Reggio Calabria è diventata una città insicura. La gente ha ormai paura di uscire la sera, comprensibilmente; a maggior ragione ha paura di mandare in giro i propri figli in quella che ormai è diventata una realtà pericolosa. Molto pericolosa. Da anni raccontiamo una grave escalation di criminalità diffusa e degrado legato all’abuso di alcol anche ad età giovanissima, ma negli ultimi mesi la situazione sta davvero degenerando per la diffusione fuori controllo di clandestini spregiudicati per cui la vita non ha valore, e che quindi sono disposti a tutto.
Dopo le aggressioni ai ragazzini sul Lungomare nei mesi scorsi, questo sabato sera è stato un incubo. Poteva essere una strage, dapprima per il Fiorino in fuga dalla Polizia che ha percorso strade contromano a velocità folle, sfiorando decine di persone e anche un paio di bambini, ancora oggi dopo tre giorni in stato di shock, con necessità di farmaci e sostegno psicologico. Un rom di Arghillà non si è fermato all’alt della Polizia e ha provocato un inseguimento nelle strade del centro: dal Lungomare, è arrivato fino a Catona percorrendo Santa Caterina, Archi, Gallico, il tutto a velocità inaudita a bordo di un mezzo vetusto, per fuggire agli agenti che ovviamente andavano più veloci di lui ma hanno dovuto trovare un modo per fermarlo.
Poteva finire come Ramy a Milano, dopotutto non è una novità che chi scappa dalle forze dell’ordine rischia consapevolmente di morire in tutti i Paesi del mondo. Il problema è che mette a rischio anche la vita degli agenti che lo inseguono, e soprattutto di tanti cittadini perbene. Ecco perchè negli USA o in Francia (non stiamo parlando di Iran o Russia bensì dei Paesi che rappresentano la culla della democrazia e della civiltà occidentale), da sempre, non si fanno tanti problemi a sparargli subito addosso: l’obiettivo è evitare che criminali in fuga dalla polizia possano uccidere persone innocenti. E no, non sarà mai la stessa cosa se muore il delinquente che decide di delinquere e di fuggire, o se poi capita che per colpa sua durante l’inseguimento muore un poliziotto o peggio ancora un passante. E’ proprio questo che bisogna a tutti i costi evitare, dopotutto il compito dello Stato è proprio quello di tutelare i cittadini dai criminali.
Dopo poche ore da questo folle caos, è successo che un ragazzo reggino di 22 anni è stato accoltellato nel cuore del centro storico, sul corso Garibaldi all’incrocio con via Biagio Camagna, accanto la Banca d’Italia, da un malvivente che aveva sorpreso all’interno della propria automobile. Riteniamo totalmente infondata la circostanza che stesse rubando l’automobile: si tratta di un nordafricano di circa 30 anni, e non risulta alcun precedente di migranti che rubano auto a Reggio Calabria. Per giunta un’Honda Civic. Probabilmente l’immigrato aveva visto qualcosa che considerava prezioso all’interno del mezzo, oppure era ubriaco e bazzicava in giro delinquendo senza ragione.
Di certo c’è che il 22enne reggino se l’è vista brutta: appena è tornato nella sua auto, è stato aggredito e accoltellato al collo. Operato d’urgenza al GOM, dov’è arrivato in codice rosso, è stato salvato dai medici del nosocomio reggino che l’hanno sottoposto ad un delicato intervento chirurgico di ricostruzione dei vasi sanguigni e della muscolatura letteralmente strappata via dalla furia del clandestino. Da questa mattina è fuori pericolo, mentre in città le forze dell’ordine sono mobilitate nella caccia al criminale.
Si tratta di un personaggio non conosciuto in città. Le telecamere di videosorveglianza hanno fornito immagini poco chiare, dato l’orario notturno. La Polizia è riuscita a realizzare un sommario identikit, ma sta ancora ricostruendo il percorso della fuga dell’uomo acquisendo immagini di telecamere sparse sul territorio. Sono passati due giorni e la fuga del criminale continua. Rimane, in città, l’angoscia e lo sgomento per una realtà ormai sotto gli occhi di tutti: non si può più stare tranquilli neanche sul corso Garibaldi il sabato sera.
Ancora più grave il fatto che da parte del Sindaco Giuseppe Falcomatà non ci sia stata neanche una parola di solidarietà nei confronti delle vittime di questi episodi folli, e di condanna nei confronti del rom e del clandestino che hanno seminato il panico nel cuore della città da lui amministrata. Forse imbarazzato dalle scelte politiche del suo partito, che ha voluto e favorito l’immigrazione incontrollata in nome di una malintesa “accoglienza“, Falcomatà tace di fronte ad una città che precipita nel baratro di insicurezza e degrado. L’unica voce della maggioranza è stata quella dei consiglieri Castorina, Burrone e Versace che in un comunicato stampa diffuso poco fa hanno parlato di “spiacevole episodio“, sminuendo l’accaduto. Uno “spiacevole episodio” è la Reggina che perde una partita, è un servizio mediatico nazionale o internazionale che evidenzia ed enfatizza i problemi della città, è un incidente stradale senza conseguenze o un ingorgo che provoca disagi e ritardi ai cittadini. Qui, invece, parliamo di barbarie: violenza tribale, ricoveri in codici rossi, operazioni d’urgenza, stragi sfiorate, accoltellamenti sul corso Garibaldi, folli fughe dalla Polizia a 100km/h contromano sul Lungomare. Altro che “spiacevoli episodi“, qui abbiamo davvero rischiato la strage e sempre e soltanto per i soliti rom e clandestini che compromettono la serenità di tutte le persone perbene. Una situazione inaccettabile che si verifica anche in altre città e che rappresenta un problema molto serio sul tema della sicurezza.
Tacere o sminuire, invece, significa essere complici di questo schifo. Averne una sorta di responsabilità culturale e intellettuale. Dobbiamo davvero aspettare che muoia qualcuno o che la gente inizi ad organizzarsi per difendersi da sé, innescando una ulteriore spirale di violenza? Sarebbe l’evoluzione peggiore, ma siamo certi che finirà così se Sindaco, Prefetto, Questore e tutte le autorità dello Stato non assumeranno decisioni forti e dirompenti per ripristinare la sicurezza ormai perduta in questa derelitta città. Perché il singolo episodio occasionale può succedere e capita ovunque. Ma avere ormai persino il centro storico come “terra di nessuno“, il Lido Comunale covo di clandestini e malviventi, il Lungomare e il corso Garibaldi ricettacolo di ubriaconi, senzatetto e immigrati quotidianamente fastidiosi e invadenti nei confronti della brava gente, senza risposte adeguate da parte dello Stato porterà a reazioni inadeguate da parte della stessa gente. Significherà ritrovarsi nella giungla.
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