Confidi: dal DDL PMI nuova modalità di accesso al credito

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L’art. 5 del DDL segna una svolta significativa, proponendo un nuovo assetto regolamentare che punta a risolvere le criticità del passato e a favorire una maggiore competitività delle imprese italiane. In questo articolo, analizziamo le principali novità della riforma, confrontandole con la disciplina precedente, per offrire una visione chiara e completa delle implicazioni del riordino.

I confidi, ossia consorzi di garanzia collettiva dei fidi, sono enti che agevolano l’accesso al credito per le PMI attraverso il rilascio di garanzie a favore delle banche. La storia dei confidi ha radici profonde in Italia: le prime associazioni di mutua assistenza sono dei primi anni ’50, mentre l’ultima riforma che disciplina la garanzia dei fidi è del 2003 (Legge 326/2003).  L’obiettivo dell’intervento è semplificare e riorganizzare le regole che disciplinano questo strumento, attraverso la revisione dei requisiti di iscrizione all’albo previsto dall’art. 106 del Testo Unico Bancario (TUB), l’ampliamento delle attività consentite, la promozione di processi di aggregazione tramite agevolazioni normative e l’estensione delle possibilità operative per i confidi iscritti. Sono, inoltre, previste misure per ridurre i costi di istruttoria nella valutazione del merito creditizio delle imprese e interventi volti a favorire l’integrazione tra consorzi, consentendo loro di partecipare ad altri enti senza modificare il proprio oggetto sociale.

La disciplina vigente, introdotta negli anni precedenti, presentava diversi limiti, tra cui una frammentazione normativa, requisiti di accesso complessi e una limitata capacità operativa dei Confidi stessi. La necessità di una riforma nasce dal bisogno di:

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  • semplificare e uniformare il quadro regolamentare;
  • migliorare la governance e la trasparenza;
  • potenziare l’efficienza del sistema di garanzia.

Le principali novità: cosa cambia con l’art. 5 del DDL

L’art. 5 introduce disposizioni innovative volte a rafforzare il ruolo dei confidi, garantendo al contempo maggiore trasparenza e rigore. Di seguito, i punti salienti della riforma:

1) Requisiti di accesso e operatività:

  • è prevista una maggiore selezione per l’iscrizione all’albo dei confidi, con criteri di solvibilità e patrimonializzazione più stringenti;
  • viene introdotta una soglia minima di capitale sociale, calcolata in base al volume delle garanzie erogate.

2) Miglioramento della governance:

  • obbligo di adottare modelli organizzativi e gestionali in linea con le best practice di corporate governance;
  • rafforzamento dei controlli interni, con un ruolo centrale attribuito agli organi di revisione.

3) Innovazioni nei rapporti con gli istituti bancari:

  • promozione di una maggiore integrazione tra confidi e sistema bancario, grazie a protocolli operativi standardizzati;
  • incentivi per l’utilizzo di strumenti digitali per la gestione delle garanzie.

4) Sostegno alle PMI:

  • introduzione di meccanismi di monitoraggio per garantire che i benefici raggiungano effettivamente le imprese più meritevoli;
  • previsione di strumenti dedicati per i settori più fragili, come agricoltura e innovazione tecnologica.

Il confronto con la disciplina precedente

Argomento Disciplina precedente Novità introdotte dal DDL
Iscrizione all’albo Requisiti frammentati e non uniformi Standard uniformi e più stringenti
Capitale sociale minimo Non richiesto Soglia minima calcolata sulle garanzie erogate
Governance Modelli di gestione non sempre definiti Obbligo di modelli avanzati di governance
Rapporti con le banche Interazioni non sempre strutturate Protocolli operativi standardizzati
Supporto alle PMI Limitato a pochi settori Maggiore accesso per settori vulnerabili

La riforma della disciplina dei Confidi rappresenta un’importante occasione per rafforzare il sistema creditizio a supporto delle PMI, puntando su una maggiore solidità, efficienza e trasparenza. Con queste innovazioni, il legislatore mira a creare un sistema di garanzie più inclusivo e capace di rispondere alle esigenze di un mercato sempre più complesso e competitivo. Le imprese italiane, vero motore dell’economia nazionale, potranno beneficiare di un accesso al credito più agevole e sicuro, favorendo crescita e innovazione in tutto il territorio.

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