ARRESTO ALEMANNO, ARLECHINO IN ESCLUSIVA A BYOBLU: “CHIEDETEVI SE È GIUSTO” SPECIALE XXI | ByoBlu

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Il tribunale di sorveglianza di Roma ha confermato l’arresto di Gianni Alemanno.  L’ex sindaco di Roma, ex ministro dell’Agricoltura e segretario del “Movimento Indipendenza” era stato arrestato lo scorso 31 dicembre per violazioni degli obblighi imposti dal Tribunale di Sorveglianza.

Alemanno era stato condannato a 1 anno e 10 mesi per “traffico di influenze illecite”, l’unica accusa rimasta in piedi dall’inchiesta “Mondo di mezzo”. Il tribunale  aveva concesso la misura alternativa al carcere: doveva svolgere lavori socialmente utili presso il villaggio “Solidarietà e Speranza”, ma ora è accusato di aver presentato false giustificazioni per non rispettare il programma stabilito.  Nell’udienza che si è svolta alcuni giorni fa Alemanno aveva riconosciuto le proprie responsabilità: “Mi rendo conto che ho commesso degli errori ma l’ho fatto per coltivare la mia passione per la politica, non per commettere reati”, aveva dichiarato. Il Tribunale di Sorveglianza depositato nella mattinata di oggi un’ordinanza con cui viene revocato in via definitiva l’affidamento in prova ai servizi sociali, la motivazione: “gravissima e reiterata violazione delle prescrizioni imposte”, dunque Gianni Alemanno dovrà scontare i quasi due anni della pena in carcere. Byoblu ha intervistato in esclusiva Massimo Arlechino, Presidente del “Movimento Indipendenza”, di cui Alemanno è Segretario.

Massimo Arlechino: Ciao Adalberto, bentrovato. Parlavo con un caro amico di Indipendenza, è un momento di grande sofferenza.

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Adalberto Gianuario: Sapete come sta Gianni? Tanto per cominciare?

M.A.: Sta decisamente bene, è uomo forte, resiliente. Si è organizzato, fisicamente sta bene, ha attraversato la Porta Santa di Rebibbia, riesce a fare attività fisica, la sua meditazione Zen, a cui è abituato, si è iscritto all’università: Scienze della comunicazione, sta studiando inglese, lo sta perfezionando… insomma, è forte come sempre, ma su questo non avevamo dubbi. Certo c’è questa forte discrasia, per me inaccettabile, tra l’uomo quale io lo conosco, quale la sua comunità intera lo conosce, e la condizione che sta patendo. Questo è veramente inconcepibile. Un uomo che ha avuto incarichi di governo, con senso di responsabilità con posti di responsabilità notevoli, che ha difeso questo Paese: giudicato uno dei migliori ministri dell’agricoltura che l’Italia abbia mai avuto. Io ricordo soltanto l’ultima che mi viene in mente: la battaglia per gli OGM: se il figlio o la figlia di un giudice oggi non mangia porcherie lo deve a quel ministro che ha fatto una battaglia non contro Pinco Pallino ma contro Bush.

A.G.: Ce lo ha raccontato anche in un’intervista, ci ha detto di aver subito forti pressioni  periodo in cui era ministro dell’Agricoltura.

M.A: Fortissime pressioni: l’ambasciatore degli Stati Uniti lo pressava attivamente. Gianni Letta telefonava in rappresentanza di una lobby favorevole all’ingresso. Evidentemente questi sono i miei ricordi. Non ho timore di dirlo e so bene con quale struttura personale e con quale senso dello Stato ha difeso questo Paese e che non gli venga riconosciuto nessun merito. Quando un condannato  viene giudicato si prende in esame il contesto civile in cui ha vissuto: l’abitazione, il degrado di una famiglia che ha condizionato i suoi comportamenti. In questo caso non si tiene conto del passato di un uomo di questo genere nel giudicarlo.

A.G.: Adesso andiamo nel tuo studio, giusto? Quì c’è il Fatto Quotidiano, è un articolo piuttosto tecnico. Questo il titolo sull’avviso di garanzia alla Meloni. Ecco qua, pagina dodici: “Alemanno resta in cella. I giudici sulla sorella commissaria della Consob: ‘compiacente’”. Lui ha poi riconosciuto le sue responsabilità di fronte al Tribunale di Sorveglianza.

MA: Ha detto: “Ho sbagliato. L’ho fatto per amore della politica”.

AG: Repubblica di oggi nella cronaca romana: “Alemanno in carcere per un anno e dieci mesi, “ha tenuto una condotta da irresponsabile’”.

M.A.: Sì ma vedi io volevo fare qualche considerazione su quel titolo. Guardate bene questa pagina: il caporedattore ha ritenuto – conosco questo mestiere di giornalista ma anche di grafico – il caporedattore ha ritenuto di fare questo abbinamento, quasi un unico box, tra Alemanno e l’ingresso di Auschwitz, accostando maliziosamente questi due temi.

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A.G.: Tu ne capisci di queste cose perché sei stato anche un importante grafico pubblicitario.

MA: Ho anche disegnato giornali ma sono stato anche un giornalista, quindi conosco il mestiere.

A.G.: Hai anche disegnato il simbolo di Alleanza Nazionale.

M.A.: Sì, ho disegnato il simbolo di Alleanza Nazionale nel ‘93-’94. All’epoca riscosse il premio come miglior simbolo di partito politico dall’Università di Bologna, dal Dipartimento comunicazioni visive.

A.G.:Ah, Credo ci fosse Umberto Eco…

M.A.: C’era Roversi Monaco, lo storico Rettore dell’università Roversi Monaco. Io fui orgoglioso di quel riconoscimento, anche perché non credo sia stato facile per quella Commissione premiare un simbolo di destra. Quando mi fu consegnato, chi me lo consegnò disse: “Vince il premio il simbolo di un partito per cui per il quale io non voterei mai e poi mai”, quindi sentì il bisogno di rovinarmi la festa facendo questa affermazione. Cattiveria pura, la cattiveria che abbiamo subìto nel corso della storia, della nostra storia politica e che oggi si ripete con il caso Alemanno. Perché questa condanna è una cattiveria, questa condanna è soprattutto una grande cattiveria.

A.G.: Leggiamo alcuni passaggi dell’articolo uscito su l’Unità che invece sinistra…

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M.A.: Sansonetti è stato encomiabile, ha scritto un articolo responsabile, oggettivo: ha capito perfettamente e fino in fondo l’assurdità di questa condanna. Partiamo da lontano, dalla condanna iniziale originaria di Gianni Alemanno, che è di traffico illecito di influenze, un un reato fantomatico, difficilmente interpretabile, difficilmente individuabile.

In che cosa consiste io ci tengo a dirlo a chi ci ascolta, devo guardare la telecamera? Gianni Alemanno, il delinquente Gianni Alemanno, quello che si vuol far passare come un malfattore, ha fatto questo tipo di reato: il suo traffico di influenze consiste in una telefonata da sindaco per chiedere le ragioni per le quali il pagamento di una fattura non veniva fatto da quattro anni. Il zelante interlocutore la pagò. E quindi c’è l’influenza del sindaco su un proprio dipendente per pagare una fattura che da quattro anni avrebbe dovuto essere pagata. Il secondo capo di imputazione è per un contributo che Alemanno ebbe dalla sua fondazione si chiamava Fondazione Italia di 10.000€ da parte non so di chi…

A.G. Non era La Nuova Italia?

M.A. La Fondazione Nuova Italia, grazie. 10.000€ di contributo legittimo elargito, una donazione dalla Fondazione: regolarmente registrato in uscita e regolarmente registrato in entrata. Ma questa donazione il giudice ha verificato che non era stata deliberata dal consiglio di amministrazione dell’ente erogante dell’azienda, quindi è stata attribuita ad Alemanno la responsabilità oggettiva di non aver verificato che chi gli dava questi 10.000€ legittimi. Vi rendete conto? È come se un mendicante davanti ad una chiesa riceve 10€ di di elemosina dice: no no un momento non posso accettare perché non so se sua moglie è d’accordo…

A.G.: Questa cosa andrebbe analizzata nel dettaglio, però possiamo dire che i rapporti con Buzzi e Carminati, come rivelò quell’inchiesta, c’erano anche dalle amministrazioni precedenti e che poi i reati di associazione mafiosa, prima, e poi di corruzione sono decaduti e rimase soltanto questo. Poi questo pagamento a di EUR Spa doveva essere fatto probabilmente a dei soggetti riconducibili a Carminati e Buzzi, però questi soggetti avevano rapporti anche con le amministrazioni precedenti.

M.A.: Avevano rapporti col Comune da ben prima di Alemanno. Alemanno Sindaco ha ereditato questo tipo di rapporti: non conosceva Buzzi, non conosceva Carminati, quindi questo castello di Mafia Capitale, sul quale poi hanno fatto film, sono state fatte fiction, sono stati scritti articoli… questo castello ha rovinato la reputazione di un uomo mettendolo alla gogna per sette anni, rovinando i suoi rapporti familiari, rovinando la sua vita e anche le sue condizioni economiche… si è risolto in nulla: è stato assolto da tutto. Sono rimasti solo i reati che io vi ho descritto. Mi viene da dire che i giudici avranno pensato beh… qualcosa bisogna pur trovare, sennò dovremmo ammettere di aver sbagliato tutto quindi vedi, l’abbiamo beccato. Traffico di influenze che è quello che vi ho descritto, questa è l’origine di una condanna a 22 mesi. Gli viene concessa la pena alternativa, per fortuna, da svolgere presso Suor Paola…

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A.G.: E poi entriamo in quello che sta succedendo negli ultimi mesi. Magari possiamo anche vedere i post che lui scrisse su Facebook, perché per fare attività politica nel Movimento Indipendenza, di cui tu sei Presidente e lui è Segretario, ha violato queste prescrizioni del Tribunale di Sorveglianza. Immagino con una certa… leggerezza.

M.A.: Presumo proprio di sì, io gli sono stato molto vicino in questo periodo, conosco i suoi spostamenti, le dirò di più: mi sono a volte anche stupito di come facesse quindi, presumo che lui pensasse ad un grado di tolleranza maggiore da parte del Tribunale, perché si è sempre mosso con una tale… addirittura pubblicando su Facebook

A.G.: Magari potremmo vedere alcune di queste foto…

M.A.: Certo…

A.G.: Questo è un post di Natale… ha partecipato a una cena natalizia?

M.A. Era la nostra cena di Natale, ci siamo fatti gli auguri reciproci per il Natale di Indipendenza. Si è svolta a Roma e, come accadeva nelle cene a Roma, lui puntualmente si alzava e scappava per rientrare a casa entro l’orario stabilito.

A.G.: Qui c’è un post di critica alla Meloni: “Zelenski ammette la sconfitta sul campo, quando la Meloni ammetterà il suo clamoroso errore politico”. Qui vediamo la contrarietà all’invio di armi in Ucraina.

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M.A.: È stata una delle battaglie, è cominciato tutto da lì. È cominciato con la costituzione del comitato Fermare la guerra nel 2022, a maggio 2022, quindi a due mesi, tre mesi dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Poi su questo tema, sul quale Gianni si è appassionato, devo dire che si è risvegliato il mondo della della destra sociale… chiamiamolo in maniera generica, stimolando la volontà di Gianni di riprendere un discorso politico. Lui ha resistito, devo dire, ha resistito molto perché era consapevole che stava in regime di pena…

A.G.: A che ora doveva rientrare a casa?

M.A.: Entro mi pare… entro le 22:00. Quante corse abbiamo fatto per rispettare quell’orario, qualche volta riuscendoci, qualche volta magari arrivando 10 minuti o 15 minuti dopo, con un grande patema: l’abbiamo fatto tante volte. Credo che in molte delle occasioni che gli vengono contestate io fossi con lui.

A.G.: Ecco qui, per il coordinamento regionale in Puglia, questa potrebbe essere una delle occasioni contestate dal Tribunale di Sorveglianza.

M.A. A volte corrispondevano ad un impegno professionale che aveva sul territorio e quindi abbinava l’evento politico al suo impegno professionale. Qualche volta, sentendo almeno quello che dicono i giudici,  lo ha fatto con un’autorizzazione che non era ancora arrivata o magari tardando rispetto agli orari stabiliti. Ripeto, ma era così sereno al punto da pubblicare su Facebook i suoi impegni, cosa che non farebbe un delinquente, No? Se consapevole di trasgredire e magari di trasgredire per perpetrare chissà quale reato. Insomma, andava semplicemente a svolgere la sua attività dettata da una passione politica della quale il magistrato ha ritenuto di non tenere assolutamente conto. E qui credo che sia l’errore.

A.G.: Mi hai già detto che… non ho capito se vi siete sentiti direttamente…

M.A.: L’ho sentito direttamente perché , ed è una cosa che ha sorpreso anche me, i detenuti possono fare uso della mail, legittimamente, naturalmente, e quindi ci scambiamo messaggi attraverso la mail e siamo riusciti a parlarci in questo modo in 2 o 3 occasioni. Per questo ho avuto le notizie che vi ho dato… confortanti sulla sua forza e sul suo stato di salute.

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A.G. Poi sappiamo anche del sovraffollamento delle carceri, Gianni Alemanno ha 67 anni, quindi anche le condizioni fisiche e morali…

M.A. Mah, se la se lo può consolare, se ti può consolare, in cella con lui c’è un uomo di 83 anni.

 Mi dicono sia un caso sollevato anche da Nessuno tocchi Caino… che ha inciso su Gianni, è rimasto molto impressionato, una battaglia che sta facendo sua ovviamente, come accade in questi casi, anche la battaglia per le condizioni carcerarie che mi descrive disumane, veramente disumane, per il sovraffollamento.

A.G. Adesso gli avvocati potremo chiederanno il ricorso?

M.A. Non ho parlato con gli avvocati dopo questa sentenza terribile, però il fatto che questa sentenza sia andata oltre la richiesta della Procura, che aveva chiesto 18 mesi sui 22, questa discrasia tra la richiesta della Procura e la sentenza forse apre una finestra per un ricorso in Cassazione, però è una mia deduzione, non è suffragata da nessun parere legale. Domani capiremo meglio quale sarà l’iter e se c’è la possibilità di una revisione più o meno prossima di questa assurda condanna.

A.G.: Invece per quanto riguarda la vostra comunità?

M.A.: La nostra comunità è fortissima, come sempre accade nelle famiglie che si rispettano e che hanno buone regole in un momento di difficoltà, ci si rafforza e ci si riunisce: c’è una grandissima solidarietà. Sabato avremo una direzione nazionale in cui sicuramente decideremo di continuare senza Gianni, di mantenere viva la battaglia. I temi sui quali lui si stava concentrando che sono quelli del sovranismo, del sovranismo sociale.

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A.G.: Questo arresto arriva in un contesto sia nazionale che internazionale particolarmente dinamico. Da parte c’è questo scontro tra la maggioranza di Governo e la magistratura: ieri la Meloni ha ricevuto un avviso di garanzia, che poi magari tecnicamente non è propriamente un avviso di garanzia, però ha poi pubblicato quel video di attacco…

M.A.: Non ci voleva questa, dal mio punto di vista non ci voleva perché è talmente grossa che in qualche modo fa ombra a una vicenda che diventa piccola, come quella di Gianni Alemanno, e che invece per noi è immensa. Certo, dall’altra parte sottolinea che la Magistratura evidentemente ci dice ci tiene a ribadire chi è che comanda in questo Paese. E su Gianni Alemanno hanno fatto vedere chi è che comanda, Gianni in galera e quindi comandano loro.

A.G.: Questa è la tua lettura…

M.A. Sì questa la mia lettura, e mi dispiace perché io sono sempre stato dalla parte dei magistrati. Lo confesso: se dovessi necessariamente dividere il mondo tra giustizialisti o no, io sarei un giustizialista, ma in questo caso fatico ad esserlo. È una grave ingiustizia questa, e lo dico ai miei amici magistrati che io ho sempre difeso, è una grave ingiustizia, è un’esagerazione. In questo caso avete infierito su un uomo che non meritava, su un’area che non meritava, su gente che sta facendo il proprio lavoro anche in contrasto con il Governo. Gianni Alemanno poteva stare al Governo se avesse accettato, come molti hanno fatto, il cambiamento di indirizzo della Meloni. Guardi, io li conosco tutti. La maggior parte delle persone che sono al governo sono persone con le quali ho parlato, mi sono seduto, ho lavorato. Alcuni li conosco intimamente. Non gli legano neanche le scarpe a Gianni Alemanno, non li legano neanche le scarpe. Lo ripeto, il migliore dei ministri in questo momento a Gianni Alemanno – per il suo senso dello Stato, per la sua lucidità politica – non gli lega neanche le scarpe.

A.G.: C’è questo articolo dell’Unità, quotidiano che non è certo dalla vostra parte politica, ma che ha preso le difese di Alemanno: “Perché Gianni Alemanno: è rimasto in carcere nonostante non ha fatto niente”. Sicuramente un articolo firmato da Sansonetti, tu l’hai sentito?

M.A.: L’ho sentito più volte, si è comportato in maniera professionalmente ineccepibile, ma anche umanamente ineccepibile. Devo dire che è una scoperta per me, gliene do atto. Sansonetti si è comportato in maniera splendida, come si sono comportate in maniera splendida diverse persone. Gianni ha ricevuto tantissime visite in carcere: il presidente della Regione, il presidente del Consiglio regionale, diversi deputati di Fratelli d’Italia… non tutti e questo è un altro tema. So che Renzi voleva andare a trovarlo… Ha avuto grande solidarietà Marco Rizzo… ci è stato particolarmente vicino. Non è sorprendente perché sappiamo e sapete tutti quale rapporto si è instaurato tra i rossi e i bruni… che saremmo noi. E anche poco fa ho sentito Marco Rizzo, che era strabiliato. Mi faceva il caso del ragazzo del marito della signora che a Cosenza, quello che ha rapito la bambina. Ma vi rendete conto? C’è quell’uomo… è difficile immaginare che possa non essere a conoscenza che la moglie non era incinta, è difficile immaginare sia innocente, è a casa, è stato scarcerato, ha goduto della benevolenza dei magistrati. Lui sì, ma abbiamo stupratori che sono a casa. Abbiamo una donna che ha ucciso, ha sepolto nel giardino due bambini, che sta ai domiciliari. Gianni Alemanno, 22 mesi in carcere. Vi diverte? Siete soddisfatti? Vi gratifica? Riflettete, riflettete se è giusto per noi magistrati e parlo a chi ci ascolta, la gente, immaginate se è giusta una cosa di questo genere. Dovete conoscerlo. Alemanno dovreste conoscerlo meglio. Spero che abbiate modo perché il tempo è galantuomo, spero che questo possa accadere un giorno.



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