edilizia al bivio tra innovazione, manodopera specializzata e sostenibilità

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Nell’edilizia piccolo non è più bello, nonostante la sbornia del Superbonus e del PNRR. Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, con due ricerche, condotte da Smart Land e Nomisma, ha esplorato le trasformazioni dell’edilizia e quale futuro abbia il settore artigiano di fronte alle sfide dei prossimi 15 anni. «Tra il 2021 e il 2023 le imprese più strutturate hanno avuto incrementi medi di fatturato del 19,4%, e una crescita del valore aggiunto medio del 20%», sottolinea Gianmaria Modolo, presidente gruppo costruzioni di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. «Le piccole e le microimprese, al contrario, fanno segnare una diminuzione di fatturato (- 5,6%) che nel caso delle micro diventa consistente (- 18,2%), evidenziando un problema strutturale di dimensionamento che comporta minore organizzazione ed efficienza».

A fronte di questi dati, la ricerca di Smart Land, attraverso interviste a 160 imprese associate, conferma questa tendenza: «Nessuna delle aziende con oltre cinque dipendenti», spiega il curatore Federico Della Puppa, «pensa di uscire dal mercato nei prossimi anni, anche tra le imprese under 35. La quasi totalità del campione (88%) percepisce che il settore delle costruzioni sta attraversando una fase di forte cambiamento».

Tra le strategie da adottare per rispondere alle trasformazioni in atto, in testa c’è l’adozione di nuove tecnologie (64%), seguita da professionalità di alto livello (63%), sostenibilità nei prodotti e nei processi (54%), certificazioni (54%), modi di costruire (53%), l’aggregazione di imprese (47%), la riorganizzazione dei rapporti di filiera (44%), la standardizzazione dei processi di lavoro (43%) e le reti di imprese (38%).

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«Le sfide alle quali le imprese artigiane pensano che dovranno assolutamente far fronte in futuro», sottolinea il presidente Gianmaria Modolo, «sono ancora una volta la scarsità di manodopera e in particolare quella specializzata, problema riconosciuto dal 96% del campione. Seguono poi la presenza di vincoli normativi (83%) e il passaggio generazionale, individuato dal 65% degli intervistati».

Il questionario ha anche esplorato la propensione all’innovazione, ambito nel quale il 45% delle imprese artigianali ha investito in corsi di formazione, mentre il 33% hanno puntato sull’acquisto di nuovi mezzi a basso impatto ambientale. Rispetto alle tecnologia, un’impresa artigiana su quattro ha acquistato droni e laser scanner mobili, con a seguire investimenti in materiali innovativi.

Un’azienda su due ritiene di dover essere più innovativa tecnologicamente. Tuttavia, la mancanza di manodopera specializzata con competenze tecniche e la mancanza di tempo rappresentano le barriere principali all’innovazione. Tra le competenze più ricercate in futuro sono quelle in materiali innovativi e sostenibili (52%), seguite da competenze specializzate in nuove tecniche di costruzione. Per gli impiantisti le competenze specializzate riguardano l’impiantistica seguita dall’energia rinnovabile. L’associazione di categoria rappresenta per il 60% del campione il principale canale di aggiornamento.

Sul fronte del mercato edilizio, la ricerca Nomisma ha evidenziato che l’85% delle abitazioni sono occupate, dato che colloca Treviso al secondo posto in Veneto. Oltre tre transazioni di abitazioni su quattro sono state concluse nei comuni minori, al di fuori del capoluogo di provincia. Nella Marca Trevigiana, tra 2022 e 2023, le compravendite sono comunque calate del 10,3%. Anche perché i prezzi delle abitazioni faticano a ritornare sui livelli pre 2014: quest’anno è prevista una crescita dell’1,4%.

Non così gli affitti che sono cresciuti del 20% tra il 2014 e il 2024. I permessi di costruzione di nuove abitazioni o demolizioni e ricostruzione negli ultimi cinque anni hanno fatto registrare un calo del 26%, segno della tendenza a riqualificare l’esistente.

Nomisma ha anche indagato la propensione delle famiglie alla riqualificazione energetica, attraverso 800 interviste. Sono risultate tre categorie di approccio.

«Le famiglie “operative”, il 43% dl totale», spiega Marco Govoni, senior advisor di Nomisma, «tipicamente con redditi più elevati e abitazioni indipendenti, che hanno già realizzato interventi di efficientamento energetico negli ultimi cinque anni. Le famiglie “esploratrici” (26%), che pur non avendo ancora effettuato lavori, pianificano di farlo in futuro, composte prevalentemente da giovani proprietari residenti in condomini di più recente costruzione. Infine, le famiglie “attendiste” (31%), generalmente con componenti over 55 e redditi più bassi, che non hanno ancora avviato alcun intervento, né hanno intenzione di farlo».

«Proiettandosi al futuro», conclude il presidente Modolo, «le nostre indagini hanno individuato tra le principali sfide proprio le richieste di innovazione e la sostenibilità, senza dimenticare l’ottimizzazione dei processi e della gestione stessa delle imprese. Per il settore artigiano si tratta di affrontare le nuove tecniche di costruzione e di ristrutturazione, per adeguarsi fin da oggi al paradigma della sostenibilità, rivedendo modi e modelli di produzione secondo nuovi approcci integrati a livello di filiera».



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