Il segretario dello Spi Cgil Summa: Una legge sbagliata che oggi, come già preannunciato, rischia di essere un boomerang con l’entrata del mercato libero
“Tutti i nodi stanno venendo al pettine. L’abbiamo scritto e ripetuto a più riprese che la scelta di dare il gas gratis a tutti i lucani indistintamente dal reddito era non solo sbagliata, ma soprattutto un’occasione persa per il futuro della Basilicata e per la possibilità di utilizzare parte di tali risorse per costruire un piano per lo sviluppo e la transizione energetica”. Lo afferma il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa. “Già dall’approvazione della legge in Consiglio regionale da parte di maggioranza e opposizione – continua – come Cgil esprimemmo le nostre criticità e perplessità sul disegno di legge relativo alle misure di compensazioni ambientali derivanti dalle estrazioni petrolifere sia per la mancanza di riferimento alle risorse complessive derivanti dalle compensazioni (200 milioni di metri cubi di gas) e sia sulla scelta di dare il gas gratis a tutti i lucani indistintamente dal reddito. Una misura sbagliata di intervento a pioggia che definimmo uno spreco di risorse.
I settori strategici dell’energia e dell’automotive, perni della nostra economia regionale – aggiunge Summa – sono i settori che stanno subendo la più profonda e incisiva evoluzione e trasformazione connessa alla transizione ecologica. Per questo motivo, investire nei processi di transizione ecologica per riconvertire settori produttivi, creare e salvaguardare posti di lavoro deve essere la priorità. Le risorse finanziarie derivanti dalla disponibilità di circa 200 milioni di metri cubi di gas all’anno dovevano essere vincolate per interventi strutturati di lungo periodo, in grado di generare benessere e occupazione nella nostra regione e soprattutto per evitare che i nostri giovani continuassero a emigrare.
L’aumento esponenziale del prezzo del carburante e delle bollette energetiche sta causando anche riflessi negativi sui prezzi delle materie prime, sui costi dei trasporti e della logistica, che sta generando effetti inflattivi che si ripercuotono gravemente anche sulla ripresa di interi settori produttivi, dall’indotto dell’automotive a quello dell’agroalimentare, dell’edilizia e del manifatturiero in generale.
Con l’entrata del mercato libero – sottolinea il segretario dello Spi Cgil -sarà ancora più difficile gestire una legge già debole, che a nulla è servita se non come spot elettorale per mantenere consensi. Uno strumento di ricatto, di dipendenza dei bisogni sociali e della tenuta dell’economia regionale dalle estrazioni petrolifere”.
Per Summa “il tema va analizzato e approfondito nella sua complessità. È necessario, in questo momento, delimitare il perimetro di distribuzione del gas gratis che deve ricomprendere, senza dubbio, le famiglie che hanno un reddito medio basso e tutti i soggetti svantaggiati. Le altre risorse derivanti dalle compensazioni ambientali andrebbero vincolate a politiche di sviluppo energetico per costruire la filiera produttiva delle energie alternative, diversamente si sta condannando la nostra regione alla dipendenza del fossile senza futuro. E con tutte le conseguenze legate ai possibili danni ambientali, atteso, tra l’ altro, che ormai nella nostra regione il tema dei controlli ambientali sembrerebbe essere stato relegato a una mera attività marginale.
La proposta dello Spi Cgil – conclude – è di dare il gas gratis a chi ne ha bisogno, a partire dagli anziani in condizioni di povertà, e di destinare le risorse finanziarie recuperate dalla vendita del gas non distribuito per la realizzazione di investimenti infrastrutturali, materiali e immateriali sul nostro territorio, per migliorare i servizi del welfare, per sostenere e riconvertire settori produttivi e competenze a oggi in forte trasformazione e in crisi, per investire sulle comunità energetiche e sulle nuove fonti di energia alternativa. Investimenti, questi, necessari per rendere efficienti i servizi sul nostro territorio e che troverebbero la condivisione anche delle fasce di reddito più alte”.
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