al via il laboratorio “Autori!” nel Carcere di Bari, un ponte anche tra scuola e detenuti – PugliaLive – Quotidiano di informazione on line

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Può una brutta storia trasformarsi a poco a poco addirittura in una storia da raccontarsi usando i verbi al passato? Può il dolore sciogliersi in un finale di speranza? Può la solitudine diventare racconto per tutti e per tutte le età? Può un danno diventare testimonianza e strumento di Riparazione e di Educazione? E infine: può l’autore di un reato diventare autore di un nuovo destino trasformando il silenzio in parola detta a voce alta? La risposta è “deve”.

Un nuovo e stimolante progetto sta prendendo vita all’interno della Casa Circondariale di Bari, grazie alla collaborazione con il Comune di Bari – assessorato alle Culture e Puglia Culture. 

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Il laboratorio Autori!, che fa parte della stagione 2024/25 dei Laboratori Urbani, è un’iniziativa di grande valore educativo e sociale, che coinvolge i detenuti in un percorso di scrittura autobiografica, narrazione ad alta voce e storytelling digitale. L’obiettivo è trasformare le storie di vita dei detenuti in testimonianze capaci di ispirare e sensibilizzare, non solo i partecipanti, ma anche un pubblico più ampio. Curato da Senza Piume con Damiano Nirchio e in collaborazione con Omero su Marte e la consulenza scientifica della Coop. Soc. C.R.I.S.I. (esperta in Giustizia Riparativa e Mediazione Penale) il laboratorio avrà una duplice finalità: favorire il processo di riflessione e responsabilizzazione dei detenuti attraverso la scrittura, e diffondere un messaggio educativo che possa arrivare anche alle nuove generazioni.

Il laboratorio si concluderà con la pubblicazione del podcast, in programma per la primavera del 2025.

Il 17 febbraio ci sarà un incontro dedicato al progetto al liceo Salvemini di Bari, ore 11, dal titolo “Il racconto che ripara. Il racconto che è riparo”, interverranno: Paola Romano, assessora alle Culture del Comune di Bari, Valeria Pirè, direttrice Casa Circondariale di Bari, Tina Gesmundo, dirigente Scolastica del liceo scientifico Salvemini, Giulia Dellisanti, dirigente attività teatrali Puglia Culture, Ilaria Devanna della Coop. CRISI, Damiano Nirchio di Senza Piume e Vincenzo Ardito di Sinapsi Produzioni, autore del corto “Limbo” realizzato nella Casa Circondariale di Bari che sarà proiettato per l’occasione.

Un Viaggio di Scrittura e Riparazione

Il laboratorio si articolerà in due fasi principali: la prima, dedicata alla scrittura autobiografica e creativa, permetterà ai detenuti di raccontare la propria storia attraverso racconti-interviste che rielaborano e riflettono sui vissuti personali. La seconda fase prevede la registrazione degli elaborati in formato audio. Gli scritti finali, infatti, verranno trasformati in un podcast, curato da Omero su Marte di Lorenzo Scaraggi, che sarà pubblicato su piattaforme come Spotify, Apple Podcasts, YouTube Music e altre ancora.

Il progetto avrà anche un aspetto di forte interazione sociale e educativa. Una delle puntate del podcast sarà registrata dal vivo, in un evento conclusivo all’interno della Casa Circondariale, dove i detenuti partecipanti dialogheranno con un gruppo selezionato di studenti del Liceo “G. Salvemini” di Bari, creando così un vero e proprio “dialogo riparativo”. Questo incontro permetterà agli studenti di ascoltare le storie dei detenuti e di rispondere, aprendo uno spazio di confronto che va oltre la semplice riflessione teorica. Il laboratorio non si limita a coinvolgere i detenuti, ma si intreccia dunque con il mondo della scuola, creando un ponte tra il carcere e la società esterna. 

Gli studenti del Liceo “G. Salvemini” avranno infatti l’opportunità, attraverso un percorso guidato, di accedere in anteprima ai racconti dei detenuti e di partecipare attivamente al processo di trasformazione della storia individuale in testimonianza collettiva. Un’occasione per costruire una cultura della riparazione, in cui il danno diventa il punto di partenza per una riflessione costruttiva, capace di prevenire la devianza e di sensibilizzare la società sul valore del cambiamento. Il progetto Autori! si propone di superare il concetto di “colpa” associato alla violazione della legge, promuovendo invece una visione basata sulla “responsabilità”, intesa come la possibilità di riparare il danno e di intraprendere un percorso di trasformazione. In questo senso, la scrittura e la narrazione non solo diventano un atto terapeutico per i detenuti, ma anche uno strumento educativo per il pubblico, in particolare i giovani, offrendo loro la possibilità di riflettere sui temi della devianza, del disagio e della redenzione.

“Siamo orgogliosi dell’avvio di questo progetto rivolto ai detenuti del carcere di Bari che, se da un lato si pone in continuità con le esperienze di animazione sociale e culturale già realizzate, dall’altro alza l’asticella del coinvolgimento per dare voce e corpo alle storie di chi sta pagando il proprio conto con la giustizia – commenta Paola Romano, assessora alle Culture del Comune di Bari – mettendo la popolazione carceraria in dialogo con gli studenti per colmare almeno in parte la distanza e il silenzio che troppo spesso avvolgono l’esistenza delle persone private della libertà personale. Crediamo che il podcast che sarà realizzato a esito di questo percorso possa rappresentare uno strumento significativo per parlare della dimensione carceraria in maniera “sensibile”, partendo dal vissuto, dalle riflessioni e dalla percezione del futuro dei detenuti coinvolti”.

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Autori! si configura quindi come un progetto innovativo che mira a dare voce a chi spesso resta in silenzio, contribuendo a combattere lo stigma che spesso accompagna i detenuti e il loro percorso di recupero. Le storie raccontate nel laboratorio non saranno solo una testimonianza del passato, ma anche una promessa di futuro: un futuro dove il dolore e la sofferenza possono essere trasformati in un’opportunità di crescita personale e collettiva.

L’evento conclusivo e la successiva pubblicazione del podcast rappresenteranno il culmine di un percorso di riscatto e di condivisione, che si estenderà ben oltre le mura del carcere, raggiungendo un vasto pubblico. In questo modo, le storie di vita dei detenuti diventeranno strumenti educativi per le nuove generazioni, dimostrando che anche dalle esperienze più difficili possono nascere insegnamenti preziosi per costruire una società più giusta e inclusiva.



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