Un nuovo look per il servizio civile

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Il servizio civile si rifà il look e mette a disposizione otre 60 mila posti come volontari. La maggior parte di essi, ovvero 62.549, fanno riferimento al Servizio civile universale (Scu, scadenza delle domande il 18 febbraio alle 14:00). Ma c’è spazio anche per il servizio civile ambientale, agricolo e digitale. Un nuovo corso, sancito anche dal recente accordo quadro raggiunto in Conferenza stato regioni, un risultato «storico» secondo il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi. A chi partecipa un assegno mensile di 507,3 euro e un vantaggio nei concorsi pubblici, visto che il 15% dei posti sarà riservato agli operatori che hanno «completato il servizio civile senza demeriti».

La riforma

Il servizio civile nasceva nel 1972 come diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare; era quindi alternativo alla leva e in quanto tale obbligatorio. Quasi trent’anni dopo, con la legge 64 del 6 marzo 2001, veniva istituito il servizio civile nazionale su base volontaria, aperto anche alle donne. Nel 2005 viene sospeso il servizio di leva obbligatorio, mentre prosegue il percorso di crescita del servizio civile su base volontaria. Nel 2017, con il decreto legislativo n. 40, il servizio civile da nazionale diventa universale.

Il bando in scadenza

Lo scorso 18 dicembre è stato pubblicato il bando per il Scu 2025 che, come detto, mette a disposizione 62.549 posti per progetti in Italia (61.166) o all’estero (1.383). I progetti hanno una durata tra 10 e 12 mesi, con un orario di servizio pari a 25 ore settimanali oppure con un monte ore annuo che varia, in maniera commisurata, tra le 1.145 ore per i progetti di 12 mesi, le 1.049 ore per i progetti di 11 mesi e le 954 ore per i progetti di 10 mesi, articolato su cinque o sei giorni a settimana. Ci sarà tempo fino alle 14 del 18 febbraio per presentare la domanda.
Potranno partecipare tutti i giovani tra i 18 e i 28 anni compiuti, a eccezione di coloro che:

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  • appartengano ai corpi militari e alle forze di polizia;
  • intrattengano con l’ente titolare del progetto rapporti di lavoro, di collaborazione o di stage retribuiti a qualunque titolo;
  • abbiano intrattenuto rapporti di lavoro, di collaborazione o di stage retribuiti a qualunque titolo di durata superiore a tre mesi nei 12 mesi precedenti la data di pubblicazione del bando;
  • abbiano già prestato o stiano prestando servizio civile nazionale o universale, oppure abbiano interrotto il servizio prima della scadenza prevista.

Cosa spetta a chi partecipa

Sul sito del Scu si parla di «un’offerta senza precedenti», con 2.508 progetti. I volontari godranno di almeno 80 ore di formazione, di crediti formativi e di un attestato di partecipazione, oltre al «riconoscimento e alla valorizzazione» delle competenze acquisite. Il servizio sarà riscattabile ai fini pensionistici e ogni volontario percepirà un assegno mensile di 507,3 euro. Inoltre, sarà garantita una riserva del 15% nei concorsi pubblici a chi ha svolto il Scu fino al termine.

L’accordo quadro

Il nuovo look del Scu passa anche dal recente accordo raggiunto in Conferenza stato-regioni. Un’intesa che, ricorda Abodi, «è stata sancita per la prima volta dalla riforma del servizio civile del 2017. Nei prossimi tre anni saranno coinvolti sempre più giovani, con un investimento del governo di oltre 700 milioni di euro. Numeri mai raggiunti nella storia». L’accordo disciplina il piano di collaborazione tra stato, regioni e province autonome, che si impegneranno a svolgere funzioni di controllo e valutazione degli interventi, monitorando le attività svolte dagli enti. Si attendono, ora, una serie di protocolli operativi che disciplineranno le modalità di realizzazione, i parametri di riferimento e le tempistiche per le funzioni di formazione, controllo e valutazione delle attività.

Settori specifici

Ad arricchire il servizio civile negli ultimi anni anche alcune sperimentazioni che hanno visto coinvolti particolari ambiti di intervento. Lo scorso 10 dicembre, ad esempio, si è conclusa la fase di sperimentazione dei programmi per il servizio civile ambientale e quello agricolo. Il primo è giunto al terzo ciclo, il secondo rappresenta una novità in fase di sperimentazione. A fronte di 2.000 posti finanziabili, sono stati presentati dagli enti progetti per un totale di 4.584 posti.
Dal Pnrr arriva, invece, il servizio civile digitale, un progetto che coinvolge giovani volontari, adeguatamente formati «che operano sul territorio, nei quartieri, nelle comunità locali e negli spazi pubblici per accogliere e guidare coloro che hanno bisogno di supporto nell’utilizzo delle tecnologie», come si legge sul sito «Repubblica digitale». Il bando in scadenza il 26 settembre 2024 metteva a disposizione 3.399 posizioni in 162 progetti.

Ricerca empirica

Gli sforzi profusi dalle istituzioni, tuttavia, devono ancora fare breccia sui principali destinatari del Scu, ovvero i giovani. Secondo una ricerca empirica pubblicata dal dipartimento delle politiche giovanili lo scorso 27 gennaio, infatti, il 48% dei giovani coinvolti nella rilevazione si dichiara interessato a partecipare al Scu, il 15% è indeciso, mentre il 36% non è interessato. Tuttavia, «emerge uno scarto significativo tra il numero di giovani potenzialmente interessato a partecipare e chi partecipa concretamente: solo l’8% presenta domanda e appena il 3% conclude l’esperienza».



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