Casa Serena, un servizio pubblico di qualità per le persone più fragili

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«Casa Serena è un’eccellenza, un servizio pubblico di qualità sul quale intendiamo investire ulteriori risorse». Lo ha detto oggi l’assessora comunale alle Politiche sociali, Lalla Careddu, a margine dell’audizione di fronte alla competente commissione consiliare. La dichiarazione dell’assessora stoppa sul nascere ogni dubbio sull’ipotesi, già più volte ventilata in passato, di una sua privatizzazione. «Non è un’opzione presente nell’orizzonte dell’amministrazione Mascia», è la risposta a chiare lettere di Careddu. «Siamo impegnati nel reperimento delle risorse necessarie per adeguare la struttura e per far fronte ai costi assistenziali, che sono lievitati ma di cui intendiamo farci carico, è un nostro preciso dovere», ha poi affermato.

Il confronto con la commissione presieduta dalla consigliera Vannina Masia è stata l’occasione per fare il punto sui servizi che la struttura oggi è in grado di offrire e sui passi da compiere per ampliare l’offerta di assistenza a una popolazione sempre più anziana, caratterizzata da bisogni in aumento per numero e per varietà. Ascoltata dai consiglieri assieme alla direttrice di Casa Serena, Barbara Fozza, l’assessora ha senz’altro posto l’accento sugli interventi necessari per ampliare il numero degli ospiti che possono essere accolti e assistiti nella struttura, ma ha soprattutto espresso la volontà di «contenere il più possibile l’istituzionalizzazione della fascia più anziana della nostra popolazione, investendo sui progetti e sugli interventi che favoriscano la possibilità di aiutare le persone a casa propria», come ha detto la titolare della delega a Politiche e servizi di Coesione sociale e Pari opportunità. «Va in questa direzione la volontà dichiarata di aprire un tavolo di confronto con l’Asl al fine di mettere a terra un piano condiviso e attuabile», ha poi aggiunto.

«Casa Serena è l’unica struttura residenziale pubblica esistente a Sassari e la sua gestione si orienta attorno ai principi fissati nel regolamento approvato dal consiglio comunale», ha spiegato invece Barbara Fozza. «Per noi è fondamentale il principio di autodeterminazione, perciò cerchiamo sempre di rispettare la volontà delle persone che accogliamo e ci impegniamo a personalizzare gli interventi, così che ognuno si senta protagonista del percorso che compie nella struttura», ha aggiunto. «Trattandosi di uno strumento operativo dei servizi sociali, Casa Serena accoglie tante persone con situazioni di grande fragilità, che richiedono un supporto e un sostegno particolare», è la riflessione della direttrice, che cita alcuni esempi come «donne vittime di violenza e di abusi, persone con dipendenze, persone con ritardi mentali o patologie psichiatriche e persone affette da demenza». Ecco perché «lavoriamo tanto per migliorare l’autostima, per restituire dignità a chi ha vissuto esperienze degradanti, per stimolare l’autonomia», ha riferito ancora Barbara Fozza. «Spesso Casa Serena accoglie le persone che vengono rifiutate da tutte le altre strutture, e in molti casi rappresenta l’unica alternativa possibile per chi non ha risorse economiche tali da poter accedere a soluzioni alternative – ha rincarato Lalla Careddu – basti pensare che la pensione media delle nostre ospiti donne è di 1124 euro, mentre quella degli ospiti uomini è di 1062 euro».

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Oggi Casa Serena ospita 88 persone. L’assistenza sanitaria è garantita loro da otto infermieri e dai loro medici di base. Due di loro hanno un elevato numero di pazienti tra gli ospiti, perciò esercitano parte della loro attività ambulatoriale all’interno della struttura comunale. Un paio di ospiti hanno meno di 65 anni. «Il regolamento ce lo consente, ma sono situazioni eccezionali», è stato precisato prima di focalizzarsi sulla importanza di laboratori e attività di animazione. «Favoriscono la socializzazione, promuovono la conservazione delle capacità residue e migliorano l’umore – ha raccontato Fozza – in particolare diamo molta importanza a quelle che favoriscono l’integrazione con i bambini e i giovani». Anche per questo motivo, la pandemia da Covid è stata per Casa Serena un vero disastro, di cui si portano ancora i segni. «Durante il covid è stato ancora più difficile del normale contemperare due obiettivi opposti: proteggere persone fragili e rispettare la loro libertà.

Nonostante tutto Casa Serena gode di buona salute e vuole riprendere a crescere. «Salvo situazioni di gravissimo disagio che ci vengono segnalate dai Servizi territoriali, gli ingressi nella struttura sono ancora bloccati perché devono essere completati dei lavori necessari sotto il profilo della sicurezza – ha concluso Lalla Careddu – ma intendiamo fare tutto quello che c’è da fare per garantire questo servizio, pubblico e di qualità, a più persone possibile».



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