Alle ore 10 il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha convocato una riunione aperta alla stampa per affrontare il tema della Terra dei Fuochi dopo la condanna arrivata nella giornata l’altro ieri dalla Corte di Strasburgo.
Oltre a giornalisti e tanti rappresentanti delle forze dell’ordine presenziano personalità del mondo dell’associazionismo compreso Don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano.
Sentenza Terra dei fuochi, De Luca: «Con noi svolta bonifiche»
Terra dei Fuochi, Don Patriciello: «Le cose stanno cambiando»
Il prete ha parlato prima di entrare a Palazzo di Governo commentando la sentenza e ripercorrendo le tappe fondamentali di questi anni fatti di lotte. «Il prefetto di Bari è sempre stato molto attento alle nostre vite, ora cercheremo di capire cosa vorranno dirci».
La vera domanda riguarda i cambiamenti avuti sulla Terra dei Fuochi e l’approccio al tema degli ultimi anni, soprattutto dopo la sentenza della Corte di Strasburgo. «La sentenza è uno spartiacque, c’è poco da fare. Il fatto che la corte europea abbia detto che siamo stati bistrattati è importantissima. Come italiano mi dispiace che l’Italia venga rimproverata, però, era giusto che fosse così. Penso che il 30 gennaio sia una data da segnare per ricominciare».
Terra dei fuochi a Caserta, nodo bonifiche irrisolto: «Ora azioni sistemiche»
Don Patriciello: «Ci hanno chiamato terroristi»
Le cose stanno cambiando in particolare dopo la decisione nel 2015 di definire una legge specifica contro questi tipi di reati. «In questi anni qualcosa di importante è avvenuto, per prima cosa la legge sui reati ambientali» ha detto Don Patriciello. «Non dimentichiamo che fino al 2015 non c’era la possibilità di arrestare questi delinquenti».
«Abbiamo avuto l’enciclica di papa Francesco e ancora una volta il Papa ha detto a chiare lettere che l’ha scritta sorvolando la Terra dei Fuochi». All’epoca dei fatti, però, secondo Don Patriciello, il vero problema furono i negazioni di ciò che stava succedendo nella Terra dei Fuochi. «L’istituto superiore di Sanità nel 2021 ha ammesso che c’è una correlazione tra malattie cancerogene ed inquinamento.
Ricordo bene quando qualcuno ha rischiato di essere denunciato per procurato allarme. Ci siamo dovuti difendere. La storia deve essere ricordata, perchè possiamo rischiare di fare gli stessi errori. Fummo chiamati terroristi» ha raccontato.
«Il prossimo passo da fare sono i ricorsi. La cosa importante per me è che l’Europa che tiene a cuore l’uomo ha compreso che siamo stati maltrattati. Questo non fa onore alla mia Italia. Non so se ci saranno le bonifiche, ma guardo al futuro con grande speranza» ha concluso Don Patriciello ai microfoni della stampa.
«Sulla terra dei Fuochi non siamo all’anno zero». Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, lo ripete spesso durante l’incontro che ha convocato oggi dopo la sentenza della Corte europea dei diritti umani che ha condannato l’Italia per non aver preso le dovute misure a tutela dei cittadini. Un incontro, quello di oggi, sollecitato dai medici per l’ambiente che ha visto la presenza del vice presidente della Regione Campania nonchè assessore all’Ambiente della Regione, Fulvio Bonavitacola, dei vertici delle forze dell’ordine, di alcuni parlamentari, di don Maurizio Patriciello, come del Procuratore di Napoli Nord, Maria Antonietta Troncone. Snocciola i dati del 2024, il prefetto, per dimostrare quanto fatto e soprattutto i risultati raggiunti che «dicono che siamo sulla strada giusta e che abbiamo fatto una serie di interventi capaci di frenare questo fenomeno».
E i dati dicono che sono state sequestrate 176 attività industriali e commercial, che sono 212 le persone denunciate, che sono state applicate sanzioni amministrative del valore di oltre 4 milioni di euro e che i roghi sono diminuiti di circa il 10%. «Sia la sentenza che l’attività nel territorio esige una grande attenzione – ha detto il prefetto – bisogna ripartire con lo stesso metodo ma sempre con maggiore incisività. Questo singifica che saranno presto attivati tavoli tecnici, sarà data una lista di priorità alle aree da bonificare da parte della Regione Campania, come è stato asserito con la disponibilità del vice presidente Bonavitacola».
«Saranno attivate misure di controllo rafforzate per evitare sversamenti, proseguiranno le attività relative al monitoraggio dell’area e del suolo e sottosuolo», sottolinea il prefetto che assicura anche che questi dati «devono essere posti all’attenzione di coloro che in questi luoghi ci vivono».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link