Guerra Israele – Hamas, le notizie di oggi 25 gennaio sul conflitto a Gaza. LIVE

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Hamas ha liberato dopo 477 giorni di progionia 4 soldatesse israeliane sequestrate il 7 ottobre in cambio di 200 prigionieri nelle carceri israeliane tra cui alcuni classificati come pericolosi terroristi. Si tratta di Liri Albag, 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte 20enni. Sono tutte in buone condizione di salute. (CHI SONO LE SOLDATESSE LIBERATE)\n

\”Israele ha ricevuto oggi quattro soldatesse rapite dall’organizzazione terroristica Hamas, e in cambio rilascerà prigionieri di sicurezza secondo le modalità stabilite. Secondo l’accordo, Israele non permetterà il passaggio di gazawi verso il nord della striscia fino a quando non sarà regolato il rilascio della cittadina Arbel Yehud, che avrebbe dovuto essere liberata oggi\”. Lo riferisce l’ufficio di Benyamin Netanyahu. \”Arbel Yehud è viva e sarà liberata tra sette giorni\”: lo ha dichiarato un alto funzionario di Hamas, come riferisce la tv pubblica israeliana Kan.

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L’esercito libanese ha dichiarato di essere pronto a schierare le sue forze nel sud del Paese, accusando Israele di \”procrastinare\” il suo ritiro previsto nell’accordo di cessate il fuoco di 60 giorni con scadenza domani. 

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Fonti palestinesi dalla Striscia di Gaza hanno riferito che un uomo è stato ucciso dall’Idf mentre con altre persone cercava di dirigersi a Nord, in Rashid Street, nel centro dell’enclave. Lo riporta Ynet. L’Idf ha smentito quanto riportato dai media palestinesi. “Non siamo a conoscenza di sospettati colpiti dagli spari”, tutti i colpi sparati erano colpi di avvertimento e non erano diretti contro le persone. 

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La tv libanese al Mayadeen, vicina a Hezbollah, ha riferito di attacchi israeliani nel sud del Libano nelle ultime ore, che \”hanno avuto un’escalation come non si vedeva da due mesi\”.

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Sabato sera, una bambina palestinese è morta a causa delle ferite riportate durante un raid dell’esercito israeliano nel villaggio di Muthalath Ash-Shuhada, a sud della città di Jenin, nella Cisgiordania occupata. Lo ha reso noto il Ministero della Salute palestinese citato dall’agenzia locale Wafa. Il Ministero ha confermato che Layla Mohammad Ayman al-Khatib, di 2 anni e mezzo, è morta per una ferita alla testa causata da proiettili sparati dall’esercito israeliano

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I palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il  clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è  giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di  guerra. LE IMMAGINI

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Dovrebbe essere rilasciato da Hamas la prossima settimana, insieme al terzo gruppo di ostaggi da liberare nell’ambito dell’accordo sul cessate il fuoco, Keith Siegel, 65enne israelo-americano che era stato rapito il 7 ottobre 2023 dalla sua casa nel kibbutz di Kfar Aza. Lo ha riferito l’emittente Nbc, citando due funzionari americani di alto livello, secondo i quali Siegel, che si trova in condizioni di salute critiche, dovrebbe essere liberato sabato prossimo. Sempre l’Nbc riporta che un altro cittadino israelo-americano rapito da Hamas, Sagui Dekel-Chen, verrà liberato poco dopo Siegel. Israele, dal canto suo, si aspetta che nel prossimo gruppo di ostaggi rilasciati figurino Arbel Yehud e la soldatessa Agam Berger.

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L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la  conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una  contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a  trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE

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Come annunciato da giorni, il ministro della Sicurezza nazionale – con altri due ministri del suo partito nazionalista-religioso – ha detto addio all’esecutivo di Netanyahu, in segno di protesta per l’accordo di cessate il fuoco a Gaza. LEGGI L’ARTICOLO

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Corteo con circa 200 partecipanti, nel pomeriggio a Bologna, al grido di \”Aggiorniamo la memoria, il genocidio è ora\”. A organizzarlo i Giovani Palestinesi della città emiliana che sono sfilati, guardati a vista dalle forze dell’ordine, dal parco John Lennon in via del Lavoro fino a Piazza Unità, tra bandiere palestinesi, torce e lo slogan ripetuto, ‘Palestina libera’. Al punto di partenza della manifestazione – ripresa e rilanciata nelle ‘stories’ sul profilo Instagram del Giovani Palestinesi Bologna – due striscioni posizionati a terra uno con scritto ‘Palestina libera. Aggiorniamo la memoria, il genocidio è ora’ e l’altro ‘Anp e Israele nemici del popolo palestinese. Giù le mani da Jenin!’. Tanti gli appelli, rilanciati al megafono, durante l’evento promosso in vista della Giornata della Memoria in programma lunedì per chiedere – come recita appunto il titolo scelto dai Giovani Palestinesi – di \”aggiornare\” la ricorrenza, \”nata a seguito degli orrori dei campi di concentramento e dei campi di sterminio\” spingendola fino ai fatti degli ultimi tempi. \”La loro memoria – si sente scandire nelle stories su Instagram – non valga solo per un certo colore della pelle o una certa religione\”.

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L’Amministrazione Trump ha rimosso le restrizioni sulla forniture a Israele di 1.800 bombe Mk-84 dal peso di circa una tonnellata l’una. Lo riferiscono i media israeliani, precisando che la fornitura avverrà nei prossimi giorni. La consegna di questi ordini era stata bloccata lo scorso maggio dall’allora amministrazione Biden in risposta agli spargimenti di sangue dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza.

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Sono 33 gli ostaggi che saranno rilasciati durante la prima delle tre fasi dell’accordo di tregua per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza tra Israele e Hamas scattato alle 10.15 del 19 gennaio. Le prime tre persone, tutte donne, sono state prese in consegna a Gaza City dalla Croce Rossa. Si tratta di Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono le persone che dovrebbero essere liberato man mano durante questa fase di tregua. LEGGI QUI

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Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher erano state rapite durante gli attacchi del 7 ottobre 2023. Gonen era stata catturata al festival Supernova, mentre Damari e Steinbrecher erano state prelevate dal kibbutz di Kfar Aza. Il pomeriggio del 19 gennaio, nel quadro dell’accordo sul cessate il fuoco, sono state liberate. CHI SONO

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Rilasciate oggi 4 soldatesse israeliane in ostaggio a Gaza. Come confermato dalle Brigate Al Qassam, l’ala armata di Hamas, il rilascio è parte dell’accordo di cessate il fuoco nell’enclave. Si tratta di Liri Albag, 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte 20enni. La quinta, Agam Berger, rimasta nella Striscia di Gaza, non verrà rilasciata per il momento. Ecco chi sono le soldatesse. LEGGI L’ARTICOLO

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Secondo media statunitensi, un ostaggio israelo-americano, rapito dalla sua casa nel kibbutz Kfar Aza il 7 ottobre 2023, dovrebbe essere liberato la prossima settimana, nel terzo rilascio nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco con Hamas. Keith Siegel , 65 anni, è ritenuto in cattive condizioni di salute. La Nbc riferisce che un altro sequestrato israelo-americano, Sagui Dekel-Chen, di 36 anni, sarà rilasciato poco dopo Siegel. Sia Siegel che Dekel-Chen sono sulla lista dei 33 ostaggi che dovrebbero essere liberati nella fase iniziale di 42 giorni dell’accordo. Il terzo ostaggio con cittadinanza statunitense, Edan Alexander, non verrà rilasciato prima della seconda fase, poiché è un soldato.

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Daniela Gilboa, Liri Elbag, Naama Levy e Karina Ariev, tornate oggi in Israele dopo 477 giorni di prigionia, sono state tenute per tutto il periodo in appartamenti o dentro tunnel, in pessime condizioni igieniche. Erano costrette a cucinare e pulire per i loro rapitori, a prendersi cura dei figli dei terroristi. Lo riferisce Ynet. Per una parte del tempo le giovani sono state tenute insieme, anche con Agam Berger, la quinta soldatessa rapita. Sono state spostate da un posto all’altro all’interno della città di Gaza, travestite da donne palestinesi, hanno imparato a parlare arabo. 

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L’Idf ha dichiarato che, contrariamente a quanto riportato dai media palestinesi secondo cui una persona è stata uccisa e circa due dozzine sono rimaste ferite, tutti i colpi sparati erano colpi di avvertimento e non erano diretti contro le persone. \”Sottolineiamo che, al momento, non siamo a conoscenza di sospettati colpiti dagli spari\”, afferma l’esercito, \”l’Idf è determinato a implementare pienamente i termini dell’accordo, è preparato per qualsiasi scenario e continuerà a prendere tutte le misure necessarie per rimuovere qualsiasi minaccia immediata ai soldati\”. L’esercito ha poi invitato nuovamente \”i civili palestinesi a obbedire alle loro istruzioni e a non avvicinarsi alle forze schierate nella zona\”.

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\”Aggiorniamo la memoria. Il genocidio è ora\”. Sono le parole scritte nello striscione che ha aperto questo pomeriggio a Trieste il corteo pro Palestina. Circa 300 le persone presenti alla partenza della mobilitazione, che si è poi snodata nelle vie della città. Tra gli altri slogan esposti \”Governi complici del genocidio\”, \”Israele antisemita, Gaza Vive\” e ancora \”America è la testa del terrorismo\”. Alcuni ragazzi del gruppo Palestinesi Fvg hanno spiegato che \”a due giorni dalla Giornata della Memoria vogliamo sottolineare come si stia consumando un altro genocidio sotto gli occhi di tutti. Ci sono vittime, crimini che continuano ogni giorno, mentre gli aiuti umanitari non arrivano. Non si può restare indifferenti davanti a tutto ciò\”. Nel centro città hanno sfilato soprattutto giovani. Tra gli esponenti politici, era presente Rifondazione Comunista. Tante le bandiere della Palestina portate dai manifestanti, ma tante anche quelle della pace. Lungo le strade sono state più volte gridate a gran voce le parole \”Palestina libera\”.

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Un detenuto palestinese destinato al rilascio come parte dell’accordo tra Israele e Hamas si è rifiutato di tornare a Gaza, dicendo di temere per la sua vita. È stato sostituito con un prigioniero che avrebbe dovuto essere scarcerato la prossima settimana. Lo ha riferito il servizio carcerario.

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Israele stima che Hamas pubblicherà questa sera l’elenco di tutti i sequestrati che verranno rilasciati nella prima fase dell’accordo, ma non è ancora chiaro se si tratterà di un elenco dettagliato in cui viene confermata l’esistenza in vita di ognuno, oppure se siano morti in cattività. Lo riferisce la tv pubblica Kan. Israele ritiene che otto su 33 siano deceduti.

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Fonti palestinesi dalla Striscia di Gaza hanno riferito che un uomo è stato ucciso dall’Idf mentre con altre persone cercava di dirigersi a Nord, in Rashid Street, nel centro dell’enclave. Lo riporta Ynet.

“,”postId”:”2201bdc9-7e62-4f05-a273-f6581d957c4e”},{“timestamp”:”2025-01-25T16:32:24.817Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-25T17:32:24+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Netanyahu parla con i genitori di Liri: \”È un grande giorno\””,”content”:”

Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha parlato oggi con Shira ed Eli Albag, i genitori di Liri, liberata dalla prigionia di Hamas. \”Mia moglie ed io, insieme a tutto il popolo di Israele, abbracciamo Liri e le sue compagne che sono emerse alla luce. Sono felice che grazie ai nostri grandi sforzi, quelli dell’Idf e di tutti coloro che sono stati coinvolti, siamo riusciti a realizzare questo. È davvero un grande giorno. Stiamo lavorando per liberare tutti gli altri\”, ha detto il premier durante la conversazione.

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\”Oggi il mondo festeggia perché il presidente Trump ha ottenuto il rilascio di altri quattro ostaggi israeliani che, per troppo tempo, sono stati trattenuti contro la loro volontà da Hamas in condizioni orribili. Gli Stati Uniti continueranno con il loro grande partner Israele a spingere per il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti e per il perseguimento della pace in tutta la regione\”: cosi’ la Casa Bianca in una nota a commento della liberazione di altri quattro ostaggi israeliani.

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Hamas ha liberato dopo 477 giorni di progionia 4 soldatesse israeliane sequestrate il 7 ottobre in cambio di 200 prigionieri nelle carceri israeliane tra cui alcuni classificati come pericolosi terroristi. Si tratta di Liri Albag, 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte 20enni. Sono tutte in buone condizione di salute. (CHI SONO LE SOLDATESSE LIBERATE)

“Israele ha ricevuto oggi quattro soldatesse rapite dall’organizzazione terroristica Hamas, e in cambio rilascerà prigionieri di sicurezza secondo le modalità stabilite. Secondo l’accordo, Israele non permetterà il passaggio di gazawi verso il nord della striscia fino a quando non sarà regolato il rilascio della cittadina Arbel Yehud, che avrebbe dovuto essere liberata oggi”. Lo riferisce l’ufficio di Benyamin Netanyahu. “Arbel Yehud è viva e sarà liberata tra sette giorni”: lo ha dichiarato un alto funzionario di Hamas, come riferisce la tv pubblica israeliana Kan.

L’esercito libanese ha dichiarato di essere pronto a schierare le sue forze nel sud del Paese, accusando Israele di “procrastinare” il suo ritiro previsto nell’accordo di cessate il fuoco di 60 giorni con scadenza domani. 

Fonti palestinesi dalla Striscia di Gaza hanno riferito che un uomo è stato ucciso dall’Idf mentre con altre persone cercava di dirigersi a Nord, in Rashid Street, nel centro dell’enclave. Lo riporta Ynet. L’Idf ha smentito quanto riportato dai media palestinesi. “Non siamo a conoscenza di sospettati colpiti dagli spari”, tutti i colpi sparati erano colpi di avvertimento e non erano diretti contro le persone. 

La tv libanese al Mayadeen, vicina a Hezbollah, ha riferito di attacchi israeliani nel sud del Libano nelle ultime ore, che “hanno avuto un’escalation come non si vedeva da due mesi”.

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Anp: bambina di 2 anni uccisa da spari israeliani a Jenin

Sabato sera, una bambina palestinese è morta a causa delle ferite riportate durante un raid dell’esercito israeliano nel villaggio di Muthalath Ash-Shuhada, a sud della città di Jenin, nella Cisgiordania occupata. Lo ha reso noto il Ministero della Salute palestinese citato dall’agenzia locale Wafa. Il Ministero ha confermato che Layla Mohammad Ayman al-Khatib, di 2 anni e mezzo, è morta per una ferita alla testa causata da proiettili sparati dall’esercito israeliano

Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza. FOTO

I palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il  clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è  giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di  guerra. LE IMMAGINI

Media Usa: “Ostaggi israelo-americani verso il rilascio”

Dovrebbe essere rilasciato da Hamas la prossima settimana, insieme al terzo gruppo di ostaggi da liberare nell’ambito dell’accordo sul cessate il fuoco, Keith Siegel, 65enne israelo-americano che era stato rapito il 7 ottobre 2023 dalla sua casa nel kibbutz di Kfar Aza. Lo ha riferito l’emittente Nbc, citando due funzionari americani di alto livello, secondo i quali Siegel, che si trova in condizioni di salute critiche, dovrebbe essere liberato sabato prossimo. Sempre l’Nbc riporta che un altro cittadino israelo-americano rapito da Hamas, Sagui Dekel-Chen, verrà liberato poco dopo Siegel. Israele, dal canto suo, si aspetta che nel prossimo gruppo di ostaggi rilasciati figurino Arbel Yehud e la soldatessa Agam Berger.

La questione israelo palestinese, cos’è e come è nata

L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la  conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una  contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a  trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE

Israele, Ben Gvir e altri due ministri lasciano governo Netanyahu

Come annunciato da giorni, il ministro della Sicurezza nazionale – con altri due ministri del suo partito nazionalista-religioso – ha detto addio all’esecutivo di Netanyahu, in segno di protesta per l’accordo di cessate il fuoco a Gaza. LEGGI L’ARTICOLO

Giovani palestinesi in corteo a Bologna: “Aggiorniamo la memoria”

Corteo con circa 200 partecipanti, nel pomeriggio a Bologna, al grido di “Aggiorniamo la memoria, il genocidio è ora”. A organizzarlo i Giovani Palestinesi della città emiliana che sono sfilati, guardati a vista dalle forze dell’ordine, dal parco John Lennon in via del Lavoro fino a Piazza Unità, tra bandiere palestinesi, torce e lo slogan ripetuto, ‘Palestina libera’. Al punto di partenza della manifestazione – ripresa e rilanciata nelle ‘stories’ sul profilo Instagram del Giovani Palestinesi Bologna – due striscioni posizionati a terra uno con scritto ‘Palestina libera. Aggiorniamo la memoria, il genocidio è ora’ e l’altro ‘Anp e Israele nemici del popolo palestinese. Giù le mani da Jenin!’. Tanti gli appelli, rilanciati al megafono, durante l’evento promosso in vista della Giornata della Memoria in programma lunedì per chiedere – come recita appunto il titolo scelto dai Giovani Palestinesi – di “aggiornare” la ricorrenza, “nata a seguito degli orrori dei campi di concentramento e dei campi di sterminio” spingendola fino ai fatti degli ultimi tempi. “La loro memoria – si sente scandire nelle stories su Instagram – non valga solo per un certo colore della pelle o una certa religione”.

Media: Usa forniranno bombe pesanti a Israele

L’Amministrazione Trump ha rimosso le restrizioni sulla forniture a Israele di 1.800 bombe Mk-84 dal peso di circa una tonnellata l’una. Lo riferiscono i media israeliani, precisando che la fornitura avverrà nei prossimi giorni. La consegna di questi ordini era stata bloccata lo scorso maggio dall’allora amministrazione Biden in risposta agli spargimenti di sangue dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza.

Tregua Israele-Hamas, la lista dei 33 ostaggi che saranno liberati nella prima fase

Sono 33 gli ostaggi che saranno rilasciati durante la prima delle tre fasi dell’accordo di tregua per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza tra Israele e Hamas scattato alle 10.15 del 19 gennaio. Le prime tre persone, tutte donne, sono state prese in consegna a Gaza City dalla Croce Rossa. Si tratta di Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono le persone che dovrebbero essere liberato man mano durante questa fase di tregua. LEGGI QUI

Tregua Gaza, chi sono le prime 3 ragazze israeliane liberate da Hamas

Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher erano state rapite durante gli attacchi del 7 ottobre 2023. Gonen era stata catturata al festival Supernova, mentre Damari e Steinbrecher erano state prelevate dal kibbutz di Kfar Aza. Il pomeriggio del 19 gennaio, nel quadro dell’accordo sul cessate il fuoco, sono state liberate. CHI SONO

Medioriente, chi sono le quattro soldatesse israeliane rilasciate oggi

Rilasciate oggi 4 soldatesse israeliane in ostaggio a Gaza. Come confermato dalle Brigate Al Qassam, l’ala armata di Hamas, il rilascio è parte dell’accordo di cessate il fuoco nell’enclave. Si tratta di Liri Albag, 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte 20enni. La quinta, Agam Berger, rimasta nella Striscia di Gaza, non verrà rilasciata per il momento. Ecco chi sono le soldatesse. LEGGI L’ARTICOLO

Media: “Due ostaggi israelo-americani verso il rilascio”

Secondo media statunitensi, un ostaggio israelo-americano, rapito dalla sua casa nel kibbutz Kfar Aza il 7 ottobre 2023, dovrebbe essere liberato la prossima settimana, nel terzo rilascio nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco con Hamas. Keith Siegel , 65 anni, è ritenuto in cattive condizioni di salute. La Nbc riferisce che un altro sequestrato israelo-americano, Sagui Dekel-Chen, di 36 anni, sarà rilasciato poco dopo Siegel. Sia Siegel che Dekel-Chen sono sulla lista dei 33 ostaggi che dovrebbero essere liberati nella fase iniziale di 42 giorni dell’accordo. Il terzo ostaggio con cittadinanza statunitense, Edan Alexander, non verrà rilasciato prima della seconda fase, poiché è un soldato.

Media: soldatesse rapite cucinavano per terroristi e loro figli

Daniela Gilboa, Liri Elbag, Naama Levy e Karina Ariev, tornate oggi in Israele dopo 477 giorni di prigionia, sono state tenute per tutto il periodo in appartamenti o dentro tunnel, in pessime condizioni igieniche. Erano costrette a cucinare e pulire per i loro rapitori, a prendersi cura dei figli dei terroristi. Lo riferisce Ynet. Per una parte del tempo le giovani sono state tenute insieme, anche con Agam Berger, la quinta soldatessa rapita. Sono state spostate da un posto all’altro all’interno della città di Gaza, travestite da donne palestinesi, hanno imparato a parlare arabo. 

Idf smentisce di aver ucciso un uomo a Gaza e ferito altri

L’Idf ha dichiarato che, contrariamente a quanto riportato dai media palestinesi secondo cui una persona è stata uccisa e circa due dozzine sono rimaste ferite, tutti i colpi sparati erano colpi di avvertimento e non erano diretti contro le persone. “Sottolineiamo che, al momento, non siamo a conoscenza di sospettati colpiti dagli spari”, afferma l’esercito, “l’Idf è determinato a implementare pienamente i termini dell’accordo, è preparato per qualsiasi scenario e continuerà a prendere tutte le misure necessarie per rimuovere qualsiasi minaccia immediata ai soldati”. L’esercito ha poi invitato nuovamente “i civili palestinesi a obbedire alle loro istruzioni e a non avvicinarsi alle forze schierate nella zona”.

Corteo proPal a Trieste, “aggiorniamo memoria. Genocidio è ora”

“Aggiorniamo la memoria. Il genocidio è ora”. Sono le parole scritte nello striscione che ha aperto questo pomeriggio a Trieste il corteo pro Palestina. Circa 300 le persone presenti alla partenza della mobilitazione, che si è poi snodata nelle vie della città. Tra gli altri slogan esposti “Governi complici del genocidio”, “Israele antisemita, Gaza Vive” e ancora “America è la testa del terrorismo”. Alcuni ragazzi del gruppo Palestinesi Fvg hanno spiegato che “a due giorni dalla Giornata della Memoria vogliamo sottolineare come si stia consumando un altro genocidio sotto gli occhi di tutti. Ci sono vittime, crimini che continuano ogni giorno, mentre gli aiuti umanitari non arrivano. Non si può restare indifferenti davanti a tutto ciò”. Nel centro città hanno sfilato soprattutto giovani. Tra gli esponenti politici, era presente Rifondazione Comunista. Tante le bandiere della Palestina portate dai manifestanti, ma tante anche quelle della pace. Lungo le strade sono state più volte gridate a gran voce le parole “Palestina libera”.

Detenuto palestinese si rifiuta di tornare a Gaza: “Mi uccidono”

Un detenuto palestinese destinato al rilascio come parte dell’accordo tra Israele e Hamas si è rifiutato di tornare a Gaza, dicendo di temere per la sua vita. È stato sostituito con un prigioniero che avrebbe dovuto essere scarcerato la prossima settimana. Lo ha riferito il servizio carcerario.

Guerra Medioriente, liberate 4 soldatesse israeliane

Media: attesa lista Hamas con i 33 ostaggi vivi o morti

Israele stima che Hamas pubblicherà questa sera l’elenco di tutti i sequestrati che verranno rilasciati nella prima fase dell’accordo, ma non è ancora chiaro se si tratterà di un elenco dettagliato in cui viene confermata l’esistenza in vita di ognuno, oppure se siano morti in cattività. Lo riferisce la tv pubblica Kan. Israele ritiene che otto su 33 siano deceduti.

“Uomo ucciso da Idf mentre cercava di andare a Gaza nord”

Fonti palestinesi dalla Striscia di Gaza hanno riferito che un uomo è stato ucciso dall’Idf mentre con altre persone cercava di dirigersi a Nord, in Rashid Street, nel centro dell’enclave. Lo riporta Ynet.

Netanyahu parla con i genitori di Liri: “È un grande giorno”

Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha parlato oggi con Shira ed Eli Albag, i genitori di Liri, liberata dalla prigionia di Hamas. “Mia moglie ed io, insieme a tutto il popolo di Israele, abbracciamo Liri e le sue compagne che sono emerse alla luce. Sono felice che grazie ai nostri grandi sforzi, quelli dell’Idf e di tutti coloro che sono stati coinvolti, siamo riusciti a realizzare questo. È davvero un grande giorno. Stiamo lavorando per liberare tutti gli altri”, ha detto il premier durante la conversazione.

Casa Bianca: “Usa con Israele per la liberazione di tutti gli ostaggi”

“Oggi il mondo festeggia perché il presidente Trump ha ottenuto il rilascio di altri quattro ostaggi israeliani che, per troppo tempo, sono stati trattenuti contro la loro volontà da Hamas in condizioni orribili. Gli Stati Uniti continueranno con il loro grande partner Israele a spingere per il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti e per il perseguimento della pace in tutta la regione”: cosi’ la Casa Bianca in una nota a commento della liberazione di altri quattro ostaggi israeliani.



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