Non solo STEM, anche analisi dei dati e tantissima Intelligenza artificiale. Con qualche sorpresa. Le tendenze del lavoro nel 2025 e oltre

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Nel prossimo periodo l’instabilità geopolitica e l’invecchiamento della popolazione influenzeranno il mercato del lavoro. Per il World Economic Forum in un quinquennio sarà rivoluzionato il 22% dei mestieri. Ma quali competenze richiederà il mercato? L’analisi di Fabiana Andreani, una delle massime esperte italiane in orientamento e carriera, seguitissima sui social

Puntuale come ogni gennaio, arrivano le previsioni sul mondo del lavoro per il 2025. Ammetto che mi piace molto aggiornarmi e, soprattutto, tenere da parte quelle degli anni passati per confrontarle e vedere quanto le statistiche abbiano più o meno centrato il bersaglio. Un posto particolare nel mio cuore lo occupano le previsioni pubblicate a inizio 2020. La maggior parte era focalizzata sull’automazione, sull’importanza delle soft skills e sulla gig economy ma nessuno ha potuto prevedere quanto quell’anno avrebbe significato per la società globale.

Oggi ho ripreso in mano il World Economic Forum – Future of Jobs Report 2025, accompagnato dal Gartner – Future of Work Trends e da un curioso articolo di Forbes del 2011 intitolato 2025 Workplace: Intel Predicts the Future rivisto oggi in un altro articolo sempre di Forbes. Inoltre, il feed di LinkedIn mi segnala la nuova classifica Jobs on the Rise 2025 in tanti Paesi, Italia inclusa, e direi quindi che ho materiale sufficiente per farmi un’idea di cosa ci aspetta. Anche quest’anno, come da un po’ di tempo a questa parte, ad un primo sguardo ho l’impressione di non trovarmi davanti a grandi novità, almeno a prima vista.

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Focus sull’AI

AI, ingegneri e dati sono in primo piano. Si parla del ruolo crescente degli agenti AI, ovvero software programmati per apprendere dalle nostre operazioni quotidiane e fornire soluzioni personalizzate per diverse attività lavorative.

Leggi anche: La Pubblica amministrazione sarà mai “un posto figo” dove lavorare?

Da un lato queste tecnologie generano molta attenzione, accompagnata anche da timori. Dall’altro mi sembrano solo una variazione sul tema dell’automazione, di cui si discute fin dai primi chatbot del 2016.

Lavori in crescita in Italia

I Jobs on the Rise di LinkedIn Italia, invece, stupiscono di più, forse perché si basano su dati diversi delle altre statistiche. Oltre i numerosi ruoli in ambito tech e AI, sono al loro esordio:

  • Travel designer (al primo posto);
  • Reservation agent (confermando le richieste di ruoli in ambito turistico);
  • Profili meno usuali come il liquidatore sinistri.

Numerosissime le richieste su funzioni legate al marketing, alle risorse umane e agli acquisti, ruoli sempre molto presenti su questa piattaforma.

Macrotendenze nel mondo del lavoro

Il World Economic Forum dedica una sezione ben distinta alle macro tendenze, sottolineando come il cambiamento climatico, l’instabilità geopolitica e la transizione demografica con l’invecchiamento della popolazione influenzeranno decisamente il mercato del lavoro. Nei prossimi cinque anni il WEF, utilizzando dati dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro, stima che i cambiamenti interesseranno circa il 22% degli attuali ruoli, con un aumento complessivo di circa 78 milioni di posti di lavoro.

Non solo STEM

Sorprendentemente le professioni che numericamente cresceranno di più nei prossimi cinque anni non solo solo connesse con TECH e AI. Secondo il report del WEF, Future of Jobs, i lavori agricoli sono quelli che stanno crescendo più velocemente di tutti. Nei prossimi cinque anni, si aggiungeranno 35 milioni di posti, grazie agli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio e affrontare i cambiamenti climatici. Anche l’aumento del costo della vita e il maggiore accesso al digitale favoriscono questa tendenza.

Ruoli come autisti per consegne, operai edili, venditori e addetti alla lavorazione degli alimenti seguono a ruota questa forte crescita. Sebbene la tecnologia influenzi quasi tutte le professioni, l’aumento di questi ruoli dipende anche da fattori demografici ed economici.

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Le professioni legate alla cura, come infermieri, assistenti sociali, counselor e badanti, cresceranno notevolmente per via dell’invecchiamento della popolazione e di una maggiore attenzione ai temi sociali e lavorativi. Anche i ruoli nell’istruzione, come insegnanti universitari, della scuola secondaria e di altre istituzioni superiori, aumenteranno, spinti dal maggiore accesso al digitale e dall’incremento della popolazione in età lavorativa. Un bell’incoraggiamento per chi sente il proprio talento maggiormente spendibile in ambiti non STEM.

E le competenze?

Le soft skills continuano a fare la differenza, e credo che questo mantra si ripeterà sempre di più anno dopo anno. Ogni anno si discute tra competenze creative e analitiche: quest’anno, secondo il WEF, vincono le seconde.

Creative thinking si piazza al quarto posto, superato da flessibilità e leadership. Non è un caso che le competenze di calcolo, precisione e programmazione siano agli ultimi posti con la sempre maggior presenza di software che riescono a svolgere questi compiti in maniera più veloce e efficiente.

Nuovi modelli di collaborazione

I lavori on-demand e le collaborazioni fractional sono in forte crescita. Questi modelli permettono alle aziende di ottenere ciò che serve senza i costi di un dipendente fisso, garantendo al contempo maggiore libertà per i professionisti di lavorare su più progetti. Non tutti i ruoli sono pronti o disponibili a tale flessibilità che rimarrà appannaggio di figure tecniche, strategiche o consulenziali. Infine, crescono le collaborazioni tra aziende di settori diversi, soprattutto per affrontare grandi sfide come la sostenibilità o l’innovazione tecnologica.

Gli inattivi

Accanto a queste previsioni per il nuovo anno, il bollettino ISTAT ci ricorda che, nonostante un’occupazione elevata (62,4%), il tasso di inattività in Italia è al 33% e non accenna a diminuire. In una società come la nostra che invecchia, non è più possibile lasciare persone attive fuori dal mercato.

Per contrastare questa situazione è fondamentale adottare misure che incentivino le persone inattive a cercare lavoro come supporto alla genitorialità, orientamento professionale e formazione continua, senza imporre inutili limiti di età. Ecco, quando vedrò finalmente sparire le inutili barriere anagrafiche verso chi cerca lavoro o vuole ricollocarsi, sarà veramente un inizio di anno diverso.





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