Knock-in Reverse Convertible su EuroStoxx50 ed EuroStoxx Banks XS2985426258

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Si è aperta lunedì 27 gennaio la fase di collocamento di una nuova serie di certificati Knock-in Reverse Convertible targati Mediobanca, che saranno poi destinati alla quotazione su Cert-X. Lo strumento sarà emesso venerdì 14 marzo a un prezzo unitario di 1.000 euro, che comprenderà una quota di commissioni di collocamento pari al 5,5%, che potranno salire fino a un massimo del 6,25% oltre un certo ammontare di collocato: questi oneri andranno a incidere sul valore di mercato del prodotto, che a parità di altre condizioni sarà quindi inferiore al prezzo di emissione.

Struttura e funzionamento. Questo certificato è riconducibile alla categoria dei cosiddetti “certificati a capitale condizionatamente protetto”, che offrono cioè una protezione del capitale iniziale condizionata al rispetto di un vincolo prefissato da parte del sottostante, cioè dell’asset su cui è costruita la struttura del prodotto, che nell’occasione è rappresentato dalla coppia di indici EuroStoxx50 ed EuroStoxx Banks. Il certificato offrirà inoltre un’opportunità di guadagno di tipo cedolare che sarà per di più svincolata dall’andamento dei due panieri. I rischi del prodotto sono inferiori rispetto a quelli legati a un eventuale investimento diretto sul mercato azionario, per effetto proprio della presenza di una protezione condizionata del capitale, ma anche il potenziale di rendimento è naturalmente più sacrificato.
Il certificato viene offerto con una scadenza di quattro anni e tre mesi (14 giugno 2029) senza alcuna opzione di esercizio anticipato. La logica iniziale dovrà quindi mettere in conto una strategia d’investimento di medio/lungo termine, anche se la disponibilità di un mercato secondario efficiente potrà comunque offrire una via d’uscita anticipata in caso di necessità: sarà infatti sufficiente liquidare il prodotto al prezzo espresso dal mercato in quel momento, per chiudere anticipatamente la posizione. Con cadenza annuale, partendo quindi dalla fine del primo anno (16 marzo 2026), lo strumento pagherà una serie di importi addizionali di ammontare unitario pari al 4,10% lordo del valore nominale: tutti i premi annuali saranno di tipo incondizionato e saranno quindi corrisposti indipendentemente dal comportamento dei due sottostanti coinvolti. Anche in presenza di un forte ribasso di uno o entrambi gli indici in gioco, gli importi annuali saranno sempre regolarmente staccati, garantendo un flusso cedolare complessivo pari al 16,40% lordo in quattro anni e tre mesi, per un rendimento potenziale annuo del 3,80% circa. A scadenza, il rimborso del capitale iniziale dovrà infine sottostare al rischio di mercato, nella misura in cui la garanzia del valore nominale sarà subordinata al rispetto di un livello barriera posto al 40% dello strike. Concretamente, alla data di valutazione finale (7 giugno 2029) potranno verificarsi due scenari alternativi: a) se i due indici chiuderanno entrambi a un livello almeno pari alla barriera, il certificato sarà liquidato al suo prezzo di emissione (1.000 euro) oltre a pagare l’ultimo premio annuale da 41 euro; b) se anche uno solo dei due indici chiuderà invece al di sotto della barriera, avendo quindi maturato una perdita finale superiore al 60% rispetto al valore di riferimento iniziale che sarà definito alla chiusura del prossimo 14 marzo, il certificato rimborserà un importo commisurato alla performance finale dell’indice peggiore. Anche in questo scenario sarà comunque sempre pagato l’ultimo premio annuale da 41 euro.

Rischio/rendimento. Questo certificato ha una logica intermedia tra la realtà obbligazionaria e quella azionaria: la protezione del capitale è vincolata al rispetto di un limite massimo di perdita che introduce un certo grado d’incertezza sull’ammontare del rimborso finale, tanto più in presenza di un doppio sottostante e del meccanismo “Worst of” che ne gestisce l’effettivo impatto, ma la barriera è piuttosto generosa, soprattutto considerando che i due asset sono indici e per di più sono anche correlati. Il rendimento di tipo cedolare, oltretutto di tipo incondizionato, strizza invece l’occhio al mondo obbligazionario, anche se con un rendimento potenziale non troppo interessante, in quanto associato, come detto, a un rischio sul capitale non trascurabile. (riproduzione riservata)

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