Ottanta anni e non sentirli. Per Enzo Siviero è un giorno speciale: oggi festeggia il suo compleanno n° 80, appunto, e lo fa mantenendo quello spirito giovane di entusiasta trascinatore di grandi opere, grandi sogni e fiorente sviluppo per l’umanità. In modo particolare è molto legato all’opera del Ponte sullo Stretto lui che – da architetto e ingegnere tra i più stimati e affermati a livello internazionale – ha progettato e realizzato decine di ponti in tutto il mondo. Rettore dell’Università ECampus, ha dedicato la sua vita all’insegnamento e ai giovani. Oggi Enzo Siviero è una sorta di maître à penser: lo possiamo considerare un filosofo per la saggezza di una vita vissuta profondamente a 360 gradi, con una forte propensione tecnica per l’ingegneria e l’architettura ma anche e soprattutto una straordinaria cultura umanistica che gli ha consentito di andare oltre la semplice costruzione di ponti e grandi opere, ma di diventare un punto di riferimento sociale e culturale per intere generazioni.
Non ha e non ha mai avuto alcuna tessera di partito, e questo gli ha consentito di essere sempre libero con le sue idee da uomo del nord molto legato al sud, da spirito progressista sempre proiettato al futuro e allo sviluppo della società ma anche conservatore perchè sempre ancorato alle più antiche e nobili tradizioni della nostra cultura. Ed è proprio per questo che oggi festeggia i suoi 80 anni con sobrietà: rimarrà in casa con la propria famiglia e i propri cari, una cerchia ristrettissima, approfittando della bravura in cucina del fratello che cucinerà il baccalà alla vicentina con la storica ricetta della mamma, che oggi avrebbe 108 anni e da tempo non c’è più. E’ un modo per essere ancora con lei e rinnovare la tradizione dei sapori con cui è cresciuto da bambino.
“Questi traguardi anagrafici li interpreto sempre come momenti per riflettere – confida Enzo Siviero ai microfoni di StrettoWeb – vanno bene i festeggiamenti ma la cosa più importante è la riflessione. Io spero di aver lasciato molte tracce, ho il privilegio di fare ponti che restano lì per centinaia di anni e sono molto orgoglioso delle opere e della mia rivista, Galileo, che lascia tracce profonde anche a livello culturale. Ho la fortuna di insegnare, faccio decine di tesi ogni anno, sempre sul tema del Ponte ma non solo tecnico bensì anche sul piano metaforico e metafisico, simbolico. Sono rettore, ai ragazzi bisogna dare stimoli e la possibilità di rendersi conto che la conoscenza della geografia, della storia, è fondamentale. Ieri il Ministro Valditara è stato eccezionale, va trasmesso proprio questo ai giovani: noi docenti abbiamo il dovere di motivare i ragazzi, sono molto contento di aver risolto decine di casi difficili anche semplicemente parlando 30-45 minuti con dei ragazzi, facendogli capire che dentro di loro hanno molto di più di quanto loro stessi immaginino, valorizzando le persone puntando su se stessi, e in questo mi ha aiutato molto lo sport perchè quando ti alleni nel nuoto agonistico per ore, avanti e indietro in piscina, ti domandi perchè lo fai e io mi sono sempre risposto di farlo perchè volevo raggiungere un risultato quindi la sofferenza mi serviva per arrivare. Ecco, amare la sofferenza per raggiungere un risultato è esattamente come la vita: se ti regalano le cose non le valorizzi adeguatamente, se le conquisti con il tuo sacrificio te le ricordi per tutta la vita“.
Enzo Siviero è molto legato al Sud Italia e in modo particolare a Calabria e Sicilia, proprio grazie al progetto del Ponte sullo Stretto. Ma le sue considerazioni vanno ben oltre: “oggi il Sud vive un momento straordinario, un cambio di paradigma, una vera e propria rivoluzione. Con questo governo vediamo un record assoluto di investimenti al Sud per lo sviluppo del territorio, senza precedenti nella storia di Sicilia e soprattutto Calabria. E’ finita la stagione dei sussidi, dell’assistenzialismo, e adesso il Sud deve smettere di piangersi addosso. E’ un’area che merita molto, ma deve avere la capacità di sfruttare le proprie risorse. L’infrastrutturazione è fondamentale per i luoghi, i borghi che vengono avvicinati, le città: le grandi opere trascinano le piccole, che sono quelle che fanno il tessuto connettivo, come il delta di un grande fiume che si sfrangia e vivifica tutto l’ambiente. Oltre al Ponte sullo Stretto vediamo investimenti senza precedenti per le linee ferroviarie, per l’alta velocità, per le autostrade, per le statali, per le trasversali appenniniche. Mai c’erano stati tutti questi cantieri e mai c’erano stati tutti questi progetti. Questo è il momento buono per il Sud, ed è fondamentale per frenare la fuga di cervelli. Lo sforzo deve essere quello di rimanere in loco e far crescere il proprio territorio. Al Sud ci sono tanti giovani che vogliono intraprendere, ma non ne hanno avuto fino ad oggi l’opportunità quindi vanno fuori e arricchiscono altri territori. Invece oggi in Calabria e Sicilia vedo tante opportunità, ma anche certi freni, come se buttassimo sabbia sugli ingranaggi, e c’è una componente politica della vecchia guardia legata al fatto di aspettare che siano gli altri a risolvere i problemi. Io invece dico sempre: aiutati che Dio ti aiuta. Dobbiamo puntare sui giovani e sui meno giovani, ovvero sui giovani non tanto di età quanto di testa. Io dall’alto della mia età posso pontificare… Lo sforzo che dobbiamo fare è quello di educare, anche al fatto di essere soggetti sociali, minimizzando i ruoli della criminalità. Bisogna cambiare la visione“.
La Calabria sta vivendo una stagione nuova in tal senso.
“Occhiuto sta lavorando molto bene, ha intrapreso una nuova narrazione della Calabria che può fare un salto di qualità importante, seguendo quanto hanno già fatto Puglia, Basilicata, Sicilia negli ultimi anni. Ci sono spot bellissimi sulla Calabria negli ultimi anni. Tutti i giovani dovrebbero sapere che il termine Italia nasce proprio in Calabria. Tutti dovrebbero essere orgogliosi di essere calabresi. Io lo sono: sono cittadino onorario di Africo, l’ho accettato con grande gioia, sono orgoglioso di essere calabrese! Dobbiamo comunicare in positivo e dare ai giovani la possibilità di diventare imprenditori di se stessi, non aspettare il sussidio di stato o il posto fisso che ti sistema, oggi il mondo è comunque cambiato, siamo in momenti di trasformazione epocale. E poi c’è questo governatore…”
Occhiuto?
“Sì, Occhiuto, posso dire come osservatore esterno dal Nord che quello che succede in Calabria è molto ben percepito al Nord, è un aspetto positivo. E’ la prima volta che la Calabria ha un Presidente di Regione di questo livello, che da anni dà autorevolezza e credibilità, che si presenta bene anche a livello nazionale, che ha portato la Calabria sulle prime pagine dei grandi media per qualcosa di positivo e non di negativo, che non è mai stato in oltre tre anni di governo minimamente sfiorato da alcun tipo di scandalo o malaffare, personalmente e neanche nelle figure che ha messo al suo fianco. Guardate, i territori possono cambiare e cambiano proprio per la percezione che hanno. Prima dal mio Veneto, il Sud e la Calabria erano percepiti solo come luogo di malaffare, delinquenza, ‘ndrangheta; oggi è completamente diverso. I calabresi in Veneto sono in posizioni apicali, la sanità veneta che è considerata un’eccellenza, è diretta da calabresi, siciliani, pugliesi. La forza culturale, operativa, dei meridionali, c’è tutta ma non viene impiegata lì in Calabria. Le grandi idee trascinano le piccole idee, così come le grandi opere trascinano le piccole opere, ed è così si viene a creare una classe dirigente, ovviamente con i buoni esempi altrimenti non ci crede nessuno. Occhiuto ha dato un salto di qualità notevolissimo, vorrei dire, io lavorerei sulla persona e sulle idee, non sulla affiliazione politica: sono le persone che fanno le idee. Poi abbiamo la disgrazia atavica in Italia in cui c’è sempre il pendolo che sta o da una parte o dall’altra alla faccia di Galileo, con destra e sinistra che si combattono a prescindere, e si dà una lettura negativa a tutto in ottica politica. Ma…”
Ma…?
“Ma ormai la gente ha superato questi steccati ideologici. Fare un Capodanno RAI a Reggio Calabria, valorizzare la città, al di là del Sindaco che può essere adeguato o meno e ci fa ridere che sia contro il Ponte solo perchè è del Pd, ma Reggio Calabria è una città bellissima, che ha un waterfront straordinario, ogni volta che vengo lì a Reggio faccio una passeggiata di 20 minuti sul Lungomare e respiro storia, respiro il mito, non sono solo i Bronzi di Riace ma c’è tutto il contorno, arrivando fino a Crotone… c’è più Grecia nella Magna Grecia che in Grecia ed è vero, e molte cose non sono ancora valorizzate ma dall’esterno c’è una percezione nuova, finalmente e per la prima volta anche la percezione della Calabria sta cambiando e questo significa attrarre turismo, generare indotto, avere economia, posti di lavoro, ricchezza“.
Eppure c’è ancora chi contesta il Ponte sullo Stretto, proprio dalla Calabria.
“E’ assurdo, penso a un posto come Villa San Giovanni che oggi ha un Sindaco che si oppone. Ma per Villa San Giovanni il Ponte è un’opportunità straordinaria, perchè l’arrivo del Ponte può essere un cambio di paradigma. I piloni del Ponte genereranno centinaia di migliaia di operatori, non solo per la costruzione e la manutenzione, ma per tutto l’indotto, la valorizzazione turistica, quindi diventa una specie di faro che illumina tutta la Regione. C’è bisogno di luce, c’è bisogno di positività, di colore, di bellezza, e il Ponte porta tutto questo, come in tutti gli altri posti del mondo dove ci sono i Ponti. E’ come se ci fosse un velo di nebbia e non si riesce a vedere, c’è una miopia complessiva che ti fa vedere tutto sfocato, le persone in Calabria sono molto disponibili, solidali, accoglienti, ti portano direttamente in casa, non c’è diffidenza. Una persona che ti accoglie in casa ti offre tutto. Ci sono tutti gli ingredienti affinché questa Regione mantenga le proprie caratteristiche più nobili e identitarie coniugandole con lo sviluppo della modernità, con le grandi opere, che significano lavoro e ricchezza. Altrimenti la direzione è quella di una desertificazione: non ci rimarrà nessuno, soltanto gli anziani e i migranti. E quale politica può lottare per questo? Per fermare lo sviluppo? Per contrastare tutto ciò che porta lavoro e ricchezza? Per combattere tutto ciò che consentirebbe ai giovani di rimanere qui e di creare valore?”
Sul Ponte e sulle grandi opere in generale, vedi l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, c’è un costante e quotidiano bombardamento di disinformazione: fake news inventate ad arte per dire che non ci sono i progetti, non ci sono i soldi, sono stati cancellati i finanziamenti, sono stati approvati i ricorsi. E invece è tutto falso…
“La prima sensazione è l’amarezza: viene distrutto il bello di questa innovazione positiva e culturale. Oggi una terra come la Calabria, come la Sicilia, dovrebbe vivere un momento di unanime e condiviso entusiasmo per quello che sta succedendo, ripeto, ho 80 anni, mai nella storia ci sono stati tutti questi investimenti in opere in Calabria e Sicilia, il Ponte sullo Stretto, l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, l’alta capacità Messina-Catania-Palermo, la nuova SS106 Jonica Taranto-Reggio Calabria, la Trasversale delle Serre, l’ultimo tratto dell’A2 Salerno-Reggio Calabria, la nuova Catania-Ragusa, la Siracusa-Gela, parliamo di decine e decine di miliardi di euro che mai in oltre 160 anni di storia lo Stato unitario ha investito nel Sud, preferendo sempre l’assistenzialismo e i sussidi volti a mantenere la povertà e il sottosviluppo. Ci dovrebbe essere solo fermento ed entusiasmo e invece ci sono solo lotte politiche e così passi dall’amarezza al disgusto perchè ti sembra impossibile che le persone non siano in grado di valutare come il progresso sia l’unica soluzione per uscire da un letargo millenario. Questo è l’elemento, un grandissimo dispiacere, quando leggo quelle cose è come se mi ferissero personalmente, è una ferita al cuore, vedo che tutto questo non ha proprio senso neanche dal punto di vista semantico. Io penso che bisogna fare una bella campagna mediatica, fare convegni, organizzare cose, dare risonanza, rimbalzare le buone notizie a livello nazionale, unendo le forze tra enti e istituzioni. La Calabria è una terra da sogno, insisto sulla Calabria rispetto alla Sicilia perchè è più vilipesa storicamente. Servono tante grandi iniziative come quella del Capodanno RAI a Reggio Calabria. Il salto di qualità deve essere di uscire dal guscio della Calabria e portarla fuori anche a livello Mediterraneo ed Europeo. Usciamo dall’Italia, facciamo un salto in più, è come se mettiamo in orbita una navicella nello Spazio e ti guarda in modo più universale, ecumenico. Il momento è buono, il vento è in poppa, ci sono decine di miliardi di investimenti in infrastrutture, è ovvio che ci siano dei disagi, anche a Roma c’è da uscire matti, a Padova che è la mia città stanno facendo il tram, i disagi sono effetti collaterali, faremo le cure, prenderemo le medicine, prenderemo i farmaci, faremo gli esercizi, e poi arriverà la grande bellezza, significa pensare positivo, il bicchiere non è solo mezzo pieno, è tre quarti pieno, perchè bisogna guardare la potenzialità. Dobbiamo imparare ad amare i nostri sogni, chi non ama i propri sogni non ha futuro. Abbiamo bisogno di esempi, di indicazioni. Goethe diceva che se c’è una volontà, c’è una via. Se si vuole, si può. Io spesso dico di osare l’impossibile, ci vuole un’iniezione di positività per far capire ai nostri giovani che c’è un futuro, che il futuro è lì, in Calabria, in Sicilia, i tassi di crescita del Sud finalmente sono positivi, i dati sociali ed economici sono ottimi, e al Sud è più facile crescere perchè le potenzialità non erano state espresse prima. Una bella campagna mirata su questo sarebbe ottima, facciamo un evento come Occhiuto su come comunicare la Calabria, io vengo molto volentieri, anziché lavorare solo intorno al Ponte che resta ancora divisivo, lavoriamo sulla comunicazione positiva della Calabria e lì troveremo l’unanimità perchè nel valorizzare la propria terra tutti saranno orgogliosi di essere calabresi“.
Enzo Siviero conferma di avere la Calabria nel cuore.
“Ogni volta che vengo in Calabria cerco di ritagliarmi del tempo per andare nelle zone interne, scoprire i piccoli borghi, la Calabria vera non è quella che sta sul mare, ma è quella del passato dove stavano in alto e scendevano solo per necessità finché non scappavano perchè arrivavano i corsari. Ecco, connettere i vari borghi con nuove infrastrutture è proprio la chiave dello sviluppo. Le città devono essere una centralità che si irradia verso l’esterno. Io vivo in Veneto, che apparentemente è accecata da Venezia, ma se non ci fosse Venezia il Veneto sarebbe ancora meglio da come ce lo raccontano, pensa le città murate… Le caratteristiche delle cittadine calabresi sono quelle di respirare la storia, entrare in un luogo in cui indossi la storia e la senti tua, bisognerebbe rivalorizzare la storia anche con nuclei familiari di migranti opportunamente educati per radicarsi in Calabria, quegli stessi migranti che un secolo fa andavamo in America. Non è fantascienza, in Veneto è successa la stessa cosa. Il Veneto esportava manodopera di basso livello, nei film del dopoguerra il Veneto veniva indicato per la donna di servizio o per il cretino di turno. Oggi invece si è emancipato e sviluppato. Io credo che bisogna fare questo tipo di operazione: tornare alle radici, perchè se vivifichi le radici, l’albero cresce meglio e ti da i frutti giusti, ma devi partire da sotto, devi dargli l’acqua, lo devi coccolare. La terra è parte dell’uomo e viceversa, in Calabria questo può diventare il paradigma. Ha una centralità storica e bellissima. Lavoriamo sulle genti: l’ospitalità calabrese è persino esuberante perchè se tu non mangi si incazzano, io ho problemi di diabete e ogni volta ho difficoltà a rinunciare alle cose, ma va bene valorizzare il bello che c’è, l’accoglienza, l’apertura mentale. Riportiamo le nuove generazioni dei migranti che un secolo fa sono andati via, facciamolo con messaggi positivi, di orgoglio, di rinascita, di entusiasmo. Oggi ci sono tutte le condizioni ideali per farlo. Non c’è più nessun alibi per lamentarsi del governo di turno, dello Stato, della politica che non fa le cose. Oggi si sta facendo tutto ciò che alla Calabria serve davvero, diamoci una mossa tutti e rimbocchiamoci le maniche senza aspettare il messia di turno. E questa terra sarà davvero fantastica“.
Ringraziando Enzo Siviero per la consueta disponibilità, persino nel giorno del suo compleanno, gli auguriamo tanta gioia e felicità per i suoi primi 80 anni di vita all’insegna dell’educazione, della formazione nei confronti dei più giovani, della costruzione di ponti che uniscono popoli e culture, e di una saggezza mai confusa con la presunzione. Un grande uomo che ha mantenuto la semplicità dei valori più nobili e antichi, proprio come quel baccalà alla vicentina della mamma che non c’è più ma è sempre rimasta accanto a lui tracciando le linee guida e soprattutto riempiendosi di orgoglio per un figlio così straordinario. Buon compleanno professore!
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