizioni contrarie espresse con forza da Comitati e Associazioni di Soggetti politici e sociali, e cittadine e cittadini. E vorremmo che qualcuno dei” laudatori” del Ponte che ci subissano di dichiarazioni e note glorificatorie avesse l’onestà mentale di dire delle semplici verità, dopo averci propinato “la bufala” che il “sistema Ponte” nel suo complesso verrà realizzato in pochi anni. E, cioè, che tutto il territorio messinese subirà un impatto pesantissimo per un periodo molto lungo, con un aumento dei livelli (peraltro già alti) di inquinamento ambientale in tutti i suoi aspetti, con un riflesso altamente negativo sulla “vivibilità” della Comunità messinese. Perché un sistema infrastrutturale così articolato e complesso, con una serie di necessarie opere connesse e di collegamento con il Ponte, in alcuni casi definite “compensative”, cioè per “compensare” i danni che si subiranno, non potrà essere concretizzato in poco tempo. Si tratta di opere come gallerie e viadotti, per la cui realizzazione verranno “sventrate” colline argillose, già messe a dura prova dalla speculazione edilizia e dagli incendi, e assi di collegamento ferroviario con correlate “sottostazioni”. Opere per cui verrà “prodotto” un enorme e incalcolabile quantitativo di materiale di risulta, che abbisognerà di enormi aree di discariche, il cui utilizzo avrà riflessi incontestabili sulle vie di collegamento cittadine e sul traffico.

Dato che in più di un decennio centinaia di mezzi pesanti al giorno “occuperanno” gli assi viari sia a monte che a valle comprese le litoranee, in tutte le stagioni.

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Senza contare che tonnellate di materiale necessario per tutte le opere da realizzare, che in larghissima parte verranno trasportate via mare, necessiteranno di approdi adeguati con aree di stoccaggio che non si comprende bene dove siano stati individuati, dato che è presumibile che non possano essere scaricati nelle aree portuali fra navi da crociera, traghetti e aliscafi, né tanto meno agli approdi di Tremestieri in cui non è stata realizzata la piastra logistica, e che vedranno intensificare il loro utilizzo per i collegamenti marittimi.

Avremo così una città posta sotto “stato d’assedio”, come naturale conseguenza di quella logica” coloniale” che sta dietro tutta l’ operazione Ponte.

“Operazione Ponte” portata avanti con soldi pubblici e non privati e sottratti ad altre esigenze più impellenti, quali, soprattutto, la messa insicurezza di tutto il territorio cittadino che presenta gravi criticità a causa del dissesto idrogeologico che lo caratterizza. Operazione promossa da una ben individuata lobby politico-imprenditoriale e affaristica, che, però, alla luce di diverse “attenzioni” annunciate in varie” passerelle”, per altre porzioni di territorio cittadino, oggetto di pianificazioni urbanistiche ed edilizie, potrebbe trasformarsi in “Operazione Messina” in senso lato. E così Messina non sarebbe soltanto “cavia” per un periodo non definibile, ma anche “colonia”, con, su un ipotetico sfondo, l’ombra sinistra del Ponte che si staglierebbe non solo su quel tratto di mare fra Scilla e Cariddi, che perderebbe la sua “anima mitica”, ma sulla intera città…

Gruppo di Iniziativa e Resistenza Civica “RispettoMessina”



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