Una delegazione dell’Opera Don Calabria ricevuta ieri pomeriggio al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Dopo un momento di saluto ha preso la parola il Casante dell’Opera, don Massimiliano Parrella, che ha illustrato al Presidente la realtà della Famiglia Calabriana in Italia e nel mondo con le attività in campo sociale, educativo, sanitario e pastorale. Nel suo discorso don Parrella ha ringraziato il presidente per la sua vicinanza, manifestata con la precedente visita da lui effettuata all’ospedale Divina Provvidenza di Luanda, in Angola, nel 2019 e con l’udienza concessa ai responsabili dell’Opera a Salvador de Bahia durante la recente visita di stato in Brasile. Il Casante ha concluso parlando delle sfide che l’Opera sta incontrando e dell’impegno non al servizio dei più fragili nelle periferie del mondo.
A seguire è intervenuto Claudio Cracco, amministratore delegato dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, il quale ha presentato il nosocomio calabriano spiegando la mission affidata dal fondatore (che si può riassumere con la frase di don Calabria “il malato dopo Dio è il nostro padrone”) e descrivendo le eccellenze mediche presenti, con riferimento tra le altre alle malattie infettive e tropicali e all’impegno in campo oncologico.
Poi è intervenuto il presidente che ha indirizzato un messaggio di apprezzamento per la figura di San Giovanni Calabria e per il lavoro svolto dall’Opera in Italia e nel mondo.
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All’incontro erano presenti anche fratel Gedovar Nazzari, economo generale della congregazione e presidente dell’ospedale di Negrar; Giovanna Martelli, consulente per le relazioni istituzionali dell’Opera; il dr. Claudio Bianconi, responsabile dei progetti sanitari internazionali; Matteo Cavejari, responsabile comunicazione dell’ente.
Al termine sono stati consegnati al Presidente Mattarella alcuni doni simbolici. Tra questi:
- un quadro dipinto da un ragazzo disabile del Centro Polifunzionale Don Calabria di Verona, raffigurante la Gioconda (lo stesso autore è stato tra i vincitori del concorso per realizzare i biglietti della Lotteria Italia dello scorso gennaio);
- alcuni biscotti realizzati dal laboratorio “Cotti in fragranza”, iniziativa portata avanti dall’Opera nel carcere minorile Malaspina di Palermo per formare i giovani detenuti ad una professione da intraprendere una volta usciti;
- un barattolo di miele prodotto dai bambini di strada accolti nella casa dell’Opera a Nakuru (Kenya);
- una biografia di san Giovanni Calabria;
- un modellino in bronzo della statua del santo collocata fuori dall’ospedale di Negrar;
- un libro che illustra la storia e i recenti sviluppi del nosocomio calabriano.
Don Massimiliano Parrella insignito motu proprio al Merito
«C’è una significativa pattuglia il cui spirito di solidarietà ha solide radici nel Veneto tra le 31 onorificenze al merito della Repubblica, concesse dal Capo dello Stato per premiare quei cittadini che si sono distinti per esempio civico, attività di volontariato, inclusione sociale o atti di eroismo. Esprimo le mie felicitazioni a Marisa Coccato, don Massimiliano Parrella, a Domenica Turi e Antonio Stellato. Di loro siamo molto orgogliosi».
Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia si congratula con i veneti insigniti motu proprio al Merito della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella.
«Nei meriti riconosciuti a questo quattro cittadini c’è uno spaccato del meglio della nostra terra – aggiunge il Governatore -. La croce di ufficiale a Marisa Coccato premia l’impegno di una madre che ha saputo trasformare il dolore più grande per un genitore in spirito di servizio e speranza per i piccoli pazienti dell’Azienda Ospedale Università di Padova. Il cavalierato a don Massimiliano riconosce l’aiuto ai più deboli sulla scia del grande Santo veronese don Calabria, quello a Domenica Turi e Antonio Stellato, in servizio a Verona nella Polizia di Stato, fa ammirare due eroi dei nostri giorni, simbolo di tutte le Forze dell’Ordine che ogni giorno operano sul nostro territorio. Insieme compongono un ritratto di un Veneto che non si gira dall’altra parte e che non vuole lasciare indietro nessuno».
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