Investire nello sport in Calabria è decisamente complicato, soprattutto nei cosiddetti “sport minori”. Sport che a Cosenza sono costretti a far da cenerentola al calcio in quanto a riflettori puntati, ma anche in quanto a risorse. Eppure si tratta di discipline che contano centinaia di praticanti nel solo capoluogo. Tra queste, la pallavolo non è esente da problemi di vario genere, come l’inadeguatezza degli impianti e la burocrazia, come sa bene l’Area Brutia Volley Team.
A parlarne sono Eugenio Perri, Responsabile Marketing del team, e Francesco Perri, Responsabile Tecnico e Primo Allenatore. La squadra di Cosenza, che milita nel campionato di Serie C maschile, si trova da tempo in difficoltà con le strutture. Se per gli allenamenti delle giovanili si utilizza la palestra del Polo Brutium in via Anna Morrone, gli allenamenti della prima squadra e le partite di campionato vengono disputate nella palestra dell’Istituto Valentini di Castrolibero. Ma perché questa doppia sede?
La scarsa lungimiranza di chi progetta impianti sportivi
Al momento, l’impianto del Polo Brutium può essere utilizzato solo per gli allenamenti, perché, come spiega Francesco Perri “il campo non è omologato per la disputa dei campionati, la rete va da muro a muro, non ci sono spogliatoi e servizi igienici.” In fase di progettazione nessuno ha pensato che la palestra potesse essere utilizzata anche per attività extrascolastiche. Non sono stati realizzati bagni e spogliatoi, indispensabili per l’omologazione: quindi, chi usufruisce della palestra, non può utilizzare i servizi igienici.
Eppure, questa palestra avrebbe le potenzialità per ospitare tutti gli impegni della società cosentina, e non solo. “La palestra ha, per la pallavolo, dimensioni per altezza e spazi laterali ideali per disputare fino al campionato di Serie B. Riteniamo che per fare un lavoro importante a livello sportivo bisogna avere un impianto adeguato. Questo potrebbe esserlo, svolgendo qui tutte le nostre attività.” sottolinea Eugenio Perri.
Come detto, le partite di campionato vengono disputate nella palestra dell’Istituto Valentini. Almeno fino a qualche settimana fa. Infatti, prosegue Perri “la palestra di Castrolibero, che noi utilizziamo come ACLI per le gare casalinghe di campionato, all’improvviso è stata chiusa dai Vigili del Fuoco perché ad oggi non risponde a determinati requisiti, ai quali doveva adempiere la scuola. Ma anche in questo caso le conseguenze le pagano le società sportive“. Di conseguenza non può esservi svolta attività agonistica, mentre la scuola può utilizzarla.
Questo causa problemi anche per il campionato. “Le ultime due partite casalinghe non le abbiamo potute disputare in casa: la prima l’abbiamo disputata al PalaFerraro di Cosenza, la seconda addirittura a Bisignano. Per una squadra abituata ad allenarsi in un impianto, giocare le partite casalinghe altrove è come giocare in trasferta.” aggiunge Francesco Perri. Stesso problema nel quale incorrono le squadre giovanili, addirittura costrette in più occasioni a dover chiedere il rinvio delle gare per la mancanza di un impianto disponibile. Già nel dicembre 2023, a campionati in corso, l’Area Brutia (come altre società) venne sfrattata dal PalaEuropa, quando la struttura fu chiusa per ragioni extra sportive.
La burocrazia blocca investimenti dell’Area Brutia
Tali disagi potrebbero essere risolti, se non fosse per quel mostro italico che risponde al nome di burocrazia. “Già negli anni passati abbiamo provato a investire su questa palestra, in accordo con la Provincia di Cosenza e il CONI, per realizzare gli spogliatoi.” spiega Eugenio Perri. La società ha in seguito vinto un bando che permetterebbe di avviare opere di riqualificazione. “C’è un progetto di ristrutturazione grazie a un bando di Sport & Salute di 3 anni fa, per una cifra di 250.000 euro. Di questi, 150.000 sono a fondo perduto e circa 100.000 come nostro investimento. Prevede la realizzazione degli spogliatoi all’esterno, collegati con la palestra, il fotovoltaico, pavimentazione in taraflex e una tribuna per gli spettatori.”
“Siamo però bloccati da pastoie burocratiche fra i vari enti (Provincia di Cosenza, Ministero dello Sport, CONI, ndr). Il rischio è che si perda il finanziamento.” osserva Eugenio Perri. “Noi avremmo un beneficio come società, ma il beneficio rimarrebbe alla Provincia, in qualità di proprietario, e alla scuola, che avrebbe un impianto di prim’ordine. E ne beneficerebbe la collettività, perché noi avremmo l’impianto in esclusiva per un certo numero di anni, ma una volta finita la convenzione altre società sportive potranno fare domanda per utilizzarlo. Per la miopia dei burocrati si sta sprecando questa opportunità.”
L’impossibilità di promuovere pienamente l’attività sportiva
Oltre che su allenamenti e partite, questa situazione incide anche sulla promozione sportiva. Come spiega Francesco Perri “non abbiamo potuto promuovere più di tanto la nostra attività perché la necessità basilare è l’impianto. Non possiamo invitare bambini tra i 6 e i 12 anni senza servizi igienici. Di conseguenza, l’attività di questa fascia d’età è al momento limitata a 20 bambini e bambine, pur potendo arrivare tranquillamente a 100. Non andiamo nelle scuole a fare pubblicità in quanto poi sarebbe difficile accoglierli: se un bambino dovesse andare in bagno sarei in difficoltà in quanto non ci sono servizi igienici.”
“Per questi motivi, pur avendo le competenze, facciamo il minimo indispensabile in termini di promozione, tipo annunci sulla nostra pagina Facebook. Più di questo non possiamo fare perché avremmo grosse difficoltà nel gestire le richieste. Un domani che avremo la certezza di poter svolgere in questo impianto tutte le nostre attività potremo fare promozione. Ma a causa di queste lungaggini rischiamo che il Ministero ci revochi il finanziamento.” è il timore di Eugenio Perri.
Un Paese con poca cultura sportiva
Quello dello sport in Italia, però, è un problema principalmente culturale, a iniziare dall’insegnamento dell’Educazione Fisica, materia scolastica spesso trascurata. Con la conseguenza di avere molti ragazzini poco avvezzi allo sport. “Arrivano da noi ragazzi di 15-16 anni, ma per fare in maniera importante qualsiasi sport bisognerebbe iniziare sotto i 10 anni. Questi ragazzi spesso non camminano correttamente e non distinguono la destra dalla sinistra. Anche a scuola ci si dovrebbe accorgere di tali problematiche.” è la constatazione di Eugenio Perri.
Impianti rinnovati e società che possono svolgere al meglio le proprie attività potrebbero essere anche un’occasione per le scuole. Una sinergia che porterebbe vantaggi ad entrambi, con le scuole che possono avere a disposizione impianti d’eccellenza, e le società che non avrebbero più problemi di strutture.
L’importanza di un settore giovanile florido
Questi disagi frenano lo sviluppo delle società, soprattutto in campo giovanile. Eppure avere un settore giovanile funzionante è anche un modo per abbattere i costi, soprattutto se si volesse affrontare un campionato nazionale competitivo, ma anche dispendioso come la Serie B. “Per disputare la Serie B, penso che su 14 giocatori del gruppo almeno 11 debbano essere locali, provenienti dal settore giovanile, perché oggi pensare di costruire una squadra senza settore giovanile è per me insostenibile. A meno che non si abbia una forza economica alle spalle tale da far venire ragazzi da fuori.” è il pensiero di Eugenio Perri, che ambisce a disputare di nuovo la Serie B ma col tempo, formando l’ossatura della squadra in casa.
Francesco Perri elenca i numeri del settore giovanile dell’Area Brutia Volley. “Come settore giovanile, in questo momento abbiamo un gruppo di Centro Avviamento allo Sport, che conta 20 tra bambini e bambine dai 6 agli 11 anni. L’Under 15 ha 16 unità, Under 17 e Under 19 hanno numeri veramente importanti, tra i 50 e 60 ragazzi, con due squadre Under 17 che partecipano al campionato.”
I successi del settore giovanile dell’Area Brutia Volley
Stiamo parlando di una società che ha militato in A2 e ha nell’attività giovanile il proprio fiore all’occhiello, lanciando giovani nella pallavolo che conta. Tra questi, citiamo Stefano Cappadona, cosentino classe 2005. Dopo aver militato nel settore giovanile dell’Area Brutia, per la quale ha giocato titolare in Serie B, è approdato al Castellana Grotte, società di A3, leader nella valorizzazione di giovani talenti.
Francesco Perri fa notare con orgoglio i successi in ambito giovanile. “Nelle ultime 4 stagioni siamo andati in finale regionale Under 17, sempre contro Vibo, altra società attenta nel settore giovanile. Una di queste finali l’abbiamo vinta, nella stagione 2021-2022, qualificandoci per le finali nazionali.” Prosegue coach Perri: “Molti di questi ragazzi ora giocano titolari in prima squadra, come l’opposto classe 2008 Gianmaria Soleri e il palleggiatore del 2009 Matteo Compostella.” Lo stesso Soleri ha rappresentato la Calabria all’ultimo Trofeo delle Regioni, con coach Perri nello staff.
Fondi che non possono essere sprecati
I numeri del settore giovanile sono già importanti, ma lo sblocco del finanziamento potrebbe consentire a molti più bambini e bambine di intraprendere questo sport. Di conseguenza, la società, avendo maggiori numeri a disposizione, avrebbe più possibilità di trovare i talenti di domani. Tutto sta nelle mani della burocrazia, che rischia di far saltare un progetto potenzialmente importante non solo per la città di Cosenza ma per tutta la provincia, così come potrebbe esserlo per diverse società sportive, non solo l’Area Brutia Volley.
Le tempistiche non sarebbero nemmeno lunghe. “I lavori non sono impegnativi: in 4 mesi possono essere completati, perché gli spogliatoi saranno esterni in materiale prefabbricato. A bloccarci sono stati i tempi burocratici. Siamo in attesa del parere del CONI. Mi auguro che la prossima stagione possiamo iniziarla con il nuovo impianto, e iniziare il reclutamento.” conclude Eugenio Perri. Il rischio, però, è quello che venga revocato il finanziamento, se i tempi dovessero dilatarsi ulteriormente, destinando i fondi altrove. Con un danno per la nostra città e per i nostri ragazzi.
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