Acea all’Europa: basta report, serve agire su multe, incentivi e dazi

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Se non è un dettare l’agenda ai lavori che l’Europa si appresta a inaugurare sullo stato dell’industria dell’auto, è qualcosa che ci si avvicina molto. L’Acea, a tre giorni dal primo incontro del Dialogo strategico sull’industria dell’auto europea (e il suo futuro), dettaglia nuovamente la propria posizione e fissa sei punti di intervento che guardano al breve periodo. Altri provvedimenti, strutturali, sul medio e lungo termine, compongono la posizione dell’asso-costruttori europei di auto. 

Ma di carne al fuoco, nelle premesse dell’azione richiesta nell’immediato, ve n’è parecchia. Su alcuni aspetti, vedi il tema incentivi all’acquisto per sostenere la domanda di auto elettriche, il percorso pare sia molto più lineare e in discesa rispetto alle posizioni relative ai target 2025.

MULTE 2025 IN CIMA ALLA LISTA: NESSUNA SANZIONE

In sede europea, le voci più recenti relative agli obiettivi sulle emissioni medie di CO2 che le case dovranno centrare quest’anno, hanno escluso un rinvio dell’appuntamento con gli ormai fatidici 93,6 g/km. Il Dialogo strategico servirà a comporre posizioni formalmente distanti e, soprattutto, dirimere la questione multe. Ovvero: target invariato e multe “sterilizzate”? Potrebbe essere il compromesso raggiunto tra Bruxelles e i costruttori, come paventato fino allo scorso dicembre dai rumours provenienti dalla politica europea.

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Emissioni CO2, come funziona il pool tra case e il target da non sforare   

Nei punti delineati dai costruttori rappresentati dall’Acea, il primo, a evidenziarne l’assoluta impellenza, recita: “Risolvere con urgenza il fardello del rispetto dell’obiettivo 2025 sulla CO2 per le auto, così da garantire che non verranno sostenute sanzioni”. 

VERSO IL SOLO ELETTRICO GUARDANDO LA REALTÀ (DI MERCATO E NON SOLO)

Altro punto da discutere, le scadenze del Green Deal, ovvero, i target fissati al 2030 e quello al 2035. Perché non di solo prodotto è fatta la transizione ad auto a emissioni zero. Il tema dell’infrastruttura di ricarica resta ancora un tasto dolente ed è la premessa (non l’unica) per sostenere la diffusione delle elettriche.

“Accelerare il riesame dei regolamenti sulla CO2 per le auto e i mezzi pesanti, sulla base della valutazione circa la presenza delle condizioni abilitanti, le realtà di mercato e della catena di approvvigionamento“, indica l’Acea. Infrastruttura di ricarica che ricade appieno tra le “condizioni abilitanti”.

La scansione dei punti fissati da Acea prosegue e chiede di “definire le priorità per il piano d’azione dell’industria automobilistica e garantire la sua coerenza con il Clean Industrial Deal.

URGONO INCENTIVI E RIVEDERE LA POLITICA DEI DAZI

Discutere un programma di incentivi per le auto che sia di respiro europeo e misure specifiche per stimolare la domanda di mezzi pesanti a zero emissioni (ad esempio, l’approvvigionamento pubblico).

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Fare urgentemente trasparenza sulla disponibilità delle condizioni abilitanti, segnatamente per i mezzi pesanti, sui quali le informazioni sono ampiamente assenti. Stabilire un monitoraggio solido e regolare (semestrale) sullo stato di un completo insieme di condizioni abilitanti”.

Sono le istanze dell’industria dei costruttori e dei rappresentanti delle aziende della componentistica, istanze il cui accoglimento chiederà un riposizionamento di Bruxelles rispetto alle politiche condotte fino a pochi mesi fa. Com’è il caso dazi applicati sulle auto elettriche cinesi.

DAI REPORT ALL’ATTUAZIONE DEL PIANO DRAGHI

Non c’è più tempo per i report: il dialogo strategico deve  produrre, adesso, un impatto reale sulla base delle raccomandazioni di Draghi. Dobbiamo passare da un approccio alla transizione basato sulle sanzioni a uno fondato sul mercato e sulla domanda”, ha dichiarato Sigrid de Vries, direttore generale dell’Associazione Europea dei Produttori di Automobili (ACEA). Piano Draghi sulla competitività dell’Unione Europea che per andare oltre l’enunciazione di obiettivi ha bisogno di un piano di investimenti dedicato e nell’ordine degli 880 miliardi di euro ogni anno. 

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“Come priorità immediata, l’azione della UE – che affronti il tema delle pesanti multe sulla conformità ai valori di CO2 2025 dei mezzi leggeri – è essenziale per mantenere competitiva la nostra industria”.

Sul fronte dell’associazione europea dei fornitori di componentistica auto (CLEPA), il segretario generale Benjamin Krieger ha aggiunto: “Il dialogo strategico giunge in un momento cruciale, in quanto le pressioni normative, la concorrenza globale e la debolezza della domanda di veicoli hanno messo a dura prova il settore, rallentando l’attività, riducendo la capacità di investimento e incidendo sulla forza lavoro. Solo nel 2024, l’industria delle forniture automobilistiche ha annunciato la perdita di 54.000 posti di lavoro.

Tutte le richieste e i temi Acea da discutere in Europa

I fornitori di componentistica auto sono fondamentali non solo per la prosperità dell’UE, ma anche per la stabilità delle economie regionali e locali, eppure queste basi si stanno erodendo. È giunto il momento che l’industria e i politici si allineino e intraprendano azioni decisive per una regolamentazione aperta alla tecnologia a lungo termine”.

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