Beffa Lettonia e truffa Nft, c’è l’incrocio: De Noni e Visentin promotori di Dexcar

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Si chiama Dexcar, un’altra società che prometteva di poter accedere ad un noleggio di automobili a prezzi stracciati. Sede in Germania, sanzionata dalla authority per la concorrenza, e sotto inchiesta in diverse città d’Italia, con un buco da 10 milioni e almeno 23 mila clienti beffati.

Ma è il secondo anello di congiunzione fra la beffa dei soldi raccolti per la start up di telecomunicazioni Api Connect in Lettonia (almeno 5 milioni raccolti a Nordest, centinaia di beffati anche in questo caso) ed il crac milionario della Nft (New Financial Technology) la società di Silea, poi trasferita a Londra ed infine a Dubai, su cui la procura di Treviso sta chiudendo le indagini, e cui si imputa un buco di 300 milioni dopo aver assicurato investimenti in criptovalute.

Per la Dexcar ha lavorato – da promoter, relatore ed operatori – Cristiano de Noni, 53 ani di San Fior, che dovrà risponder di abusivismo finanziario assieme al promotore altotesino Dietmar Peter Atz e a Michele Meneghin, 57 anni di Cappella maggiore, per il caso delle beffa in Lettonia (reato di truffa prescritto nel 2023 per loro e per altri quattro indagati). Ma per la Dexcar, con le stesse mansioni, ha operato anche Christian Visentin, indagato nel caso Nft.

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Era già spuntato un contratto, del 2021, in cui la società svizzera Tapro concorda con la Nft Ltd di Londra flussi di denaro con partenza da Tapro e destinazione Nft. De Noni è a quel tempo socio di Tapro, Visentin è fondatore di Nft.

Entrambi sono di San Fior e compaesani, ma forse questa è la coincidenza che meno interessa i risparmiatori beffati, da uno e dall’altro. E poi oggi, uno vive sempre a San Fior, e lo si torva nel suo negozio, Visentin, di contro, vivrebbe a Dubai.

Uno -De Noni – è infatti commerciante, con attività ad Anzano; l’altro. Visentin, è perito informatico, e mente di Nft. Si sarebbero conosciuti perché De Noni riforniva Visentin di dotazioni per l’ufficio, settore nel quale lavora.

Uno scorcio di Riga, la capitale della Lettonia

Ma entrambi, nella loro attività in Dexcar, lasciano tracce, foto, post sui social dopo le riunioni cui intervengono. Quelle con i clienti e quelli con i gruppi di lavoro di Dexcar, assieme agli altri operatori incaricati di reclutare clienti per una formula di noleggio auto a prezzi stracciati.

A centina e centinaia in mezza Italia (ma c’è anche un foto di De Noni in un hotel di Montecarlo). Mai però insieme, pur essendo attivissimi nella promozione dell’attività, dalla Marca al Friuli al resto del Veneto. Visentin , in particolare a Treviso, Belluno e Padova.

Va detto che anche Dexcar, come già i casi Api Connect e Nft – ha un canovaccio comune: raccolta dei contanti, poi spariti, esattamente come i vertici delle organizzazioni che avrebbero dovuto garantire rendimenti (o auto).

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Un impianto di sistema piramidale che si avvale del cosiddetto schema Ponzi.

E certo anche le denunce dei beffati, l’avvio delle inchieste di diverse Procure in Italia, la chiusura o la liquidazione delle società: nel caso di Dexcar con il buco milionario (e si parla di un trentesimo di quello stimato per Nft), in quello di Api Connect di sospetti flussi finanziari in una rete transnazionale di società.

C’è chi sostiene che Visentin avesse usato Dexcar come laboratorio ed incubatore di Nft; certo De Noni appare come un altro procacciatore di clienti per la società tedesca qui a Nordest. Ai quali veniva proposto di entrare, tramite una quota di ingresso, in nelle rete di reclutatori, per avere a propria volta premi in denaro e benefit.

Un concessionario trevigiano era stato sanzionato, assieme alla società, per aver promosso il sistema Dexcar, che non chiedeva somme rilevanti ai clienti, e che anche per questo ha avuto molte adesioni di chi, poi, avrebbe denunciato i promotori.

In rete, poi, sul fronte di Dexcar, assieme a De Noni e Visentin spuntano decine e decine di altri nomi. E altre società – vicine? contigue? – operanti nel settore dell’autonoleggio e della raccolta finanziaria .

C’è davvero di che pensare, di fronte a tante similitudini e coincidenze, a società che vanno dalla Lettonia a Dubai passando per Marca e Germania, ad un rete estesa e ramificata, ad un dedalo elaborato appositamente, ad una centrale dei raggiri capace di raccogliere denaro in tanti canali e di convogliarlo poi in sicure casseforti estere. Un perfetto castello accchiappavalute, reali e cripto (almeno nel caso di Nft). 



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