Il Sindaco Cassì interviene sulla destinazione di fondi previsti dalla finanziaria regionale secondo criteri discrezionali che ritiene discutibili: non lo fa con una normale comunicazione sui social ma invia un comunicato stampa attraverso l’Ufficio Stampa del Comune. Il che esclude, di fatto, il ricorso ai classici like o ai commenti pro o contro il post, ma autorizza ad analizzare quella che diventa la posizione ufficiale di un Sindaco nei confronti di politiche e strategie dei governi nazionale e regionale e dei singoli parlamentari rei di segnalare questa o quella emergenza, di determinati comuni, piuttosto che di altri.
L’intento, in linea di principio, sarebbe encomiabile, ma, di fatto vorrebbe sovvertire il mondo della politica, non solo regionale, che si muove su binari immutati da tempo.
E il tentativo è portato avanti non da una forza politica riconosciuta e ricca di consenso ottenuto nel corso di varie elezioni, nemmeno da una piccola formazione politica come ce ne sono tante in Italia, ma da una persona sola, il fatto che si tratti di un sindaco non rende più autorevole la voce, ci potrà essere un seguito di consenso ma difficilmente si potrà arrivare ad un movimento strutturato in grado di sovvertire il sistema.
Le tesi esposte a proposito della discrezionalità utilizzata per la ripartizione di fondi della finanziaria potrebbero essere valide, ma per coerenza si dovrebbe discutere anche della discrezionalità di un sindaco riguardo tante sue scelte che, per brevità, omettiamo di citare in questa sede.
Due aspetti di questo comunicato del sindaco emergono con prepotenza: del sistema di ‘marchette’ studiato per tenere “buoni” i 70 deputati regionali si è parlato a lungo, qualcuno è arrivato a specificare che i deputati di maggioranza avessero a disposizione un milione cadauno, mentre quelli di minoranza si accontentavano solo di 800.000 euro, ipotesi poi saltata quando sono venuti fuori i singoli onorevoli che hanno vantato somme destinate molto superiori ai valori indicati.
In secondo luogo, lascia pensare il fatto che, nel comunicato, senza usare eufemismi, il sindaco Cassì attacca direttamente l’on.le Abbate e l’on.le Campo, ma si astiene dal giudicare i comportamenti e le discrezionalità dell’on.le Assenza o dell’on.le DiPasquale.
Tutti sono stati destinatari, allo stesso modo, di determinare destinazioni di fondi.
Come pure, non censura l’amico De Luca se fa arrivare a Ragusa 30.000 euro per un nuovo canile rifugio e non invece a Vittoria o a Modica.
Se imbocchiamo questa strada potremmo perderci: quando l’on.le Abbate ha dirottato su Ragusa fondi, su segnalazione dei suoi consiglieri comunali di riferimento, il sindaco non ha obiettato nulla e si è preso i soldi, perché accettare soldi per eventi natalizi e non chiedere di spalmarli su tutti i comuni della provincia?
Lo ammette lo stesso sindaco, e questo ci fa dubitare della sua lucidità politica: perché c’è una legge per Ibla e non per Scicli? Perché decisero di finanziare il progetto della metroferrovia di Ragusa?
Le domande potrebbero non esaurirsi, il sindaco vorrebbe intraprendere una battaglia contro l’assemblea regionale siciliana o le sue esternazioni sono solo frutto di strategie comunicative e di propaganda a livello locale?
Solo l’on.le La Vardera ha rifiutato di essere coinvolto nel mercato delle marchette, perché Cassì non va da i suoi amici Falcone e Lombardo per trascinarli in questa battaglia ?
La ‘potenza’ e l’autorevolezza dei singoli politici hanno forgiato l’Italia, strade, autostrade, ponti, circonvallazioni, porti, aeroporti, ospedali e tante altre strutture comuni sono frutto delle istanze dei politici delle varie parti d’Italia, riconosciamo e ripetiamo che la battaglia che si vorrebbe intestare Cassì può avere la sua valenza ma gli esiti sono molto dubbi, senza dire che, prima di scender in battaglia, dovrebbe modificare i suoi metodi discrezionali, iniziando, per esempio dalle scelte per questa o quella testata giornalistica o emittente televisiva.
L’assunto di Cassì è assai discutibile: riconosce che la Regione conta 70 deputati equamente ripartiti tra le varie province in base al numero di abitanti, e ciascuno di essi porta avanti le esigenze del proprio territorio in maniera legittima e doverosa, anche Ragusa ha beneficiato e beneficia, grazie all’interessamento di deputati e assessori, di importanti finanziamenti, come quello da oltre 1milione per l’acquisto del palazzo Ottaviano a Marina di Ragusa, ma vorrebbe dei paletti per evitare che la discrezionalità possa sconfinare in scelte arbitrarie ed inique: ma chi decide quali sono le scelte arbitrarie ed inique? Il Direttivo di Direzione Ragusa?
Contorte, se non teoricamente di certo praticamente, le possibili soluzioni ipotizzate da Cassì: criterio sulla entità degli interventi, che abbia come parametro di riferimento la consistenza abitativa dei territori, ancorare l’ammontare dei contributi a dei criteri oggettivi sarebbe un segnale di attenzione verso i territori più distanti dai centri di potere e meno influenti, occorrerebbe distinguere le tipologie di interventi, sottraendo alla discrezionalità dei deputati quelli che toccano da vicino indistintamente tutti i siciliani, la loro quotidianità, i loro bisogni, a maggior ragione se parliamo di servizi essenziali.
Si resta dubbiosi di fronte all’ammissione per un importante finanziamento per un evento sportivo di carattere nazionale, Cassì sa benissimo che anche questo evento nasce per favorire un organizzatore di questo tipo di eventi, che vuole rientrare in politica con il fratello e si è avvicinato alla corte del deputato modicano.
Non vanno bene, invece, contributi ad hoc per la mensa scolastica o il trasporto scolastico, solo per i Comuni raccomandati.
In pratica Cassì non vuole contributi generici “promozione turistica” o per “eventi natalizi”, dopo che la sua città ne ha beneficiato fino alle recenti festività, quando queste generiche voci sono oggetto della destinazione dei fondi della tassa di soggiorno, Cassì non tollera intromissioni.
La discrezionalità a senso unico di marca Cassì !
Fa anche una grande confusione, fondi per il turismo da destinare sulla base della vocazione turistica, spese per luminarie e addobbi natalizi in base al numero di abitanti.
Allora occorrerebbe fare un censimento dei fedeli e delle loro devozioni per destinare i fondi per le feste religiose: San Giovanni 30.000 fedeli devoti, 100.000 euro per i festeggiamenti, San Paolo o San Francesco 7.000 fedeli devoti, 20.000 euro.
Il top Cassì lo raggiunge quando, dopo aver stigmatizzato il sistema, vorrebbe che le Amministrazioni fossero coinvolte nella individuazione degli interventi da finanziare.
Poi, l’attacco all’on.le Campo che ha perorato il contributo per il rifacimento della facciata di palazzo Ina: secondo Cassì un esproprio dei suoi criteri discrezionali, peggio se ha tentarlo è un deputato regionale.
Poi scopre che la deputata ci tiene a che si riconosca il suo interessamento per i singoli contributi, come ci tengono tutti i deputati inseriti nel sistema, del tutto legittimo soprattutto se altri tentano di appropriarsi di paternità non proprie, e ne deduce che dietro ci sia ricerca del consenso, lo stesso che perseguono giornalmente tutti i politici, Cassì compreso che della ricerca del consenso ne ha fatto una sindrome.
In sintesi, Cassì ha perso un’occasione per evitare di attrarre ulteriori polemiche e antipatie e anche di attrarre ulteriore distacco da parte di una classe politica che mal lo sopporta e lo tollera, causa della scarsa considerazione per la nostra città, ormai diventata un caso, come dallo stesso Cassì ammesso.
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