Grande affluenza alle due proiezioni di No other land al Gloria il 26 gennaio organizzate dall’Arci provinciale, da Arci Xanadù anche per dare impulso a Seminare Pace la campagna condivisa anche dal Coordinamento comasco per la Pace. all’inizio delle proiezioni brevi introduzione e l’illustrazione della campagna.
Testi degli interventi svolti nell’incontro No other land il 26 gennaio 2025 allo Spazio Gloria, a cura di alliev3 della Scuola Castellini, impegnati in uno stage al circolo Arci ecoinformazioni di Como. I testi NON RIVISTI DAGLI AUTOR3 sono stati ottenuti da trascrizioni automatiche e migliorate con intelligenza artificiale. I numeri alla fine dei titoli si riferiscono ai video pubblicati nel canale youtube di ecoinformazioni.
No other land/ Gloria 26 gennaio 2025/ Fabio Cani SAM 3114
A me tocca il compito di introdurre brevissimamente la proiezione, perché questa non vogliamo che sia una proiezione normale. Infatti, subito dopo di me parlerà anche Camilla Pizzi, che è la persona che sta seguendo la campagna di finanziamento per gli obiettori di coscienza in Israele e le pratiche di non violenza in Palestina. L’introduzione è indispensabile, non perché noi immaginiamo che voi siate venuti qui per caso, ma perché è importante sottolineare che la proiezione di questo film, in particolare, è stata richiesta e programmata già prima del raggiungimento di questo fragilissimo accordo di cessate il fuoco. Del resto, la questione israelo-palestinese non finisce certo con il cessate il fuoco. Le notizie che arrivano da Israele, da Gaza e dalla Cisgiordania purtroppo depongono a sfavore di questa speranza. Del resto, quella situazione non è cominciata il 7 ottobre, ma affonda le sue radici in una serie di pratiche e anche di teorie che sono profondamente inscritte nella logica di potere dell’Occidente. Questa cosa la dobbiamo dire, perché se questa sera abbiamo pensato di proiettare questo film per continuare a parlare di Palestina è proprio per questo: perché la nostra cultura, le nostre pratiche e, purtroppo, anche il nostro pensiero in senso stretto, sono grandemente responsabili di questa situazione ed è grande responsabile di quello che sta succedendo, su cui, in maniera ipocrita e perversa, a mio modestissimo parere, si continua a discutere delle parole. Allora, se stiamo alla definizione tecnico-giuridica di genocidio, quello in corso è un genocidio. C’è poco da discutere, una definizione che fu messa a punto da un giurista di fama internazionale ebreo dopo la Seconda Guerra Mondiale, proprio perché queste cose non si ripetessero più, chiunque fosse a perseguirle. Ma possiamo chiamarlo in altro modo, non è questo il problema. Il problema è che il disastro resta quello che è sotto gli occhi di tutti, e chi non vede, è perché non vuole vedere. La situazione, da questo punto di vista, è davvero troppo simile a quello che successe negli ultimi anni del nazismo in Europa, dove non è vero che non si sapeva, ma si continuava a voler far finta di non sapere. Le notizie di quello che succedeva nei campi di sterminio erano persino sulle pagine della “Provincia di Como”, un giornale della periferia dell’impero. Allora, questa è una cosa che noi dobbiamo sapere, perché davanti alle immagini che vedrete tra poco noi dobbiamo avere la consapevolezza di una responsabilità in prima persona. Non è una cosa che avviene lontano da noi e in cui noi non abbiamo niente a che vedere. Questa è la ragione per cui, come Arci, da sempre impegnata su questo fronte, su queste questioni, tenevamo a proiettare questo film, così come cercheremo di fare, così come abbiamo già fatto in passato e così come cercheremo di fare anche prossimamente. Anche perché, questo va detto, il cinema è uno dei pochi spazi in cui la questione israelo-palestinese, la questione dell’oppressione e della cancellazione dei diritti palestinesi è stata promossa, diciamo così, veicolata in maniera davvero molto ricca. Sui nostri giornali c’è poco, c’è troppo poco, ma nel cinema c’è stato molto e quindi a questa cosa teniamo. Finisco dicendo che lo dico a voi perché lo possiate far sapere: il film verrà proiettato anche mercoledì e giovedì. È un film che è attualmente in programmazione in molte sale italiane e, come tale, si può vedere anche al di fuori di questa occasione. Ma domani, in occasione della Giornata della Memoria – casualmente le due date sono consequenziali, ma il caso nella storia non esiste – ci saranno altre due proiezioni qui: alle 19 il film dedicato a Liliana Segre e alle 21 il film dedicato a Simone Veil. Il film dedicato a Simone Veil verrà replicato anche martedì mattina per le scuole. Questa concomitanza, parzialmente casuale, ci fa piacere perché le due cose non possono e non devono essere separate. Qui il link del video.
No other land/ Gloria 26 gennaio 2025/ Camilla Pizzi SAM 3115
Come già anticipato da Fabio, abbiamo deciso di promuovere questa serata come Arci Comitato di Como, insieme al Coordinamento Comasco per la Pace e alle iniziative che, sul territorio, durante il mese della Pace, sono numerose in sostegno alla causa palestinese. In particolare, avrete visto, se qualcuno di voi era alla marcia della pace del 12 gennaio a Como o in altre occasioni in cui ne abbiamo parlato, che stiamo sostenendo questa campagna a sostegno di organizzazioni israeliane e palestinesi che promuovono la non violenza. Si chiama “Seminare Pace” e trovate all’ingresso anche informazioni più dettagliate. Se vi interessa, siamo qui tutta la sera.
In particolare, la campagna è a supporto di due organizzazioni: una è una rete di attivisti israeliani che hanno fatto obiezioni di coscienza, scontando anche mesi di prigionia, e che aiutano e supportano altri giovani che, come loro, vogliono disertare, quindi non prestare i loro corpi a quello che, a tutti gli effetti, è un genocidio in corso del popolo palestinese. L’altra si chiama invece “Community Peacemaker Teams”, è un’organizzazione internazionale più grande che opera in tante aree del mondo in cui sono presenti conflitti, in particolare in Giordania, nell’area di Hebron, dove supporta la popolazione locale quotidianamente, soprattutto i soggetti più vulnerabili, come anziani e bambini, nel confronto con quelli che sono i soprusi delle forze militari israeliane.
Quindi questa nostra scelta di stare con quella piccola fetta di società israeliana che si oppone alla violenza, al militarismo e alla guerra, e con la resistenza popolare non violenta palestinese, è ciò che insieme vorremmo sostenere. Vi invitiamo, se credete come noi in questa causa, a lasciare una donazione o comunque a informarvi e a far circolare la voce di questi giovani movimenti, che sono importantissimi anche per la costruzione, speriamo, di un futuro diverso. Qui il link del video.
Correlati
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link