Torre Canai: l’instancabile protettrice dell’isola di Sant’Antioco

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Imponenti, salde e resistenti: angeli custodi della Sardegna, le torri costiere hanno difeso per secoli i suoi confini da ogni minaccia e hanno fatto da tramite per il passaggio di informazioni importanti a salvaguardia del territorio. A gruppi o solitarie, la loro presenza tracciò un importante itinerario non solo strategico-militare, ma anche storico, che permette a chi le ammira ancora oggi di assaporare il contesto in cui sorsero e le rende un inestimabile bene patrimoniale per la comunità. Un tesoro simile è rintracciabile anche a Sant’Antioco, dove a protezione della costa isolana sud-orientale si erge imperturbabile la Torre di Canai.

Collocata sul promontorio sud dell’isola di Sant’Antioco oggi noto come “Turri”, Torre Canai faceva parte di un sistema difensivo creato in Sardegna da varie dominazioni contro invasioni barbaresche. Fin dalla nascita nel 1757 su progetto dell’ingegnere piemontese Vallin, essa divenne punto di riferimento per la popolazione non solo per possibili incursioni, ma anche per riscuotere eventuali imposte derivanti da scambio di merci e controllare dal punto di vista igienico-sanitario le imbarcazioni in arrivo, spesso sospettate di ospitare soggetti infetti.

Una funzione nevralgica ben documentata – per esempio da verbali del Consiglio Comunitativo del 1812 e 1815 – e nata in un sistema fortificato presente lungo le coste sarde. Collaudato dopo la conquista aragonese (1323-1326), tale meccanismo difensivo divenne più organico nel 1587, quando per ragioni militari ed economiche il re spagnolo Filippo II istituì la cosiddetta “amministrazione delle torri”. Con notevole impegno costruttivo, tra 1591 e 1610 sorse nell’isola un totale di 52 torri, secondo un disegno che tuttavia non contemplava ancora la protezione di piccole isole come Sant’Antioco.

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Per il passo in avanti si dovette attendere il XVIII secolo d.C., periodo in cui il re Carlo Emanuele III – sollecitato da cittadini di Iglesias interessati a coltivare terre proprio in area antiochense – comandò al viceré Cacherano di Bricherasio di avviare la costruzione su progetto già esistente delle torri di Calasetta e Canai. Sorta un anno dopo la sua simile, quest’ultima si localizzava nel Golfo di Palmas, snodo marittimo frequentato in particolare da flotte turche, rimaste presenza costante fino ai primi decenni dell’800. Al 1812 e 1815 risalgono infatti le ultime 2 incursioni a Sant’Antioco, sventate proprio grazie alla fondamentale azione della costruzione difensiva.

Una solidità militare richiamata strategicamente anche dalla struttura originaria, costituita da massi ritenuti provenienti da antiche costruzioni nuragiche e dalle quali deriverebbe il toponimo “Su Nuragh’e Moru”, altro nome con cui è nota la località. Concepita con grande ambiente circolare a quattro finestre e una scala che conduceva alla cosiddetta “piazza d’armi”, – luogo deputato ad accogliere artiglieria e la guardiola con latrina per la sentinella – già nei primi anni del XIX secolo d.C. la torre versava in condizioni precarie per problemi d’infiltrazione e infissi, fattore peggiorato poi ulteriormente dal Regio Decreto di Vittorio Emanuele II. Emanata nel 1867, tale disposizione prevedeva la dimissione della Reale Amministrazione per controllare le torri costiere, le quali già qualche anno prima erano passate inoltre dall’essere strutture fortificate a beni demaniali.

Il loro affidamento allo Stato diede iniziò a un lungo periodo di decadenza e abbandono anche di Torre Canai, che tuttavia continuò a essere sfondo di giornate di molti frequentatori dell’area in occasione, per esempio, di soggiorni al mare.

Dopo circa un cinquantennio in questa direzione, a partire dagli anni ‘60 la torre conobbe mutamenti significativi, divenendo prima residenza estiva privata per circa 25 anni per poi tornare alla comunità grazie all’associazione Italia Nostra, promotrice nel 1988 di una campagna di restauro con il Ministero dell’Ambiente e alla Soprintendenza per i Beni Artistici, Architettonici, Ambientali e Storici per le province di Cagliari e Oristano. Un percorso che restituì i fasti originari e conclusosi nel 1994, quando la costruzione fu finalmente riaperta al pubblico.

La Torre di Canai si trova lungo la Strada Comunale Coaquaddus a Sant’Antioco, nella provincia del Sud Sardegna. Gestita dall’associazione Italia Nostra, ai piedi della costruzione è possibile girare liberamente, mentre per visitare l’interno gratuitamente – o su piccola offerta volontaria – è necessario concordare preventivamente giorno e orario contattando il numero 340.7651267.



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